Napoli. Lungomare, Natale con il «Cuorno». Vince il progetto di «Italstage», l’impresa che realizzò «NAlbero» nel 2016

Ormai è certo: dopo NAlbero il prossimo Natale porterà in «dono» ai napoletani un «Cuorno» alto 50 metri. Napoli e la scaramanzia sarà infatti il tema dell’installazione natalizia del 2017 scelto da una commissione di tecnici comunali. La struttura, un corno di circa 50 metri di altezza che sostituirà – dopo le autorizzazioni di Soprintendenza […]

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Ormai è certo: dopo NAlbero il prossimo Natale porterà in «dono» ai napoletani un «Cuorno» alto 50 metri. Napoli e la scaramanzia sarà infatti il tema dell’installazione natalizia del 2017 scelto da una commissione di tecnici comunali. La struttura, un corno di circa 50 metri di altezza che sostituirà – dopo le autorizzazioni di Soprintendenza e vigili del fuoco – l’albero di Natale del 2016, un’altra grande installazione con centro commerciale e altri servizi. Il progetto vincente, proposto dalla società Italstage, ha ottenuto un punteggio di 85 punti, staccando di oltre 50 punti il secondo progetto del presepe di ghiaccio mentre il terzo progetto era quello del peperoncino della fondazione Logudoru. Il «cuorno» sarà installato alla Rotonda Diaz. La scelta è stata approvata con una determina dirigenziale pubblicata sull’albo pretorio del Comune. Si approva così la graduatoria dei partecipanti all’avviso pubblico per la manifestazione d’interesse finalizzata alla realizzazione di un progetto che preveda «l’installazione di una struttura presso la Rotonda Diaz da affiancare alle consuete manifestazioni che si svolgono in città nel periodo che va dai primi di ottobre 2017 alla metà di gennaio 2018, che arricchisca l’offerta culturale e turistica natalizia, dando risalto alle tradizioni popolari». Italstage di Pasquale Aumenta è la stessa azienda che si è occupata proprio di NAlbero: ha firmato anche tutti i palchi del Capodanno a Napoli dal 1994 a oggi e in piazza Plebiscito ha lavorato a molti progetti diversi. Per il San Carlo Pasquale Aumenta ha fatto costruire i palchi davanti a San Francesco di Paola, dove si sono esibiti Zubin Mehta, Antonio Pappano e Roberto Bolle. Nel 2000 ha raccolto la sfida lanciata da Anish Kapoor che, sempre al Plebiscito, ha portato «Taratantara», una struttura dalle forme imponenti, la più rilevante dal punto di vista architettonico di quelle realizzate per la piazza. Ovviamente la città è già divisa sul «Cuorno» tra i fautori entusiasti del Natale popolare e commerciale e gli intellettuali critici che ritengono oltraggiosa la nuova e provvisoria installazione che dal mese di dicembre «arricchirà» il lungomare «liberato». A guidare il fronte dei critici c’è Guido Donatone, presidente di Italia Nostra a Napoli, che già a giugno ha inviato un appello al ministro Franceschini chiedendogli di intervenire. «Non era immaginabile – ha attaccato Guido Donatone – che a distanza di oltre due secoli venissero dall’amministrazione comunale di Napoli ancora clamorosamente contraddetti i principi etico-politici-sociali di razionalità e di rigore dell’illuminismo sostenuti da Gaetano Filangieri, Antonio Genovesi e Ferdinando Galiani, i quali condannavano la superstizione quale sinonimo di ignoranza e oscurantismo, e sostenevano come non andassero assecondati certi costumi del popolo che invece andava educato ed elevato verso i lumi». Per Donatone «la giunta persiste nella demenziale spirale del “consumo” alienante del paesaggio. Ancora una volta siamo alla mercificazione del lungomare». Ma in nome del Natale commerciale anche un «Cuorno» può portare profitto. (Corriere del Mezzogiorno) 

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