Ruby, Bertone: più moralità e legalità. Il Pd: 10 milioni di firme contro Berlusconi

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    Il cardinale: serve esempio alle famiglie. Bossi: per loro è facile parlare. Poi smentisce critiche. Membri Csm: accuse violente, così rischia la democrazia. Anm: in pericolo indipendenza pm

    ROMA – «La Santa Sede segue con attenzione e in particolare con preoccupazione queste vicende italiane, alimentando la consapevolezza di una grande responsabilità soprattutto di fronte alle famiglie, alle nuove generazioni, di fronte alla domanda di esemplarità e ai problemi che pesano sulla società italiana». Così il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, interviene sul caso Ruby rispondendo a una domanda dei giornalisti. «La Chiesa spinge e invita tutti, soprattutto coloro che hanno una responsabilità pubblica in qualunque settore amministrativo, politico e giudiziario, ad avere e ad assumere l’impegno di una più robusta moralità, di un senso di giustizia e di legalità». Lei condivide il turbamento di Napolitano?: «Avete visto la nota del Quirinale pubblicata dall’Osservatore Romano», risponde il cardinale. «Credo – ha aggiunto il cardinal Bertone – che moralità, giustizia e legalità siano i cardini di una società che vuole crescere e che vuole dare delle risposte positive a tutti i problemi del nostro tempo». Il segretario di Stato vaticano ha specificato che «la Santa Sede ha i suoi canali, le sue modalità di intervento e non fa dichiarazioni pubbliche». Bertone ha quindi espresso il suo richiamo a una maggiore moralità riprendendo l’appello già pronunciato sabato all’inaugurazione dell’anno giudiziario della Città del Vaticano. Bersani: «Noi come Pd lanciamo un’iniziativa per dare voce a tutti italiani indignati. Dai primi di febbraio allestiremo 10mila gazebo per raccogliere 10 milioni di firme su un testo molto semplice: Berlusconi vai a casa – annuncia il segretario del Pd a Repubblica Tv – Io non faccio moralismi al netto dei reati e qui c’è un reato di prostituzione minorile. Se uno fa il regista di film porno non ho obiezioni ma Berlusconi ha tradito la Costituzione su cui ha giurato che chiede il rispetto da parte di chi ha cariche pubbliche dell’onorabilità e una coerenza tra comportamenti privati e pubblici». Bersani chiede a Berlusconi di «andare a difendersi davanti ai magistrati e non nelle sue tv o nelle tv di Stato. Berlusconi non può prenderci tutti per imbecilli e sono vergognose e inaccettabili i suoi attacchi alla magistratura. Davanti a Berlusconi Ben Ali ci fa un baffo. Da Berlusconi non possiamo aspettarci niente. Ci vuole un moto dell’opinione pubblica perchè non tutti gli italiani sono come lui. Dobbiamo scrollare la pianta perchè quelli stanno attaccati come una cozza allo scoglio». «Qualsiasi soluzione compresa le elezioni anticipate sono meglio di questa situazione -continua Bersani – Il Pd si muoverà darà battaglia in Parlamento chiedendo le dimissioni e faremo una mobilitazione». Bersani rilancia l’appello a tutte le opposizioni chiedendo di «mettere da parte le gelosie: possiamo fare insieme quattro cinque cose per il paese e poi andare alle elezioni. Se non sono d’accordo dicano che cosa pensano. Altrimenti sono pronto ad andare da solo». Quanto alle parole del segretario di Stato vaticano «da Bertone parole pesanti da parte di una Chiesa che chiede di essere non solo autorità di fede, ma anche morale. Sento un disagio molto diffuso su questi modelli che vengono proposti. Mi aspettavo che la Chiesa si pronunciasse e lo ha fatto. Ma non c’è solo lei. Qui c’è un problema che riguarda quella che una volta si chiamavano elites sociali e economiche. Al di là dei reati stessi quest’uomo ci rappresenta all’estero e il danno di immagine è colossale. Ho ricevuto tante telefonate di imprenditori non minori che tornano dall’estero sgomenti. Ieri ho visto un Tg1 incredibile. Pagare il canone diventa sempre più difficile». Bossi invita Berlusconi alla cautela e tutti ad abbassare i toni. «Berlusconi deve essere più cauto. Tutti insieme devono abbassare i toni. Anche i magistrati», dice il leader leghista, dopo aver ribadito l’asse col Pdl: obiettivo il federalismo. E Federico Bricolo, capogruppo al Senato, scandisce: «L’alleanza Bossi Berlusconi è salda e non si discute. Noi vogliamo una cosa sola: realizzare le riforme promesse in campagna elettorale, approvare il federalismo e cambiare finalmente questo Paese. Le polemiche sul caso Ruby francamente non ci interessano e non ci riguardano. Le lasciamo volentieri alle opposizioni che invece di interessassi dei problemi dei cittadini ormai sanno parlare solo di gossip e di veline». Nel tardo pomeriggio il Senatùr torna a parlare: «Il Vaticano non si commenta, ma penso che per loro sia più facile parlare. Berlusconi si è trovato con la casa circondata controllavano tutti quelli che entravano e che uscivano. Perchè non hanno controllato anche là?.Berlusconi si sente innocente e si sente praticamente aggredito dalla magistratura. Mi sembra che i magistrati abbiamo sicuramente un po’ esagerato». Dopo una cena con lo stato maggiore della Lega, Bossi smentisce intenzioni polemiche: «Noi non abbiamo mai contestato il Vaticano. Il cardinal Bertone è una persona che stimo e quando vado in Vaticano è lui che mi riceve. D’altra parte, loro fanno il loro mestiere, noi facciamo il nostro». Le accuse di Berlusconi ai pm di Milano «rischiano di mettere seriamente in discussione l’autonomia e l’indipendenza della magistratura». Lo dice il presidente dell’Anm Luca Palamara a Sky, tornando a parlare di «attacchi inaccettabili. Non vogliamo essere trascinati su un terreno che non ci appartiene, quello dello scontro e della contrapposizione politica, ma difendere la serenità dei colleghi che stanno conducendo le indagini», dice Palamara. Sono «magistrati che fanno ciò che la Costituzione impone loro: applicare la legge nel rispetto dei principi dell’obbligatorietà dell’azione penale e della presunzione di non colpevolezza». «I processi sommari non si fanno e non si invocano. Nel nostro ordinamento non sono previste “punizioni” per i magistrati – dice il vice presidente del Csm Michele Vietti – La competenza a valutare la correttezza dei comportamenti dei magistrati è attribuita dalla Costituzione al Consiglio Superiore della Magistratura secondo le procedure stabilite dalla legge». Parole «sconvolgenti e violente» che mettono «a rischio la democrazia nel suo insieme». Sono le preoccupate reazioni tra i consiglieri del Csm alle accuse del presidente del Consiglio. Quelle di Berlusconi «sono affermazioni molto violente e dovrebbero preoccupare i cittadini prima ancora dei magistrati – dice Vittorio Borraccetti di Magistratura Democratica – un attacco frontale da parte del presidente del Consiglio contro l’istituzione giudiziaria costituisce una lesione dell’equilibrio tra i poteri dello Stato previsto dalla Costituzione; delegittima la funzione giudiziaria e mette a rischio la democrazia nel suo insieme». Insomma «non sono in gioco gli interessi dei magistrati ma l’assetto democratico delle istituzioni. Le dichiarazioni di Berlusconi sono ingiuste, inquietanti e sconvolgenti – osserva a sua volta Guido Calvi laico del Pd – e meriterebbero non solo l’apertura di una pratica a tutela dei magistrati, ma anche un intervento di censura da parte del parlamento. Teme per la sorte delle istituzioni anche Paolo Corder, togato eletto come indipendente: «Bisogna che le istituzioni non implodano», dice esprimendo «amarezza per il nuovo attacco alla magistratura che porta ad uno scontro infinito. Punire il Pm non si capisce perchè lo si dovrebbe fare, visto che i magistrati di Milano stanno facendo il loro dovere. Io spero che le istituzioni vengano salvate. Tutti, per primo chi attacca, devono fare un passo indietro». «Tutti sono sottoposti alla legge – sottolinea Roberto Rossi, togato del Movimento per la Giustizia – se sono stati commessi errori ci sono rimedi processuali che ciascun cittadino può intraprendere». Quanto alla «punizione dei giudici, non spetta al presidente del Consiglio, semmai alla sezione disciplinare. Lo prevede la Costituzione». Differente la posizione del laico del Pdl Niccolò Zanon: «Non si può buttare il Csm – avverte – nella mischia del conflitto. È inopportuno alimentare ulteriori polemiche politiche». Alemanno: la magistratura deve fare il suo lavoro. «Dobbiamo superare questa fase e dobbiamo farlo con tranquillità: la magistratura deve fare il suo lavoro e noi dobbiamo fare in modo che ci sia una politica che sia attenta agli interessi dei cittadini – dice il sindaco di Roma – Il presidente Napolitano ha sottolineato un fatto: che siamo riusciti a uscire dalle contrapposizioni ideologiche del Novecento che erano drammatiche, che hanno prodotto totalitarismi e un’incredibile serie di morti e distruzioni. Siamo usciti da questo e oggi ci dobbiamo lacerare per una situazione improntata a una realtà molto superficiale e poco profonda nella realtà del nostro Paese». Esposto Pdl per fuga notizie. «Basta con i processi mediatici. Ho presentato, con protocollo 027961, un esposto su questa ennesima fuga di notizie: è infatti una vergognosa consuetudine, tutta italiana, vedere emergere pubblicamente testi delle intercettazioni e stralci dei verbali d’inchiesta secretati, in questo caso contenuti nell’ordinanza contro il Premier Berlusconi – annuncia Fabio Sabbatani Schiuma, componente dell’esecutivo romano del Pdl – Vogliamo credere che qualche giudice onesto e non di parte, aprirà un fascicolo d’indagine per colpire chi fa compravendita del segreto istruttorio, dalle procure divulga le notizie dando vita a processi mediatici, laddove spesso dopo le indagini al processo penale neanche si arriva. Ho chiesto nell’esposto di avviare indagini volte a verificare la commissione di reato consistente nella diffusione ad opera di ignoti e nella successiva acquisizione e pubblicazione di atti, verbali e intercettazioni, e del rispetto del segreto istruttorio, relativamente ai fatti della vicenda con la presentazione di analoghi esposti presso altre procure, sarà possibile chiedere ai magistrati titolari del fascicolo di risponderci, oltre ad affermare che la legge sia davvero uguale per tutti».

    Il Messagero

    scelto da Michele Pappacoda

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