Un rogo incendia parte della facciata del palazzo della Curia, dove abita Sepe

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Annerito il palazzo del vescovato. Cassonetti bruciati, restano le ruote ma si continua a gettare sacchetti

NAPOLI – Sembra un’installazione di arte contemporanea, ma è una tragedia urbana (e umana). Nessuna resurrezione per la Pasqua dei rifiuti che continuano ad accumularsi nella strade del centro di Napoli (con buona pace dell’operazione Pasqua pulita).
Con la primavera sono risbocciati i roghi notturni. Uno molto violento, nelle notte scorsa, ha bruciato anche una parte della facciata del palazzo dove abita il cardinale Crescenzio Sepe. Precisamente l’angolo dello storico edificio di Donneregina a crocicchio con Sedil Capuano ora divorato dal nero di fumo tossico.

I CASSONETTI FANTASMA – Dei cassonetti che fino a 48 ore fa raccoglievano la spazzatura di quell’antichissima via sono rimaste solo le ruote e la traccia della plastica bruciata. Che fare? Aspettare che l’azienda preposta li sostituisca? E la spazzatura quotidiana? Nell’impossibilità di una soluzione praticabile, i cittadini del centro storico hanno agito per automatismo e hanno depositato i sacchetti nei cassonetti fantasma. Un gesto abitudinario e ovvio che però assume toni metafisici. Come accade quando un arto amputato continua a far male, così un cassonetto bruciato continua a raccogliere. Se il gesto però è surreale e lo schema è patologico, l’unica cosa tragicamente vera è la «monnezza». E in questa «passione» si aspetta, ancora una volta, l’esercito.

Natascia Festa Il Corriere del Mezzogiorno

proposto da Michele Pappacoda

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