Ravello in rete.. ma l´albo pretorio on line è fra i peggiori della costiera amalfitana

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Non è una novità, ne abbiamo già parlato sulle colonne di Positanonews e non vogliamo infierire. Ma , incuriositi dopo i roboanti protocolli d’intesa (ottima cosa!!!) fra il Ministro Renato Brunetta e il neo sindaco di Ravello Paolo Vuilleumier alla presenza del direttore di Villa Rufolo Secondo Amalfitano, abbiamo visto se il sito istituzionale del Comune di Ravello funzionasse meglio. Ebbene no. Il sito è sempre lo stesso grossolano e confuso. Sulla Home Page in evidenza bandi scadutissimi del 2010 (dove dovrebbero andare le novità) di link ad eventi e programmi neanche l’ombra.. va bene allora andiamo all’albo pretorio online.. Qui peggio che andar di notte sono mischiati insieme pubblicazioni di matrimonio (a proposito auguri a Zappia e Carrano che convoleranno a nozze, due persone che stimiamo moltissimo, ndr) con delibere di giunta, ma neanche l’ombra delle determine che pur sono atti e che altri comuni (come la dirimpettaia Scala o Amalfi, ma anche Positano e Praiano sono piu ordinati)  hanno pubblicato integralmente  . Quindi uno dei peggiori (obiettivamente) della costiera amalfitana.. questo vuole essere non solo una critica ma uno sprone per la nuova amministrazione inoltre la pubblicazione di tutti gli atti anche integrali ed in ordine  e chiari (vedi Scala per esempio  o la stessa Amalfi) è importante. Ciò non solo è un diritto per il cittadino che vuole trasparenza ma anche un obbligo di legge….

Dal 1° gennaio di quest’anno l’effetto di pubblicità legale degli atti amministrativi comunali scaturisce dalla pubblicazione in rete e non più dall’affissione all’albo pretorio cartaceo: è quanto prevede il novellato articolo 32 della legge 69/2009, che inizialmente aveva fissato come decorrenza il 1° gennaio 2010, termine poi slittato di 6 mesi (quindi al 1° luglio 2010), e infine di altri 6, in forza del cosiddetto decreto “Milleproroghe” (L. 25/2010). Tale duplice dilazione è stata disposta in considerazione delle difficoltà tecniche incontrate da molte amministrazioni nell’ottemperare alle nuove disposizioni di legge. 
 
Da quest’anno, dunque, gli enti pubblici sono obbligati a dotarsi di un albo pretorio online, con tutti i problemi tecnico-organizzativi che ciò comporta: acquisizione di una piattaforma informatica adeguata, gestione efficiente dei flussi documentali, adozione di un apposito regolamento, formazione del personale, individuazione delle responsabilità, tutela della riservatezza dei dati personali, e così via. Un anno in più di tempo rispetto alla scadenza originaria dovrebbe essere stato sufficiente a consentire alle PA di equipaggiarsi e trovare soluzioni appropriate. 

La pubblicazione cartacea sull’albo pretorio tradizionale, dunque, ha cessato di produrre effetti legali, garantiti, ora, dalla sola pubblicazione online. Deliberazioni di Giunta e di Consiglio, bandi di concorso, varianti al piano regolatore generale, permessi di costruire e altri provvedimenti amministrativi vedono dunque la propria efficacia giuridica – compresa la decorrenza dei termini per eventuali impugnazioni – condizionata dalla pubblicazione sul sito (con l’eccezione degli avvisi di gare d’appalto, per i quali la pubblicazione sul web con effetti legali è prevista a partire dall’1 gennaio 2013). Rimane comunque ferma la possibilità di effettuare la pubblicità anche sui quotidiani in via integrativa, a scopo di maggiore diffusione. 

Si tratta di un’innovazione importante, non solo sul piano della modernizzazione e dell’efficienza dell’azione amministrativa, ma anche sotto il profilo della trasparenza, poiché, garantendo ai cittadini un più facile e rapido accesso agli atti, si consente loro di esercitare un più stretto controllo democratico sull’operato dell’amministrazione.
 
La strada da compiere, tuttavia, è ancora lunga, perché una piena attuazione della nuova normativa è ben lontana: basta navigare un po’ fra i siti pubblici, infatti, per rendersi conto che molte amministrazioni non hanno ancora adempiuto alle nuove regole, o l’hanno fatto solo parzialmente

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