La sfida del genio matematico Sir Atiyah che a 88 anni si cimenta col «teorema impossibile»: è la mia passione

Londra. Si è fatto coraggio pensando a Michelangelo. La sua arte è la matematica, ma il teorema Feit-Thompson ha qualcosa della Cappella Sistina: un’impresa all’apparenza quasi impossibile. «Quando è la passione a spingerti non te ne liberi, a qualunque età». Così si giustifica Sir Michael Atiyah, uno dei massimi esperti di geometria al mondo, vincitore […]

Londra. Si è fatto coraggio pensando a Michelangelo. La sua arte è la matematica, ma il teorema Feit-Thompson ha qualcosa della Cappella Sistina: un’impresa all’apparenza quasi impossibile. «Quando è la passione a spingerti non te ne liberi, a qualunque età». Così si giustifica Sir Michael Atiyah, uno dei massimi esperti di geometria al mondo, vincitore della medaglia Fields e successivamente del premio Abel, il Nobel della matematica, ex presidente della Royal Society britannica nonché del Trinity College di Cambridge. Invece di infilare le pantofole e concedersi un meritatissimo riposo, a 88 anni si è dedicato alla prova della congettura avanzata nel 1962 da Walter Feit e John G. Thompson sulla teoria dei gruppi. A grandi linee la teoria è lo studio astratto della simmetria in geometria e algebra, dove i gruppi sono numeri o strutture matematiche che hanno proprietà simili. Se il teorema Feit-Thompson rimane materia per pochi adepti — riguarda i gruppi finiti con numero dispari di elementi — ha applicazioni importanti non solo per la matematica ma anche per la fisica: allora perché non provarne la validità? Una sfida che Sir Michael si è posto senza mettere in conto un fattore che, forse a sorpresa, è considerato un ostacolo dalla sua stessa famiglia e da qualche collega: l’età. «Sono un vecchio che si illude? Sono quasi sicuro di no», ha confidato al Times, sottolineando in particolare di voler dimostrare al figlio Robin che ossessione e passione possono risultare in scoperte importanti e meravigliose anche in età avanzata. «Mio figlio mi ha ricordato che i matematici fanno il loro lavoro migliore prima dei 40 anni. Come convincerlo? Mi ha detto che si sarebbe ricreduto se avessi ottenuto l’appoggio dei miei colleghi». Ecco, dunque, la decisione di spedire la sua opera a 15 esperti internazionali: la congettura Feit-Thompson provata in 12 pagine. «Il teorema è semplice, è la dimostrazione che è orrenda», ha sottolineato Sir Michael. «Dalla prima volta che ne ho sentito parlare sapevo che una congettura così bella doveva avere una dimostrazione altrettanto bella». Ci ha lavorato per anni: adesso, sostiene, ha raggiunto l’obiettivo. Le 253 pagine dei due autori originali — che non arrivarono a una verifica concreta e collaudabile — spiegate e semplificate con l’aggiunta dell’anello mancante: la prova. Spetterà ai geni della matematica di oggi giudicare la validità della conclusione del professor Atiyah, che rimane fiducioso nonostante al Times, in forma anonima, un collega abbia già espresso i suoi dubbi. «Sir Michael lavora a questa dimostrazione da anni — ha detto — Non è riuscito a arrivarne a capo quando era giovane, dubito che ce l’abbia fatta adesso». Non basta, evidentemente, raggiungere i massimi livelli nel proprio campo per liberarsi dagli stereotipi, dai luoghi comuni e dalla discriminazione. «È sempre questa l’opinione dei giovani riguardo agli anziani», ha risposto filosofico il professore, che è tra i 22 membri dell’Ordine al Merito, massima onorificenza britannica, e che per sette anni è stato presidente del movimento Pugwash degli scienziati per il disarmo fondato da Albert Einstein e Bertrand Russell. Oggi che ha 88 anni lavora come ha sempre fatto. Pensa. «Uso carta e penna solo alla fine: prima faccio tutto a mente, passeggiando avanti e indietro per aiutare la circolazione e tenermi sveglio». (Corriere della Sera)

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