CRAC ALVI Di nuovo ai domiciliari l´amministratore della "Parmalat salernitana"

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Sesta ordinanza di custodia cautelare a carico di Angelo Villani amministratore del gruppo Alvi Spa –  holding con 64 supermercati dislocati nel centro sud – ed ex presidente della provincia di Salerno. Con le accuse di bancarotta fraudolenta sono agli arresti domiciliari anche Elisa e Angelo Villani, Bartolomeo Pagano, Antonio Della Monica, Vittorio Aliberti e Sergio Gaudino.

SALERNO. Ancora guai per l’ex presidente della Provincia di Salerno, Angelo Villani, raggiunto questa mattina assieme ad altre undici persone, da una nuova ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per il crack dei supermercati Alvi. Su disposizione del Gip del tribunale di Salerno, i finanzieri del nucleo di polizia tributaria hanno eseguito i provvedimenti che hanno raggiunto i fratelli Angelo, Antonia, Giuseppe, Elisa, Giovannina ed Anna Villani, Salvatore Laudonio e Stefano Stile (cognati dell’ex presidente della Provincia di Salerno), Bartolomeo Pagano, Vittorio Aliberti, Sergio Gaudino e Antonio della Monica.

Secondo l’accusa i destinatari dei provvedimenti cautelari avrebbero commesso nell’amministrazione della capogruppo ‘ALVI S.p.A.’ e nella gestione delle altre società a questa direttamente riconducibili, più fatti di bancarotta fraudolenta, aggravata dalla rilevante entità del danno patrimoniale. Inoltre, Angelo Villani sarebbe anche responsabile del reato di peculato per aver fatto uso dell’auto di servizio, quando era presidente della Provincia di Salerno, per raggiungere la sede dell’ALVI di Fisciano e svolgere il ruolo di ‘amministratore di fatto’ della società.

Antonio Della Monica è invece ritenuto responsabile di aver fornito, in qualità di presidente del consiglio di amministrazione della CAVAMARKET S.p.a., un contributo importante alla realizzazione del piano criminoso. Secondo le indagini svolte dalle fiamme gialle Della Monica avrebbe avuto un ruolo decisivo nel passaggio alla AL.PA. Srl della totalità dei punti vendita (64 supermercati dislocati nell’Italia centro-meridionale dal Lazio alla Calabria) gestiti fino ai mesi di ottobre-novembre 2009 dalle società appartenenti al Gruppo ALVI.

La bancarotta fraudolenta si sarebbe concretizzata con la dissimulazione dei beni sociali, mediante una formale alterazione degli assetti aziendali, attuata con operazioni di cessione e locazione, a condizioni antieconomiche, a favore di un soggetto giuridico, la AL.PA S.r.l., dei 64 punti vendita riconducibili direttamente ed indirettamente alla società fallita.

Inoltre, sarebbero stati dissipati oltre 100 milioni di euro sotto forma di concessione di crediti senza alcuna forma di garanzia a favore delle collegate società collegate, di vendita di merci sottocosto, di pagamenti senza una plausibile giustificazione economica riconosciuti a favore di Angelo Villani e di altri soggetti privi di incarichi formali nella società, di sottoscrizione di prodotti finanziari connotati da elevato rischio, materiali, attrezzature ed impianti, e la distrazione dell’intero magazzino esistente presso le piattaforme logistiche di Fisciano e Ferrandina, nonchèla distrazione delle somme derivanti dagli incassi realizzati per contanti, nel periodo immediatamente precedente la declaratoria di fallimento, per un importo complessivo di circa 3 milioni di euro. Ed infine nell’effettuazione di pagamenti preferenziali.

fonte La Citta

proposto da Michele Pappacoda

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