Molise. Riflessioni sulla produzione artistica di Antonio Cimino. foto

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    Articolo di Maurizio Vitiello – Considerazioni “ad marginem” sulla produzione di Antonio Cimino, incontrato in Molise.

     

     

    Antonio Cimino, l’abbiamo incontrato qualche volta in Molise, tra Cantalupo nel Sannio e Roccamandolfi, due quiete località della sana provincia isernina.

    Antonio Cimino è “a latere”, discreto e tranquillo, opera nel suo studio di Roccamandolfi, prepara le sue mostre e le partecipazioni a rassegne importanti e quando può è lieto di viaggiare.

    La sua vita è appartata, ma non è assolutamente fuori dal mondo o contro il mondo.

    La sua meditazione estetica è lunga e partecipata.

    Il “fil rouge” sotteso a incontrare dinamiche e sottrazioni segniche si registra e si motiva sul taglio prezioso in cui convergono trasparenze figurative e urgenze astratte.

    Segna e disegna Antonio Cimino e quasi il suo lavoro designa una scrittura.

    Parte da zero l’artista e richiama il meglio del colore, che impasta e mescola per ottenere i bianchi e i ramati.

    Gli additivi li filtra, sempre e comunque; insomma, li “educa” a essere modificati per incrociare il cromatismo giusto, da stendere, poi, su lino, bisso, canapa neutra o altro ancora.

    Atto finale: l’attenta distribuzione della vernice, mai industriale, che stende con pacata, trattenuta lentezza.

    La creazione per Antonio Cimino è un “work in progress” che innesta alla “voglia di esserci”, secondo un proprio codice inventivo calibrato, calibratissimo.

    La pienezza del dato elaborato e la sicurezza del testo aniconico confermano  una statura estetica di pregio.

    Antonio Cimino sostanzia una geografia umana e, soprattutto, nei ricalchi in bianco e nero tratteggia atmosfere e governa emozioni.

     

    Maurizio Vitiello

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