Le maschere di Amalfi, di Giorgio Correnti‏

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    La maschera non copre un volto ma un passato, offre una neutralità che attrae e intimorisce, ci consente di vedere in essa i nostri desideri poiché meno che il volto ci infastidisce di una persona il suo passato, la sua personalità, le sue parole. La maschera è un inganno che ci imponiamo consapevoli di non poter dar spazio alle nostre pulsioni irrealizzabili, per opportunità o necessità. Che cosa sono i candidati sindaco di Amalfi se non maschere di gruppi di potere che sono altri e altrove? Il dottor Alfonso Del Pizzo è un uomo cauto.

    Non ha mai preso decisioni avventate nella sua vita e quando qualche idea un minimo impegnativa ha sfiorato la sua testa boccoluta la moglie era lì ad aspettarlo a casa per dissuaderlo. Per molte tornate elettorali ha manifestato l’intenzione di candidarsi senza mai farlo, e se finalmente si è deciso è perché sa di poter vincere facile. Dalla sua ha una certa bonomia, e oltre un migliaio di assistiti che cura con attenzione. Continuerà a curarli con attenzione da sindaco di Amalfi?

    Ma certamente, su questo vi sono pochi dubbi, tanto a gestire in concreto il comune vi saranno Giovanni Camera, Matteo Bottone, Franco Laudano, Aldo Bruscaglin, i quali si son già suddivisi la torta delle deleghe. Chi ha usato e svuotato di senso il Progetto Amalfi del 1997 potrà dire di aver vinto di nuovo. Con questi portatori di voti anche la moglie del dottor Del Pizzo si è tranquillizzata. Ha capito che al marito chiedevano solo di usare la sua faccia da bravo ragazzo invecchiato senza conflitti e senza sensi di colpa.

    Ma se il nuovo sindaco subirà critiche immeritate, attacchi a tradimento e denunce amministrative, i Camera, i Bottone, i Laudano, i Bruscaglin saranno pronti a condividerne i gravami o avranno trovato un altro capro espiatorio per giustificare i loro fallimenti? “Amalfi verso il futuro” è una lista che guarda invece agli ultimi dieci anni di vita amministrativa del paese e ruota attorno alla volontà di rivalsa dell’ex sindaco Antonio De Luca. Nel suo narcisismo il candidato sindaco Giovanni Torre sarà ben lieto di essere la maschera dell’ex sindaco e del presidente della provincia Edmondo Cirielli, dal quale ricava di che vivere.

    Ecco Edmondo Cirielli, forse un gigante della politica rispetto alla sua nemica Mara Carfagna ma sempre l’unico deputato al mondo che verrà ricordato per aver disconosciuto una legge da lui stesso presentata, la ex Cirielli appunto, che ha salvato da 6 anni di galera Cesare Previti e ha fatto condannare a 3 anni di detenzione un napoletano recidivo che aveva rubato un pacco di biscotti da 1,29 euro. La cosa farebbe ridere se non fosse tragica mentre fa davvero sorridere aver letto di un De Luca che all’indomani del suo passaggio al Pdl piagnucola di aver avuto a che fare con i “gerarchetti” del Pd: povera stella, in dieci anni di potere autocratico chissà quante angherie avrà subìto. Non si maltratta un animo delicato come quello di De Luca: cattivoni!

    Ma basta. La novità c’è ed è Giovanni Torre, punto! Solo che egli appare come un quegli esseri viventi (quali crostacei e artropodi) dotati di un esoscheletro, ovvero non di uno scheletro interno ma di uno esterno. Torre ha un carapace di conoscenze nel Pdl che lo sostiene dall’esterno e che viene esaltato da suoi fan. Tuttavia non è dato sapere cosa ci sia all’interno. Antonietta Amatruda è stata una sorpresa. Forse lei stessa è stata sorpresa.

    Ma la sua candidatura nasce dal rifiuto di Andrea Amendola e altri esponenti del Pdl amalfitano di accettare la candidatura a sindaco di Giovanni Torre: un’idea brillante ma sempre un ripiego. È una lista di dissidenti (quasi un clan) rispetto a come sono stati gestiti i giochi da Cirielli e da De Luca ma non può aspirare che a portare 1 o 2 consiglieri in comune. Andrea Amendola può essere una risorsa e una remora in una lista. Però almeno risparmiateci gli appelli delle altre 3 liste per un voto contro lo spauracchio “Barbone”, il quale non amministra da 20 anni la cosa pubblica ad Amalfi: lui sarà anche il trapassato ma il passato prossimo e remoto del paese straborda ben distribuito nelle liste di Del Pizzo e Torre. La lista di Franzese è un mistero o forse no. Perché il cognato del sindaco De Luca scende in campo in una lista avversa?

    Ci si augura di non ritrovarsi come nel 2006, quando la raffazzonata lista di Andrea Cretella si esibì in un tragicomico comizio finale in piazza sulle note di “Attenti al lupo” pregando i suoi elettori di non votare per loro lista ma di votare per De Luca. Ma in questo gioco di rimandi e nascondimenti chi dovrebbe essere autentico?

    Forse i giovani, ma sotto varie sigle hanno preferito aggregarsi alle liste dominanti senza pretendere che uno solo dei vecchi figuri si facesse da parte. Provano a essere realisti rinunciando all’utopia, guadagneranno qualche posto in consiglio comunale, forse qualche consulenza, il prezzo che pagano senza patemi per poter parlare a vuoto di rinnovamento e non aver detto e scritto una sola parola contro gli interessi che rappresenta la vecchia guardia ben distribuita nelle varie liste.

    Giovani conformisti, i quali pensano che basta chiedere il wi-fi gratuito (che fa figo) per essere moderni e riempirsi la bocca di partecipazione quando i partner di coalizione non credono di dover dialogare con i concittadini un minuto dopo essere stati eletti. Come finirà già lo si sa, cosa accadrà dopo anche (il nulla). Ma questo poco importa. La celebrità del marchio Amalfi continuerà a garantire ottimi introiti turistici con sforzi limitati, ed è quanto conta davvero. Non le brioches di Marie Antoinette ma le pizzette e i cappuccini venduti esosamente ai turisti salveranno la tranquillità di un paese raggomitolato in se stesso.

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