TAV, BERLUSCONI: "ORA BASTA O FUORI DALL´UE"

Più informazioni su

     

    TORINO – Sulla Torino-Lione il Governo va avanti. Non saranno le proteste a fermare la realizzazione dell’opera. «Abbiamo ascoltato tutti, sentito le ragioni delle diverse parti e lavorato per arrivare a soluzioni condivise – ha detto il premier Silvio Berlusconi parlando con alcuni parlamentari della maggioranza – ma ora non si può più perdere tempo altrimenti rischiamo di restare fuori dall’Europa e questo sarebbe inaccettabile». Che per l’Italia si tratti di una priorità lo dice anche il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Altero Matteoli, proprio mentre in Val di Susa l’avvio del primo cantiere della Tav è stato accompagnato da scontri con feriti tra polizia e no tav. Ma l’intervento delle forze dell’ordine, difeso dal ministro dell’Interno Roberto Maroni («si sono comportate molto bene»), fa scoppiare la polemica politica, con l’opposizione che chiede che le infrastrutture non si costruiscano con il manganello. «La Tav è considerata una priorità da parte dello Stato. I lavori inizieranno e andremo avanti», ha detto Matteoli, sottolineando che «lo Stato non può assolutamente arrendersi di fronte a dei protestatari». Anche il ministro del lavoro Maurizio Sacconi ritiene che «non debba essere consentito a una minoranza di fermare un’opera che tantissima parte del Paese e del territorio ritiene assolutamente necessaria, e che, se non realizzata, isolerebbe quel territorio e costituirebbe un fattore di ritardo per l’intero sviluppo nazionale». «Non possiamo permetterci – ha aggiunto Sacconi – il lusso di accettare il veto di minoranze. Questo vale per la Tav Torino-Lione, ma vale anche in generale. Bisogna anche difendere i diritti di una maggioranza di governare nella direzione che in una democrazia solo le maggioranze possono indicare». Il blitz delle forze dell’ordine polizia per aprire il primo cantiere della Tav, a Chiomonte, non è però piaciuto ai partiti di opposizione che però sono concordi sulla necessità di non bloccare i cantieri (anche se si apre lo scontro nel centronisinistra su favorevoli e contrari all’altà velocità). Particolarmente duro il leader dell’Idv Antonio Di Pietro che chiede che le infrastrutture «non si costruiscano con il manganello». Per il leader del Pd Pier Luigi Bersani non vanno bloccati i cantieri ma l’azione delle forze di polizia deve essere «diretta a ridurre al massimo la portata degli incidenti». È invece inaccettabile per Vendola (Sel) la violenza contro il dissenso. Sta invece con i militari il leader dell’Udc Casini. Anche per Bocchino (Fli) lo Stato non deve indietreggiare quando le contestazioni si trasformano in violenza. A sottolineare la necessità di quest’opera è stata oggi anche la leader degli industriali Emma Marcegaglia, che ha sollecitato l’avvio dei cantieri. «Un Paese civile e democratico come l’Italia non può permettersi la permanenza di un presidio come quello del ‘villaggio Maddalenà al di fuori della legalita». «La Tav – ha aggiunto – è un’opera fondamentale per lo sviluppo dell’Europa e un’infrastruttura importante per mantenere i collegamenti italiani a livello internazionale. Per questo è fondamentale che i cantieri partano entro fine mese per non perdere la quota di finanziamento europeo». Da Bruxelles anche il vice presidente della Commissione Ue Antonio Tajani ha messo in chiaro che non ci sono alternative: o si va avanti con i lavori oppure i finanziamenti Ue «si perdono». Dal ministero delle infrastrutture, però, filtra ottimismo sulle tre condizioni imposte dall’Ue per i finanziamenti: il ministro Matteoli, secondo fonti del dicastero, oggi ha risposto al commissario europeo ai trasporti Siim Kallas precisando che l’obiettivo dell’apertura del cantiere è stato raggiunto oggi; l’approvazione del progetto preliminare sarà portata al prossimo Cipe; infine, il nuovo accordo Italia-Francia potrebbe essere sottoscritto il 6 luglio. BATTAGLIA IN VAL SUSA. Apre il cantiere per la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Un blitz scattato all’alba, con centinaia di uomini e mezzi di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Forestale, ha smantellato il presidio che i militanti No-Tav avevano realizzato nei boschi della Maddalena di Chiomonte (Torino), per impedire l’avvio dei lavori. Negli scontri ci sono stati oltre trenta feriti, ma nessuno in modo grave. «Abbiamo perso un round, non la guerra», ha commentato il leader dei No-Tav, Alberto Perino. Il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, ha ribadito: «lo Stato non può assolutamente arrendersi di fronte a dei protestatari». «La Val di Susa – ha sottolineato il Presidente del Piemonte, Roberto Cota – è diversa dai facinorosi e non può essere confusa con loro». Il blitz è scattato da più punti, all’alba, subito dopo la chiusura al traffico dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia: le ruspe, scortate da decine di agenti, hanno abbattuto le barricate che i militanti avevano costruito per bloccare i punti di accesso alla Maddalena, in particolare alla Centrale Elettrica e all’altezza della galleria Ramats. C’è stato un fitto lancio di pietre, rami, tronchi di alberi e altri oggetti contro le pale meccaniche e gli agenti, che hanno lanciato decine di lacrimogeni. A quel punto i manifestanti sono fuggiti nei boschi, hanno devastato alcune vigne, si sono sistemati nella zona di un’area archeologica per poter continuare a lanciare pietre e altri oggetti da una posizione più favorevole, hanno dato fuoco a balle di paglia e cosparso la strada di chiodi a quattro punte e liquido oleoso. Le ruspe hanno continuato a salire verso la Maddalena; altri lacrimogeni sono stati lanciati verso l’area centrale del presidio No-Tav; i manifestanti sono fuggiti di nuovo e l’area è stata consegnata all’impresa che avvierà i lavori. Fra forze dell’ordine e attiviti No-Tav non ci sono stati contatti diretti, ma 28 agenti sono rimasti feriti (23 sono stati medicati sul posto; cinque sono stati portati in ospedale a Torino), mentre quattro attivisti No-Tav si sono fatti medicare al posto di pronto soccorso allestito alla Maddalena. Molti attivisti sono stati intossicati dal fumo. Nella Val Susa, dove ieri sera si è svolta una fiaccolata con migliaia di persone, sono scattati alcuni scioperi spontanei; l’Usb ha proclamato lo sciopero generale nei comuni interessati dalla Torino-Lione e i No-Tav si sono dati appuntamento per oggi nella bassa valle, a Bussoleno (Torino). DIECI CARABINIERI FERITI, UNO RICOVERATO A quanto si apprende nove militari sono stati lievemente contusi dal lancio di oggetti da parte dei manifestanti mentre un decimo è stato trasportato all’ospedale Martini di Torino dove è ricoverato nel reparto di chirurgia per un trauma cranico. È in corso da parte dei militari l’attività per identificare i manifestanti che si sono resi responsabili di reati durante il presidio. Sono in tutto 900 i carabinieri che sono stati impegnati, insieme agli uomini della polizia, per consentire l’avvio del cantiere a Chimonte. Appartengono ai Battaglioni Mobili di tutta Italia e in particolare arrivano da Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Puglia, Toscana e Trentino Alto Adige, oltre al Battaglione «Piemonte» con sede a Moncalieri (To). DUE MANIFESTANTI DENUNCIATI PER PORTO ABUSIVO BASTONI Due persone che stamani hanno partecipato ai presidi per impedire l’apertura del cantiere per la ferrovia Toirno-Lione, a Chiomonte (Torino) sono state denunciate in stato di libertà dalla Polizia per per porto abusivo di armi, in particolare di un bastone e di una fionda. Lo si apprende da fonti della Questura di Torino che precisa che dieci manifestanti sono stati identificati. Sempre nella zona degli incidenti di stamani, le forze dell’ordine hanno sequestrato 13 estintori, numerose pietre e chiodi a tre punte, bastoni, una fionda, un bidone pieno di fuochi d’artificio e petardi e una una tanica contenente chiodi. MARONI: OK FORZE DELL’ORDINE In Val di Susa «è andata bene, è stato aperto il cantiere e le forze dell’ordine si sono comportate molto bene»: lo ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni uscendo dalla sede della Lega in via Bellerio. Maroni si è subito dopo allontanato in auto, senza rispondere ad ulteriori domande. MANGANELLI: POLIZIA NON E’ ‘CONTRO’ «Le donne e gli uomini delle forze di polizia sono chiamati a far rispettare disposizioni legittime e lo fanno, a prezzo di enormi sacrifici, non ‘contrò qualcuno ma per garantire i diritti di libertà di tutti, a partire da coloro che esprimono il loro legittimo dissenso nelle forme consentite dalla legge». Lo dice il capo della Polizia Antonio Manganelli, raggiunto dall’ANSA per un commento sulle dichiarazioni dei sindacati di polizia che hanno espresso vicinanza alle forze dell’ordine impegnate in Val Susa. «Condivido pienamente» le loro parole, prosegue Manganelli sottolineando che «la mia solidarietà, il mio affetto e la vicinanza come uomo e come capo va agli operatori delle forze di polizia che oggi, solo per aver fatto il proprio dovere, hanno riportato ferite e contusioni, e alle loro famiglie che ne condividono i sacrifici». 80 FERITI TOTALI È di un’ottantina, fra feriti lievi e contusi, il bilancio – secondo il 118 – ancora provvisorio, degli incidenti alla Maddalena di Chiomonte (Torino) per lo sgombero del presidio No Tav. Una trentina sono i feriti e i contusi tra le forze dell’ordine; altrettanti tra i No Tav, portati all’ospedale di Susa. Altre venti persone, tra forze dell’ordine e manifestanti, sono state medicate sul posto. A CHIOMONTE IL PRIMO ATTO Il tunnel da realizzare alla Maddalena di Chiomonte è un’opera considerata propedeutica alla nuova Torino-Lione ferroviaria perchè destinato a studiare la consistenza e le caratteristiche delle rocce. In Francia ne sono state realizzati tre analoghi. * La galleria sarà lunga sette chilometri e verrà scavata fino a raggiungere il livello dove passerà il tunnel principale della Torino-Lione, lungo 54 chilometri. Avrà un diametro di 6 metri e mezzo. Saranno estratti 250-300 mila metri cubi di materiale in tre anni di cantiere, nel quale sarà impegnato un centinaio di lavoratori. * La galleria si trova in Valle Clarea, una valle laterale della Val Susa, sopra l’abitato di Chiomonte. Nella zona si trovano un sito archeologico e la coltivazione del vino Arvanà e del vino del ghiaccio i cui grappoli vengono raccolti a gennaio solo quando la temperatura scende a -8. * L’area per il cantiere è di 36 mila metri quadrati. In parte sono terreni della Sitaf, la società che gestisce l’autostrada A32 Torino-Bardonecchisa, che passa proprio accanto alla Maddalena, e il traforo italo-francese del Frejus, altri sono stati acquisiti dalla Ltf (Lyon Turin Ferroviaire) con procedure di esproprio, altre, ma più lontane all’imbocco del tunnel, erano state comprate da militanti No Tav. * Per la realizzazione della galleria geognostica il Cipe ha deliberato un finanziamento di 143 milione di euro. STORIA LUNGA 20 ANNI La partita della Tav Torino-Lione si gioca da 21 anni. È nel giugno del ’90 che, in un summit a Nizza, in Costa Azzurra, i Governi italiano e francese convergono sull’opportunità di studiare un nuovo collegamento tra i due Paesi. Lo studio di fattibilità dell’opera viene affidato agli enti ferroviari di Italia e Francia il 18 ottobre 1981, al vertice italo-francese di Viterbo. * Nella Finanziaria – La Torino-Lione appare per la prima volta in un testo legislativo nel settembre ’94: l’articolo 5 della Finanziaria prevede lo stanziamento di fondi per la progettazione. * Firma Italia-Francia – L’accordo intergovernativo per la realizzazione della ferrovia viene firmato il 29 gennaio 2001 a Torino. Nel capoluogo piemontese sfila un corteo di protesta di sindaci e attivisti ‘No Tav’. Il trattato verrà poi ratificato dal Governo italiano il 19 settembre 2002. * Tunnel Venaus – Il 9 febbraio 2005 la società italo-francese Ltf affida i lavori per il tunnel esplorativo di Venaus, in valle Cenischia. Il 30 novembre viene recintato il cantiere, ma i primi disordini sono già scoppiati, un mese prima, a Mompantero, dove erano state piazzate trivelle per eseguire sondaggi geognostici. * Disordini – Gli incidenti più gravi scoppiano a dicembre 2005: il 6, le forze dell’ordine allontanano i manifestanti, nella notte tra dell’8, i No Tav riconquistano il presidio. È l’inizio di una nuova fase. * Nasce l’Osservatorio – Per cercare un progetto più condiviso nasce l’Osservatorio tecnico, guidato dal commissario di Governo Mario Virano. L’intesa è siglata dal Governo e dagli enti locali il 10 dicembre 2005. * Fondi europei – Nel novembre 2007 l’Unione Europea assegna a Francia e Italia un contributo di 671,8 milioni per la parte comune della Torino-Lione. * Nuovo progetto – A fine giugno 2008 l’Osservatorio definisce il nuovo progetto. Nel gennaio 2010 vengono avviati i sondaggi geognostici, che dovrebbero essere in 91 punti, e si riaccende la protesta No Tav. * Sassaiola a Chiomonte – Nella notte tra il 23 e il 24 maggio scorso arrivano le prime squadre di operai per recintare il cantiere di Chiomonte, ma vengano fermati da una sassaiola. Poi il commissario ai Trasporti della Ue Siim Kallas ribadisce che i lavori devono essere avviati entro il 30 giugno. La Torino-Lione dovrebbe entrare in esercizio nel 2023. LEGGO

    Più informazioni su

      Commenti

      Translate »