MIGRANTI, FRANCIA RESPINGE UN GRUPPO DI NORDAFRICANI

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    ROMA – La Francia ha respinto i primi nordafricani muniti di permesso di soggiorno temporaneo e di titolo di viaggio, ma privi dei requisiti economici minimi previsti. I magrebini sono stati infatti respinti perchè non erano in possesso della quota di denaro fissata a garanzia di un «sostentamento decoroso». All’Ansa cinque tunisini, appena riammessi dalla Polizia di frontiera di Ventimiglia, hanno raccontato di essere parte di un gruppo di trenta, e di essere stati tutti fermati dalla gendarmerie martedì alla stazione di Nizza, poco dopo essere scesi dal treno. I nordafricani hanno spiegato di non aver superato il requisito economico, poichè tra tutti e cinque avevano in tasca solo 20 euro. Per questo motivo sono stati respinti in Italia. Il requisito economico previsto dalla Francia è infatti di 62 euro nel caso in cui l’immigrato non abbia un alloggio. Di 31 euro se possono dimostrare di avere un punto di appoggio.

    150 MIGRANTI DA ROMA A VENTIMIGLIA Sono circa 150 i migranti partiti nel corso della giornata di oggi dalla stazione di Roma Termini, diretti a Ventimiglia, Milano o in altre città del nord. Lo rende noto la Protezione Civile sottolineando che il Dipartimento ha seguito da vicino la vicenda dei tunisini fermi alla stazione assieme al personale del comune di Roma, garantendo supporto a coloro che hanno ricevuto il permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari. Nelle prossime ore il Dipartimento della Protezione Civile continuerà ad assicurare tutti gli interventi necessari all’applicazione del Piano nazionale per l’accoglienza dei migranti

    LAMPEDUSA TORNA A NORMALITA’ Una prova del nove è stata superata. Il maxi recupero di ieri, con l’arrivo di 760 profughi provenienti dalla Libia, non ha creato alcun problema alla vocazione vacanziera dell’isola. Lampedusa si è svuotata velocemente senza che l’isola se ne accorgesse. Gli immigrati giunti nel pomeriggio, infatti, sono stati subito trasferiti con la nave «Flaminia», che era già in rada, insieme ad altri 230 extracomunitari ospiti del Centro di prima accoglienza. Lo sottolinea in una nota l’amministrazione comunale di Lampedusa manifestando «la propria soddisfazione per l’andamento delle operazioni relative ai recuperi», anche se «ritiene opportuno che i migranti vengano imbarcati direttamente sulle navi in rada senza farli passare dall’isola, così come promesso dal premier Berlusconi». L’assessore al turismo Pietro Busetta esprime soddisfazione anche per la decisione dei governatori delle Regioni sullo schema di decreto legislativo che consente di utilizzare i buoni vacanza nell’isola di Lampedusa anche nei mesi di luglio e agosto. «Gli sbarchi sono finiti – conclude Busetta – adesso il turismo deve ripartire. Per questo invito i maggiori settimanali italiani e media in generale ad accertare e comunicare il ritorno dell’arcipelago delle Pelagie alla normalità».

    CAGLIARI, 16 TUNISINI VOGLIONO RESTARE Stregati dall’accoglienza di Cagliari: un piccolo gruppo dei 700 tunisini sbarcati due settimane fa al Porto Canale potrebbe ricominciare la propria vita, dopo la fuga dal Nord Africa, proprio dal capoluogo sardo. Quattro invece dovrebbero tornare in patria, per motivi familiari. «Sono 16 gli ospiti che per il momento hanno deciso di non partire – ha detto l’assessore provinciale delle Politiche sociali Angela Quaquero al termine della visita nel deposito dell’Aeronautica di viale Elmas diventato temporaneo centro di accoglienza dei migranti – alcuni ci hanno detto di essere rimasti favorevolmente colpiti dalla città. Se dovessero decidere di rimanere, la Provincia è pronta a mettere a disposizione i suoi servizi. I nostri mediatori sono già attivi dal momento dell’arrivo in città dei migranti». Insieme a Quaquero questa mattina c’erano l’assessore delle Politiche giovanili Marta Ecca e la commissione provinciale Politiche sociali. «Una struttura di accoglienza temporanea – ha detto Quaquero tracciando un bilancio della visita – rispettosa delle esigenze personali degli ospiti. Merito anche del lavoro di chi si sta occupando di loro. E delle forze dell’ ordine che alimentano un clima di serenità all’interno del centro». Sono circa 350 i migranti ancora ospiti in viale Elmas. «Sono quasi tutti dei ragazzi – ha spiegato Ecca – li abbiamo trovati sereni e sorridenti: sembrano molto fiduciosi». Al sopralluogo c’era anche il presidente della Commissione Politiche sociali Emanuele Armeni: «Siamo molto attenti a questa situazione – ha detto – e bisogna dire che in Commissione c’è stata subito la massima coesione: tutti insieme, maggioranza e opposizione».

    S.EGIDIO CONTRO ALEMANNO: “SCELTE DISUMANE” È una Roma che sta per esplodere sotto la pressione del crescente numero dei senza fissa dimora: 22.000 persone a fronte di una capacità di accoglienza della metà. Il sindaco Alemanno risponde alle critiche della Comunità di Sant’Egidio che oggi lo ha attaccato sui provvedimenti presi nei confronti di Rom, tunisini e nord africani in genere. Non piace alla Comunità di Sant’Egidio che allontanamenti e sgomberi siano stati fatti nel «cuore della settimana Santa che precede la Pasqua, alla vigilia della beatificazione di Giovanni Paolo II. Non si intravede una ‘politicà e di certo una politica di accoglienza e umanità – affonda la nota – all’ altezza del ruolo di Roma e delle sue responsabilità nazionali e internazionali», un «segnale grave, di assenza di idee, di incapacità di visione, di errato messaggio inviato alla cittadinanza, che incoraggia chiusura e durezza immotivate». Le richieste al sindaco da parte della Comunità sono state chiare: interrompere gli sgomberi di rom senza un’alternativa; gestire la situazione degli immigrati nordafricani, tenendo conto del contesto nazionale ed internazionale e che si tratta di profughi con regolare permesso di soggiorno, e di dotare la città di Roma (e il contesto metropolitano e regionale) di Centri transitori di accoglienza. Per il sindaco Alemanno queste valutazioni sono «lontane dalla realtà». E sgrana i numeri di una situazione allarmante: «i richiedenti asilo e i rifugiati politici a Roma, già prima dell’emergenza nord africana, erano più di 8.000 a fronte di una capacità di accoglienza massima di 1.600 posti.

    Il numero di nomadi, oltre ai 3.400 abitanti all’interno dei campi autorizzati, assomma anche 1.600 abitanti in campi tollerati e 2.500 (insieme con immigrati comunitari) in campi abusivi». Il sindaco parla anche del Piano Nomadi che «prevede un allargamento dell’accoglienza a 6.000 persone in campi autorizzati». Inoltre, spiega che questa linea è «condivisa con la Prefettura di Roma e oggetto di un continuo confronto con molte organizzazioni del terzo settore e cattoliche». Non nomina Sant’Egidio la governatrice del Lazio Renata Polverini, che manda indirettamente un messaggio al sindaco: «Se cominciamo a entrare nell’ordine delle idee che queste persone, ricevuto il permesso sono liberi cittadini ai quali noi dobbiamo solo garantire un’assistenza e finchè non lavorano, se lo vogliono, anche la possibilità di mangiare e dormire, allora diventa tutto più semplice. Noi ci stiamo attrezzando in questo modo, quelli che poi vogliono andare via, troveremo il modo per aiutarli, come già fatto stanotte. Forse anche dal punto di vista comunicativo – ha concluso – bisogna abbassare un pò i toni, e mettersi a lavorare». Compatto il Pdl a difesa del sindaco: «Roma non può fare di più», chiosa l’assessore alle Politiche sociali Sveva Belviso«; le fa eco il vice coordinatore del Pdl Lazio Alfredo Pallone secondo il quale »è stata la cultura del veltronismo ad aver aperto le porte a flussi continui e indiscriminati di profughi e rom«. Dal centrosinistra dure le critiche ad Alemanno: »Nella sua strategia da ‘sceriffò fallito non trova di meglio che prendersela addirittura con la Comunità di S.Egidio – spiega il segretario del Pd Roma Marco Miccoli. Intanto, l’emergenza non sembra rientrare e a questa si aggiungono altri problemi. A piazzale Ostiense è tornata la tendopoli degli afgani, come segnala il Pd Roma. Il segretario Miccoli sarà lì per incontrare i profughi e chiedere risposte puntuali sulle inadempienze del Comune nell’accoglienza dei migranti, e chiarimenti sulla gestione dei fondi.

    Fonte:leggo                       scelto da michele de lucia

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