Lettera ad un caro nipote. INSIEME

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    Lettera ad un caro nipote.                                           

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    Suona il telefono: Vedo il tuo numero, sono rincuorato, sei tu, Nonno!  Mi chiedi come sto; meno male, avevo tremato per te! ma sento la tua voce allegra che mi tranquillizza. A volte mi dici anche: Nonno, devi farmi un favore, leggo nella tua voce, so che mi ritieni  la persona sicura; quella che ti capisce, forse un po’ la tua ancora!  Il modo di sentirmi nel tuo affetto,  per me è sollievo nella triste solitudine tra la folla che mi circonda. Folla che ha fatto cadere tutto e più di tutto, ciò che avevo costruito con grandi sacrifici e responsabilità.

    I nipoti sono sempre estremamente meravigliati nello scoprire che il nonno sa tante cose utili e può risolvere  (quasi sempre) tanti problemini dei nipoti.

    E’ straordinario constatare quali e quanti nuovi interessi i nonni sviluppano in tarda età. E in cambio i nipoti acquisiscono tante nuove informazioni su come si svolgeva la vita tempo addietro, gli usi, i lavori, i comportamenti, il valore dei sentimenti, i sacrifici, la guerra e quei suggerimenti ( che magari gli rompono anche i corbelli ), basati sulle loro conoscenze ed esperienze, ma principalmente sull’affetto che i nonni nutrono verso i nipoti che meritano. I nonni, si identificano in loro, perché sperano che rappresentino la continuazione della loro vita.

    Il più grande piacere che un nonno possa provare, è quando un nipote gli domanda: Questo libro è interessante, me lo presti? O questa camicia mi piace, me la presti? Nonno hai un gilet di quelli che si usavano prima? Il nonno di certo l’avrà!  me  lo presti?  Oppure, “me lo fai provare?” O posso prendere questa cosa tua? O posso tenere questa cosa per un po’?

    Condividere con te quanto mi appartiene è una gioia.

    Le nostre vite si uniscono nel dare e  nel prendere consigli, nei sorrisi e anche quando ci incavoliamo.

    Non dimenticare mai,  neppure per un istante, quanto ti voglio bene. Porta addosso il mio affetto e fa che non sia un “fardello”. Fai che sia una trapunta nei giorni freddi e una piacevole brezza nelle giornate di sole.

    Nel “porco mondo” che ci circonda, siamo creature così piccole tu ed io, eppure racchiudiamo un mistero: siamo capaci di voler bene. Nella frazione di tempo in cui esistiamo, continuiamo a volerci bene reciprocamente; e quell’affetto, mio caro, non andrà mai perduto. Arriverà alla fine di tutto ciò che esiste.

    Attraverso te, ricordo com’erano quegli anni miei ormai perduti di quando avevo le ali, e faccio mie le tue risate e le esperienze sane e tipiche della tua giovane età. Non faccio mie, quelle di cui ti parlo spesso, con quelle raccomandazioni per la tua incolumità e salute ma che dici ti rompono i corbelli.

    I nonni ci sono anche per questo, per rompere i corbelli ai nipoti con i loro consigli, che, nonostante come te, abbiano superata la soglia dei 18 anni, corrono ancora  i pericoli che albergano nell’attuale società.

    So,  grazie a te,  che per quanto il mondo sembri buio, pieno di dolore e sconfitte, vivere è il più grande privilegio. Respirare l’aria, amare il sole. Magari camminare insieme a te.

    Tu sei mio amico, lo sei sempre stato, fin dal momento in cui mi hai afferrato il dito quando eri “nuovo di fabbrica”. Dal  momento in cui hai imparato a sorridere.

    Ne abbiamo passate tante insieme, dolori per l’allontanamento quando eri ancora piccolo, di quel grande affetto che  ti era dovuto, compleanni, giornate  o serate estive e invernali davanti ai computer. A volte anche senza parlare, ci siamo capiti nel dolore  della mancanza di nostri affetti. Tu di quello che ti spettava di diritto, io degli affetti  dalla famiglia che mi ero illuso di aver creata.

    Caro nipote, la vecchiaia arriva come una sorpresa, improvvisamente, te ne rendi conto quando ti offrono il posto nell’autobus. Anche io, come tutti i nonni,  sono invecchiato,  ma tu mi hai fatto capire che devo smettere di pensarlo ed io ce la sto mettendo tutta. Sono contento quando qualche volta mi illudo che tu mi veda come un tuo coetaneo; ma è solo una momentanea illusione.

    Nel “zozzo mondo” che ci circonda, dove la massa vive secondo le voci di fuori e lontana dalle voci di dentro, che sono le voci della coscienza, spero che tu sia  sempre leale  con me, come io lo sono con te; senza bugie, senza sotterfugi, senza meschinità, senza falsità alcuna. Il giorno che mi accorgessi che tu non sei con me, come io sono con te,  sarebbe    per me un grande dispiacere che farebbe cadere le ultime speranze della mia esistenza! Sia ben inteso, tu non sei obbligato a volermi bene, non mi devi nulla, devi darmi solo ciò che, senti dentro di te, analizzando il tuo animo.

    Molti smetteranno, se non hanno già smesso di volermi bene;  (se mai me ne hanno voluto),  ma penso che per te non è  e non sarà così, a giudicare da quando volontariamente o involontariamente, mi trascini virtualmente e fiduciosamente nelle avventure della tua età. 

    I nonni esistono anche per ascoltare e mantenere i segreti e per offrire consigli che puoi a tuo piacimento, accettare o ignorare. Senza il minimo obbligo.

    Se sei depresso o infuriato fa un salto da me. Possiamo essere depressi o infuriati insieme,  parlarne. O anche soltanto bere un succo di frutta insieme.

     Non permettere mai che la delusione o il risentimento o la tristezza ti rodano il cuore, convinto che nessuno ti capisca!

    Nonni e nipoti hanno uno speciale cantuccio tutto per loro, dove condividono il parlare, il confidarsi ed i piccoli  segreti che sono sempre esistiti tra nonni e nipoti che si vogliono bene reciprocamente.  Se ti servirà un rifugio, qui ce n’è uno apposta per te!

    Inserita da Alberto Del Grosso

                                       

     

     

     

     

     

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