COSTA D´AMALFI: PROGETTUALITA´ COMUNE PER COSTRUIRE IL FUTURO

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    Il mio ultimo articolo sul “sindaco unico in Costiera” ha fatto registrare un buon numero di lettori, anche se il tema era impegnativo e non proprio popolare. Vuol dire che, comunque, l’argomento suscita interesse anche e,forse, in periodo di campagna elettorale

    Di qui la necessità di un ulteriore approfondimento. E, per cominciare, vorrei ricordare a me stesso, ma anche ai dubbiosi e perplessi sulla proposta, che un articolo della Legge Finanziaria  “impone” ai Comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti l’obbligo di “accorparsi” sulla base della contiguità geografica e nella logica, quindi, della identità di storia, tradizioni e, soprattutto, economia, con l’obiettivo di fornire ai cittadini servizi più efficienti, un programma di sviluppo condiviso, realizzando, tra l’altro, una ottimizzazione delle risorse. Di qui a qualche mese le norme sul FEDERALISMO accentueranno ulteriormente questa direttiva ed i comuni dovranno rispettarla ed attuarla. Urge,quindi, attrezzarsi per non farsi trovare impreparati.

    Nella Costa d’Amalfi gli unici comuni che non rientrano nei parametri della legge sono Maiori ed Amalfi, che superano, anche se di poco, i 5.000 abitanti e che potrebbero,proprio per questo, costituire necessario punto di riferimento, uno a sud e l’altro al nord, delle altre comunità della Costa, sempre che non si voglia puntare ad un Comune Unico, come io e tanti altri auspichiamo, nella logica virtuosa dello sviluppo integrato.

    Ma, al di là della legge, mi piace sottolineare che lo impone la forza della storia e della economia.

     

    LA STORIA.

     Già intorno al Mille da Cetara a Positano, ed oltre, si sviluppò la Repubblica Marinara, che fu potente sui mari e diede vita ad un meticciato di culture e di civiltà nel Mediterraneo e stupì i visitatori per la prismaticità delle attività economiche e per il fasto della vita civile (chiese, palazzi, giardini, costumi sociali,ecc.) sulla terraferma. Poi il declino sul mare e la conseguente riconversione economica nella protoindustria (cartiere, ferriere, mulini e pastifici,ecc.) nelle insenature a penetrazione di colline e montagne con lo sfruttamento dei corsi d’acqua come energia motrice. Successivamente un ulteriore declino anche in queste attività economiche e conseguente nuova riconversione con investimenti nell’agrumicoltura, nella vitivinicoltura e nelle attività silvopastorali, fino alla esplosione del TURISMO, che prese le mosse dall’eco dei réportages dei viaggiatori del Grand Tour e dall’incantamento di artisti, che trasferirono emozioni sulle tele o nelle pagine di letteratura. Di qui prese l’avvio la frantumazione, nel corso dei secoli,dell’unità amministrativa della Repubblica e vennero fuori i comuni che velleità di piccolo potere di potentati di famiglie gentilizie,prima, e miopia di politici senza respiro di futuro, poi, hanno accentuato ed ulteriormente polverizzato, soffiando sul fuoco dell’orgoglio del municipalismo asfittico fino alla cristallizzazione attuale.

     

    L’ECONOMIA

    Il turismo che è stato, è e resta la struttura portante del territorio impone una visione  d’insieme dello sviluppo, che privilegi:a)ottimizzazione delle risorse;b)efficienza dei servizi;c) progetto unitario di promozione per essere competitivi sui mercati nazionali ed internazionali.

     Di qui la necessità, quindi, di una “governance”, come si dice oggi, unica, che trovi in un solo sindaco o, in via subordinata, in due, che gestiscano una o due entità amministrative, valorizzando al meglio le risorse e monetizzando le opportunità offerte dai mercati.

    E’ opportuno precisare che che la nuova o le nuove Entità Amministrative non cancellano nè storia, nè tradizioni, nè tipicità delle attuali comunità, che avranno, invece, ruolo e funzione di “municipalità”, alla stregua di quelle attuali nelle città, portando nelle nuove assemblee elettive voce, esigenze, bisogni e speranze dei loro cittadini. Lo prevede la legge, che si pone l’obiettivo di ridisegnare con visione moderna i territori.

    Il tema è interessante e non va preso sottogamba nè dagli amministratori nè dagli amministrati. Come scrivevo nel mio precedente articolo ISCHIA ha avvertito questo problema ed ha promosso ed ottenuto un REFERENDUM per la istituzione di un solo Comune per tutta l’isola. Si voterà il 5 e 6 giugno p.v. Perchè non seguire l’esempio anche da noi. La motivazione più forte che ha spinto gli Ischitani è stata la necessità improrogabile di parlare una sola voce nel settore della progettualità e della promozione del turismo. E’ una esigenza questa avvertita anche da noi, dove una progettualità d’insieme con conseguente gestione unitaria di promozione e gestione del Turismo, comporterebbe risultati più validi e concreti  con minore dispendio di risorse pubbliche e private, che, con il vento che tira, non è cosa di poco conto

    E’ una bella battaglia, necessaria, utile, entusiasmante, da fare e da vincere fin da subito. E sarebbe opportuno che  tutti i candidati sindaci delle prossime elezioni amministrative ne facessero tema di dibattito, a cominciare da Amalfi, per analizzare, con serietà e senso di responsabilità, la proposta, per non farsi trovare impreparati, quando di qui a poco diventerà legge dello Stato. Se mi è consentito un augurio, che è anche una speranza: VOLIAMO ALTO senza impantanarci nella polemica spicciola o nell’autopromozione sfacciata, che può soddisfare un momento di vanità personale, ma, alla lunga, diventa sterile ed improduttiva per i candidati che la praticano e, quel che è peggio, per lo sviluppo del territorio..

     

    Giuseppe Liuccio

    g.liuccio@alice.it

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