BERLUSCONI CAOS IN PIAZZA -FOTO/VIDEO

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    ROMA – Dopo la fiducia incassata ieri alla Camera sul decreto sviluppo (seppur mutilato all’ultimo momento di parecchi emendamenti) e la verifica, sempre ieri, al Senato, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è recato questa mattina a Montecitorio per il dibattito sulla verifica di governo, leggendo quasi per intero lo stesso discorso di ieri letto a Palazzo Madama.

    Qualche variazione qua e là, come quella sul successo numerico nel voto di fiducia sul dl sviluppo, ma soprattutto il sostegno a Tremonti sulla politica del rigore. «Non abbiamo seguito le sirene di chi chiedeva interventi in deficit», dice il premier in piena sintonia con il ministro dell’Economia: «Sarebbe stato da irresponsabili aumentare la spesa pubblica. Se l’Italia ha trovato sempre sottoscrittori del proprio debito lo si deve proprio alla politica del governo». «Il voto di fiducia di ieri ha dato un’indicazione molto positiva – ha aggiunto il premier – La maggioranza di centrodestra per la prima volta ha raggiunto la soglia di 317 voti, cioè ha superato la soglia della maggioranza assoluta. Questo significa che la maggioranza è forte e coesa, l’unica in grado di garantire la governabilità del paese».

    Qualche sforbiciata nella parte del discorso dedicata al suo futuro da presidente del consiglio, forse dettata dalla scaramanzia. Il premier ripete che non vuole fare il premier «a vita», ma taglia il passaggio in cui assicurava: «Non sto dicendo ‘dopo di me il diluvio’, so bene che i cimiteri sono pieni di persone che si ritenevano irresponsabili». Come al Senato, Berlusconi proclama, coram populo, «i sentimenti di amicizia e di stima verso Umberto Bossi». Essendo Bossi seduto al suo lato, il premier rafforza la dichiarazione di amicizia chinandosi verso il leader della Lega e stringendogli, scena che spinge i deputati del centrosinistra a gridare in coro: «Bacio, bacio!».

    Pensando ai democristiani di Giovanardi e Rotondi che gli avevano chiesto un segnale minacciando di uscire dal governo, il premier ha promesso che la riforma fiscale verrà incontro alle esigenze delle famiglie numerose. E , nella speranza di trovare una disponibilità dell’Udc a sostenere la maggioranza, dice che il concorso dell’opposizione moderata alla discussione dei provvedimenti del governo sarebbe «utilissima». Mentre Berlusconi parla, fuori dalla camera i precari dei Cobas si scontrano con la polizia, ma in aula lo scoppio dei petardi non si sente. Quando chiude il suo discorso, tutti i deputati del pdl sono in piedi ad applaudirlo. Bossi, però, non è ancora del tutto convinto: «Bello a parole, aspettiamo i fatti», dice in transatlantico, mentre poco più in là il segretario dell’Udc gela le speranze di un accordo: «Se c’è un persona che ha zero credibililtà nel rivolgere un appello ai moderati, quella è Berlusconi».

    BOSSI: ASPETTIAMO I FATTI «Bello a parole, aspettiamo i fatti». Così il leader della Lega, Umberto Bossi, ha commentato con i cronisti il discorso del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, alla Camera. Il leader del Carroccio ha anche risposto ai cronisti che gli hanno chiesto chi sarà il nuovo capogruppo della Lega alla Camera, dopo la dipartita di Reguzzoni, sul quale è scoppiato un caso. «Non lo so, lo voteranno», ha detto il Senatùr.

    SCONTRI FUORI MONTECITORIO Libri, petardi e ortaggi lanciati verso palazzo Montecitorio durante la manifestazione dei precari dei Cobas di scuola e università e agenti che cercano di respingere i manifestanti. Sono i momenti di tensione che hanno preceduto i tafferugli avvenuti davanti al Parlamento questa mattina durante l’intervento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alla Camera. Tra i fischi assordanti e gli slogan, il sit-in dei precari della pubblica amministrazione e della scuola si è ‘accesò improvvisamente con il lancio di oggetti verso il Palazzo, presidiato dalla polizia. Fumogeni, petardi, uova e ortaggi sono finiti soprattutto contro gli agenti in assetto antisommossa, che hanno creato un cordone a una trentina di metri dall’ingresso della Camera. Le forze dell’ordine hanno fronteggiato i manifestanti, che urlavano contro il governo ‘dimissioni, dimissionì, spingendoli alcuni metri indietro. Nei momenti di nervosismo, ripresi anche da telecamere e telefonini, un manifestante è stato strattonato e colpito da un agente in borghese, cadendo sull’asfalto. Dopo qualche spintone è tornata man mano la calma in piazza Montecitorio e i precari, diverse decine, si sono allontanati in corteo per poi tornare, dopo averlo concordato con la polizia, davanti al Parlamento. In piazza bandiere dei Cobas e tende da campeggio. Il bersaglio degli slogan dei manifestanti sono stati il premier Berlusconi e il ministro Brunetta. «I precari non ci stanno più a fare i comprimari, le vittime sacrificali destinate a pagare i costi della crisi. D’ora in poi saranno protagonisti e vorranno delle risposte concrete ad un problema, quello della precarietà, che nessun governo può pensare di eludere senza costi sociali altissimi», hanno detto gli esponenti dei sindacati di base, lanciando uno sciopero dei precari in programma per i primi giorni di luglio. Per i manifestanti «gli strali non sono rivolti solo al governo ma anche nei confronti di sindacati e partiti che, pur solidarizzando con i precari, sostengono una sorta di ‘flessibilità buona».

    BERSANI: DISCORSO SCHIZOFRENICO Il governo deve scegliere: «o le cose vanno bene o vanno male. Non può fare un discorso in cui sostiene che ci sono successi, che siamo a posto e poi appellarsi all’opposizione». Lo dice il segretario del Pd, Pierluigi Bersani al termine del discorso del premier alla Camera che parla di un atteggiamento «schizofrenico». «L’Italia è piena di problemi, solo il premier non se ne accorge» dice Bersani secondo il quale «da Berlusconi abbiamo ascoltato un discorso come se fosse il primo giorno di scuola. Ma noi – aggiunge poi – non ci beviamo le favole, non ci ingoiamo questa minestra». «Abbiamo ascoltato tante chiacchiere. Berlusconi sembrava al primo giorno di scuola, tanti buoni propositi, come quelli che si fanno in quell’occasione» dice Bersani, commentando l’informativa del premier alla Camera. «L’Italia è piena di problemi, è solo Berlusconi che non se ne accorge. Abbiamo sentito un discorso come se fosse il primo giorno di scuola, tanti begli impegni. E niente va male, se non – aggiunge – per dire che non si può mettere in crisi il governo perchè ci sono i mercati. Poi, per tutto il resto, va tutto bene, stiamo meglio di altri. Non ho capito: il problema – ripete Bersani – c’e o non c’è? Se il problema deve esserci quando il governo deve stare in piedi e poi non c’è più quando deve incensarsi, allora siamo alla schizofrenia pura».

    “BERLUSCONI-BOSSI-SCILIPOTI E’ RIBALTONE” «Questa maggioranza Berlusconi, Bossi, Scilipoti non è quella che ha preso il premio con le elezioni: è un ribaltone». Lo dice il segretario del Pd, Pierluigi Bersani commentando il discorso del premier alla Camera. «Questo – ha aggiunto – è un business a tre». «Il quadretto, per adesso, è Berlusconi-Bossi- Scilipoti: siamo in presenza di un nuovo governo, una nuova maggioranza, un ribaltone. Questa non è la maggioranza che ha preso i premio di maggioranza. Adesso il business è a tre e non è più determinante Bossi, è determinate Scilipoti» dice il leader del Pd che, alla domanda se presenteranno una mozione di sfiducia spiega: «Il punto non è questo. Ormai siamo al 40/esimo voto di fiducia: è chiaro che questo governo ha raccattato un pò di numeri in Parlamento e pensa con questi di difendersi dalla realtà. Ma la realtà è quella che è fuori» osserva. Anche per quanto riguarda l’appello alle opposizioni «il governo ci deve dire se siamo a posto o no. Nel primo caso non c’è problema di dialogo con le opposizioni. Se poi il giro di frase diventa:’ci vuole la stabilita del governo perchè c’è un problema e ci vuole che l’opposizione abbia un occhio di riguardò allora io rispondo: mica siamo bambini». «Lui- conclude Bersani – faccia il suo mestiere e parli al suo Paese con sincerità così come faremmo noi. Noi non siamo irresponsabili: i mercati lo sanno, l’Europa lo sa. Non siamo irresponsabili – ripete – ma non ci berremo favole, nè ingoieremo tutte le minestre che ci stanno preparando

    Fonte:leggo

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