PAVIA, BOTTE AL NIDO -FOTO. MAESTRA TENTA IL SUICIDIO

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    PAVIA – Alessia, 3 anni, da qualche tempo maltrattava le sue bambole, le bimbe come le chiama lei. Le prendeva per i piedi poi le sbatteva con la testa sul pavimento. Filippo, 2 anni e mezzo, piangeva terrorizzato appena la mamma imboccava la strada dell’asilo. Poi varcato l’ingresso ammutoliva improvvisamente come paralizzato. Chiara, 1 anno e mezzo, a Natale non voleva fare la foto di gruppo. Aveva accettato solo quando le era stato concesso di stare molto lontano dalle sue maestre. A Casarile (in latino luogo dove si conserva il formaggio, 3760 abitanti), nelle campagne al confine tra le province di Milano e Pavia, davanti all’asilo ‘Primi Passì, i genitori arrivano un pò per volta. Si fermano a pochi metri dalle vetrine, coperte da una carta azzurra con i disegni di orsetti che volano. Hanno bisogno di parlare, di confrontarsi tra di loro, di dare finalmente voce a qualcosa che già li tormentava, ma respingevano come un dubbio fastidioso. La struttura, privata (retta 520 euro al mese più 90 per i pasti), aperta 4 anni fa per bimbi tra i 18 mesi e i 3 anni, è stata chiusa ieri sera e la direttrice Roberta Bonizzoni, 33 anni e la sua assistente, Elena P., 34, messe agli arresti domiciliari per maltrattamenti e sequestro di persona. La collaboratrice stamattina ha tentato il suicidio. Le sue condizioni fisiche non sono preoccupanti, ma è stata ricoverata nel reparto di psichiatria. Il sospetto, documentato, pare, da inequivocabili filmati, è che le due maltrattassero i bambini, una ventina, a loro affidati. Strattonamenti, colpi sulle mani, minacce. I bimbi ‘disobbedientì sarebbero stati chiusi in uno dei due locali da bagno. Chi si ribellava al sonnellino era costretto a stare seduto con la testa appoggiata al tavolino.

    LE MAMME: “MIA FIGLIA SI NASCONDEVA SOTTO I MOBILI” La denuncia sarebbe partita a gennaio da due genitori, ai quali una terza collaboratrice dell’asilo (licenziata o dimessasi, non è ancora chiaro, alla fine dello scorso anno) avrebbe raccontato alcune cose. I genitori, che già avevano notato segni di disagio nel figlio, si sono rivolti ai carabinieri. Nell’asilo, al piano terra di un residence, diviso dalla trafficata strada statale da un controviale, attaccato a un bar, sono state sistemate delle cimici e delle minitelecamare. Quello che gli inquirenti hanno ricavato è stato sufficiente per fare scattare gli arresti. «Voglio vedere quei filmati e al più presto – urla un papà davanti all’asilo – poi quelle due le scuoio io anche se al mio non hanno torto un capello». È arrivato davanti al nido con la moglie, più spaventata che infuriata. Sul sedile posteriore della Bmw, legato al suo seggiolino, c’è Filippo, che pur di non guardare dalla parte dell’asilo, si contorce come solo i bimbi riescono a fare. «Filippo mi diceva spesso ‘Elena è monella perchè mi picchià, ‘Elena mi dà le bottè – racconta l’uomo – ma come potevo prenderlo sul serio?. Poi una volta l’ho portato io all’asilo e, anche per tranquillizzarlo, ho detto ad Elena davanti a lui: ‘Elena perchè fai la monella e picchi Filippo?’. Pensavo che lei avrebbe risposto allo scherzo, invece ha reagito in modo strano, che non ho capito». Anche gli altri genitori ammettono di aver notato dei comportamenti insoliti nei figli. Ma ciascuno aveva pensato alle classiche crisi o capricci dei bambini che crescono e non vogliono andare all’asilo. «Mi ero accorta che mia figlia appena alzavo la voce andava a nascondersi sotto i mobili spaventata, una cosa che non aveva mai fatto prima – si sfoga angosciata la mamma di Giulia, 3 anni -. Pensavo che imitasse qualche amichetta, ora però ripensando anche ad altri atteggiamenti sono davvero preoccupata, forse è meglio se la porto da uno psicologo».

    fonte:leggo           scelto da michele de lucia

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