Stampa e Falsi Invalidi

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    STAMPA E FALSI INVALIDI

     

     

    di Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco

     

    Il luogo comune peggiore di questi ultimi due anni, è quello che in Italia esistono molti “falsi invalidi”! Questa affermazione, senza nessuna valida conferma numerica, risulta particolarmente odiosa, perché ripropone una immagine negativa del mondo della disabilità, che alimenta pericolose e sotterranee posizioni d discriminazione nei confronti dei cittadini diversamente abili.

    Sembra, a sentire i giornali, che in italia ci siano folle di falsi invalidi che ottengono pensioni e altri benefici, truffando la collettività. Il Governo, attraverso i ministri Tremonti, Sacconi e Brunetta, ha messo in campo una vera e propria campagna di odio contro i disabili, che sono rappresentati come gli “imboscati” ai tempi della guerra.

    Gli imboscati erano una categoria di cittadini dal comportamento particolarmente odioso, inventata dalla retorica fascista. Erano degli opportunisti, che se ne stavano al caldo delle loro case, mentre la migliore gioventù italiana andava a morire su i campi di battaglia. L’obbiettivo del regime era chiaro, screditare quelli che a diverso titolo non erano andati in guerra e contemporaneamente avere a propria disposizione un soggetto sociale, facilmente individuabile, su cui indirizzare l’odio del popolo, sofferente per le restrizioni e per i disastri di un conflitto subito perso. Gli invalidi di oggi, sono considerati come dei moderni imboscati, perché, nella attuale guerra per il lavoro e la competitività globale, sono protetti da leggi che consentono un reddito garantito mentre nel paese, le persone sane perdono il lavoro e spesso non hanno diritto nemmeno alla cassa integrazione.

    Per questi motivi, è stata messa in atto una gigantesca campagna di verifica di massa degli invalidi, che sono costretti a umilianti visite mediche presso gli inospitali uffici dell’INPS, in tutta Italia. Il tentativo del Governo è chiaro, rivedere i principi della concessione delle indennità e risparmiare, in questo modo, una spesa ritenuta inutile per il rilancio economico del paese. Purtroppo per lor signori, i falsi invalidi fino ad ora scoperti sono veramente pochi e coloro che sono assegnatari delle misure di sostegno, secondo le leggi in vigore, ne hanno diritto. Ma la campagna di odio della stampa amica del Governo non si ferma e quando la annuale relazione della Guardia di Finanza viene pubblicata, quasi tutti i giornali titolano: “Scoperti 4500 falsi invalidi dalla Guardia di Finanza.” Come al solito, per saperne di più, siamo andati direttamente al testo ufficiale della relazione, che per dare a tutti una corretta informazione, riportiamo integralmente:

    “ Sono stati smascherati 4.486 truffatori che, avendo falsamente attestato un basso tenore di vita, avevano fruito dallo Stato e da altri Enti Pubblici, di agevolazioni non spettanti sotto forma di borse di studio, contributi sugli affitti ed altri sussidi che potevano essere destinati ai veramente bisognosi.”

    Solo la malafede, fa scambiare per falsi invalidi questi truffatori, che utilizzando l’auto certificazione, hanno dichiarato il falso, ottenendo in questo modo notevoli benefici. A questo punto ci chiediamo: “Quando finirà questa falsa politica, che divide gli italiani e produce guasti indicibili nel tessuto sociale e culturale del paese?”

    Quando finiranno le divisioni nel mondo dei disabili che non consentono una forte azione di contrasto culturale e politico nei confronti di un Governo nemico dei disabili? Quando finirà il senso di colpa di ognuno di noi, che cerchiamo ogni giorno una normalità impossibile, solo per farci accettare, perché noi stessi non sopportiamo la nostra sofferta diversità. Accettarci come diversi, significa trovare la forza di rivendicare quello che non possiamo procurarci. Dobbiamo rifiutare una immagine dei disabili come peso alla crescita del paese, dobbiamo rifiutare questo nuovo razzismo, che sta inquinando da tempo, la civile convivenza nel nostro paese. Un’altra Italia è possibile, un paese che ha bisogno dell’apporto indispensabile anche dei diversamente abili, per costruire uno sviluppo possibile, una vita diversa.

     

     

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