DDL GELMINI, C´È ACCORDO-MA IL VOTO SLITTA A OGGI

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      La giacca è la stessa indossata martedì scorso, quando la Camera votava la fiducia al Governo. Grigio scuro, decorata sui risvolti. Una pregiata «coperta di Linus» (o un semplice capo scaramantico?) in vista di un nuovo appuntamento cruciale per la legislatura. All’orecchio le stesse perle del 30 novembre, quando la Camera licenziava la riforma dell’Università. Un look portafortuna, che però alla fine oggi è servito poco a Mariastella: l’ok definitivo al ddl, atteso per oggi pomeriggio, ancora non c’è, arriverà domani. Saltano le apparizioni serali in tv, che dovevano gridare la vittoria del dicastero, e si affievola l’ottimismo mattutino del ministro Gelmini. Per l’ennesima volta. È un film già visto quello girato oggi nei corridoi del Senato. Stessi attori, stessa sceneggiatura, nuova location. Un’altra giornata di passione per il ministro: mentre nelle città si protesta, nei palazzi slitta il voto di una riforma che fatica ad andare in porto. Come alla Camera, anche al Senato il ddl si intoppa e sul volto di Mariastella si dipinge la tensione, che regnerà sovrana fino alle 20, quando il voto finale viene finalmente calendarizzato. Alle 9, prima del collegamento dal Senato con «Mattino cinque», c’è il tempo di un rilassato scambio di battute con i cronisti che presidiano l’aula: «Siete già svegli? Che ci fate qui? Almeno voi che potevate dormire…». Poi, in tv, l’invito sereno ai senatori ad accelerare i tempi, perchè ci «sono le condizioni per arrivare al voto». E nelle ore successive, di nuovo davanti alle telecamere, scongiura incidenti tra chi protesta, perchè «non serve farsi del male per un ddl». Un clima apparentemente più disteso delle settimane scorse. In strada e nei palazzi. Ciononostante i banchi dell’opposizione pretendono di andare avanti con calma, si minaccia di andare a oltranza. Ma il ministro non demorde. Un pranzo veloce alla buvette del Senato (alla ricerca forse di alcuni dolcetti che migliorerebbero la giornata) e poi di nuovo in riunione. Rinuncia a un’ora di pausa da trascorrere a casa e rimane di guardia vicino all’aula. I tempi per chiudere prima di Natale ci sono. Fino a sera partecipa instancabile al dibattito in Senato; attenta e vigile, ma preoccupata dall’ipotesi di sbagli sul voto un’altra volta. Va avanti anche lei, dunque. Emendamento per emendamento, fino a sera. Domani il nodo sarà sciolto. E la speranza che il 25 dicembre sotto l’albero ci sia veramente il dono che «da due anni e mezzo» attende di scartare si fa sempre più concreta.

    LA DIRETTA DAL SENATO

    Ore 21.00 Chiude la seduta al Senato Dopo un pomeriggio di alta tensione con un muro contro muro provocato dall’ostruzionismo dell’opposizione si è passati in serata, grazie alla proposta di mediazione della capogruppo del Pd Anna Finocchiaro, ad un clima di tale distensione che il Senato ha potuto proseguire le votazioni fino all’art.20. La seduta è terminata, addirittura con un voto bipartisan, «quasi unanime», ha commentato Schifani, su questo articolo che, come ha detto il senatore Ignazio Marino, è stato voluto dal Pd e riguarda la valutazione dei progetti di ricerca. Domani, in un clima tornato disteso, si riprenderà l’esame degli ultimi nove articoli della legge e l’esame dell’articolo 6 che era stato accantonato dopo le polemiche di ieri sera. Nel pomeriggio la riforma diventerà in via definitiva legge con i voti della maggioranza e del Fli.

    Ore 19.43 Ddl Gelmini sarà votato giovedì
    Ostruzionismo finito in Aula al Senato e il ddl Gelmini, sia pure nella durezza del contrasto, sarà votato definitivamente domani dall’Aula di Palazzo Madama intorno alle 13. È il risultato maturato nell’ultimo scorcio del confronto parlamentare dopo che hanno preso la parola la presidente dei senatori del PD, Anna Finocchiaro, il suo collega dell’Italia dei Valori, Felice Belisario, e il capogruppo del PdL, Maurizio Gasparri.

    Ore 18.20 Fumata nera, Schifani va avanti Si è concluso con un nulla di fatto l’estremo tentativo del presidente del Senato Renato Schifani sui tempi di approvazione del ddl per il riordino dell’università. La capigruppo si è chiusa senza un accordo e in aula il presidente ha comunicato che procederà secondo le decisioni prese prima dell’interruzione dei lavori. L’opposizione, ha puntualizzato Schifani, ha quasi esaurito il tempo per le dichiarazioni di voto sui singoli emendamenti. «Andiamo avanti -ha precisato Schifani- ma quando i tempi saranno esauriti ci sarà solo una dichiarazione di un minuto per ogni gruppo e chi vota in dissenso lo comunicherà per iscritto alla presidenza durante lo svolgimento dei lavori. Non ci possiamo bloccare mezz’ora per ogni cosa».

    Ore 16.20 Seduta ripresa: ostruzionismo La seduta pomeridiana del Senato è iniziata alle 16 e subito è ripartito l’ostruzionismo dei senatori delle opposizioni. Sono molti gli iscritti che intervengono sul processo verbale della seduta pomeridiana di ieri. Tutti gli oratori chiedono un’integrazione e una maggiore accuratezza del processo verbale insieme a un più dettagliato resoconto dei passaggi controversi durante i quali la presidente di turno Rosi Mauro ha dato per approvati emendamenti delle opposizioni invece bocciati dall’Aula.

    Ore 15.37 Meloni: studenti ascoltati
    Non è vero che gli studenti non siano stati ascoltati nella preparazione della riforma dell’università e che ora il presidente Napolitano stia facendo in qualche modo «supplenza» al governo, dando la sua disponibilità a incontrare i ragazzi: parola del ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. Intervenendo a una videochat sul sito on line del Tg1, Meloni ha spiegato che «questa riforma va avanti da due anni, non abbiamo mai impresso accelerazioni o impedito il dialogo e in questo periodo ci sono stati tavoli al Ministero dell’istruzione, ai quali ho partecipato anch’io, nei quali abbiamo cercato di raccogliere le istanze del movimento studentesco. E infatti ci sono, nel ddl Gelmini, cose che mettono al centro proprio i ragazzi». Ad esempio, ha detto, «la valutazione su come distribuire le risorse negli atenei la faranno anche gli studenti». Il problema, ha aggiunto il ministro, è «capire quando il confronto sia reale o serva solo per perdere tempo». «A me che credo molto alla partecipazione giovanile – ha detto ancora – piacerebbe molto poter parlare nelle università, se qualcuno mi chiamasse andrei volentieri. Li incontrerei adesso se me lo chiedessero». Il ministro ha detto di non capire esattamente su cosa non siano d’accordo gli studenti, e ha insistito sul fatto che «non è vero che si siano tagliati miliardi all’università: »il taglio è solo del 3 per cento« ha assicurato. Meloni ha quindi accennato all’atteggiamento dell’opposizione sulla riforma: »la sinistra difende lo status quo. È vero che l’opposizione fa il suo mestiere, ma su questioni come questa si poteva tentare di uscire dalla contrapposizione. Può essere che la nostra ricetta non sia la migliore, ma nessuno ne ha proposta una alternativa. Non ne vedo, in giro vedo solo slogan. Il governo deve dare risposte a tutti gli studenti, che sono un milione e 700 mila e non solo ai 3.000 che oggi erano in piazza«. Il ministro ha commentato la richiesta degli studenti alla Cgil di indire uno sciopero generale: »i ragazzi dovrebbero chiedere alla Cgil qualcos’altro, ad esempio una maggiore attenzione per quella parte della società che ha minori garanzie. In Italia ci sono banche che hanno nello statuto come priorità l’assunzione per i figli dei dipendenti, e questo con l’avallo dei sindacati. Per fortuna Susanna Camusso ha detto che ciò non è più accettabile«. »C’è una parte del movimento studentesco molto ideologizzata e una parte che invece racconta di un disagio reale, dovuto alla realtà difficile. Il governo deve ascoltare questi ragazzi quando vogliono fare proposte. Uguaglianza e meritocrazia, tutti sulla stessa linea di partenza – ha concluso Meloni – occorre scardinare i meccanismi di privilegio e di potere consolidato: su questo proviamo a costruire un’alleanza generazionale«.

    Ore 15.08 Schifani: c’è ostruzionismo, si va a oltranza «Non c’è alcuna intesa. Le opposizioni fanno legittimamente ostruzionismo e il Senato proseguirà i lavori ad oltranza. Questa sera c’è una seduta notturna fino a mezzanotte e domani votazioni non stop e spero che il ddl sia approvato entro domani sera». Il presidente del Senato, Renato Schifani, conversando con i giornalisti durante il brindisi di Natale con la stampa parlamentare spiega come si precede in Aula sulla riforma universitaria augurandosi che non si ripetano «momenti di tensione perchè il clima nel Paese è estremamente teso».

    Ore 15.01 Polverini: speriamo 14/12 apice scontri «Speriamo che non succeda nulla. Siamo tutti in apprensione ma mi pare che alla fine questi ragazzi, al di là del fatto che stanno mettendo in campo tutti gli argomenti possibili, non mi sembra abbiano atteggiamenti violenti». Lo ha detto la presidente della Regione Lazio Renata Polverini a margine del pranzo natalizio con i dipendenti della giunta in merito ai cortei di oggi contro la riforma dell’università. «Speriamo anche – ha aggiunto – che il 14 dicembre sia stato l’apice dello scontro. Nei giorni scorsi il ministro Gelmini mi è sembrata molto aperta al dialogo. Oggi il presidente Napolitano ha pronunciato come fa sempre parole di buon senso e di responsabilità – ha concluso Polverini – dopo le quali credo che anche gli studenti si sentano più motivati a protestare soltanto portando in piazza le loro ragioni».

    Ore 14.55 Belisario: clima scontro alimentato da Berlusconi «Finalmente qualcosa si muove. C’è voluta però la disponibilità del Capo dello Stato ad incontrare gli studenti, che giustamente protestano contro una pessima riforma, sbagliata nel metodo e viziata nel procedimento legislativo, per indurre il presidente del Senato Schifani a riconoscere che nel Paese c’è un forte stato di tensione sociale». Lo afferma il capogruppo Idv al Senato, Felice Belisario. «L’Italia dei Valori – spiega – si domanda perché‚ mai il governo e la maggioranza hanno rifiutato finora qualsiasi confronto con i giovani, con i ricercatori, con i precari, con tutti quei settori della società che sono in forte sofferenza. Di chi è la colpa se il malessere monta nel Paese e qualche sconsiderato si lascia andare a deprecabili episodi di violenza, da condannare sempre senza se e senza ma? Che ha fatto il governo per evitare che si arrivasse a questo punto? Nulla, anzi con le sue dissennate politiche ha fatto solo crescere il malcontento. Nel Paese c’è un clima di scontro alimentato dal presidente del Consiglio, che non perde occasione per lanciare attacchi a destra e manca: contro la Corte Costituzionale, contro il Parlamento, contro tutti. Il risultato – conclude Belisario – è quello di portare in piazza tanti cittadini per gridare che non ne possono più».

    Ore 14.50 Maroni: a Palermo colpito simbolo lotta alla mafia «Il lancio di oggetti contro la questura è un’immagine molto brutta perchè è stato colpito un simbolo della lotta alla mafia. Giustifico gli studenti solo per ignoranza, perchè non sapevano che cosa colpivano». Il ministro dell’Interno Roberto Maroni critica così gli scontri avvenuti a Palermo, spiegando che domani, alle 9, riferirà alla Camera anche sulle manifestazioni di oggi.

    Ore 14.48 Giammanco: sdegno per le violenze a Palermo «Apprendere che a Palermo alcuni studenti, che si erano definiti pacifici, abbiano compiuto azioni violente per manifestare contro la riforma universitaria non può che suscitare il più profondo sdegno. Non è certo con questi metodi che si risolvono i problemi dei giovani e dell’Università». Lo afferma Gabriella Giammanco, deputata palermitana del Pdl. «La violenza di pochi – prosegue – non può mortificare il diritto di molti di protestare in modo civile. Invito tutti gli studenti palermitani a soffermarsi sui reali contenuti della riforma Gelmini, una riforma positiva, troppo spesso strumentalizzata per ragioni ideologiche e per interessi di parte. La riforma – aggiunge – punta a combattere parentopoli e sprechi del sistema universitario, valorizza il merito di studenti e professori e mira a rendere le nostre università più competitive, appare davvero irragionevole non condividerne I contenuti».

    Ore 14.43 Studenti oggi pomeriggio al Quirinale
    Una delegazione ristretta di studenti che stamani hanno sfilato per le strade della Capitale andrà nel pomeriggio al Quirinale per consegnare la lettera-appello al Presidente della Repubblica. Una decina di studenti chiederà al Capo dello Stato di «non firmare la legge».

    Ore 14.20 Bersani: bene Napolitano, male il governo «Napolitano ha fatto bene, alla grande. Giustamente incontra gli studenti, mentre il Governo no, ed è incredibile». Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, commenta la disponibilità del capo dello Stato a ricevere gli studenti. «Per mesi – ha detto Bersani a Montecitorio – il Governo si è abbandonato solo a giaculatorie offensive, senza ascoltare ricercatori, studenti o docenti. Io attribuisco a questo atteggiamento la causa principale dell’attuale situazione di tensione. Un atteggiamento di arroganza e sordità che può essere pericoloso».

    Ore 14.00 Diliberto: studenti vincono, perde il palazzo «Hanno vinto. Nel Paese gli studenti hanno vinto. Ha perso invece il governo, la politica politicista, il Palazzo». Lo scrive Oliviero Diliberto, portavoce nazionale della Sinistra sul suo profilo facebook. «Il corteo, enorme ed assolutamente pacifico, sfila a passo lento lungo le strade periferiche della città, mentre la gente, ai lati delle strade, applaude e festeggia. Quando incontrano una fabbrica dove i lavoratori sono in agitazione, si fermano e portano la loro solidarietà. Hanno scelto – dice Diliberto – di tenersi lontani dai luoghi della politica, che sono sordi, ciechi e muti, arroccati in beghe indecenti. È un’immagine straordinaria: la solitudine del potere è evidente, il re è nudo».

    Ore 13.40 Schifani: evitare episodi incivili Il presidente del Senato, Renato Schifani, mentre è in discussione a Palazzo Madama la contestata riforma universitaria ha rivolto un appello affinchè «le manifestazioni di oggi non sfocino in episodi incivili o gravi». Alla cerimonia degli auguri natalizi con la stampa parlamentare, Schifani non ha nascosto la sua preoccupazione e ha detto: «c’è un clima estremamente teso, me ne dolgo moltissimo». «Le manifestazioni – precisa il presidente del Senato – sono democraticamente legittime perchè ogni cittadino ha il diritto di esprimere dissenso nei confronti di una legge». Ma nelle recenti iniziative violente, non solo quelle del 14 dicembre ma anche quella del 24 novembre con l’assalto al Senato da parte di alcuni studenti, Schifani vede «isteria e isterismo» e sostoene che quel tipo di azioni «vanno tenute sotto controllo dalle forze dell’ordine» mentre nelle contestazioni studentesche «va interpretato il malessere che cova in alcune fasce della società» e «bisogna distinguere l’esagitazione dei singoli facinorosi dall’insoddisfazione della base studentesca».

    Ore 13.34 Russo: condanna atti violenza «La sassaiola contro la questura di Palermo è un fatto gravissimo che va condannato con fermezza». Lo dice Tonino Russo, parlamentare del Partito democratico. «I teppisti che se ne sono resi colpevoli – prosegue – danneggiano innanzitutto un grande movimento democratico fatto da ragazzi e ragazze dal volto pulito». «I violenti vanno isolati e condannati. Le istituzioni rappresentano tutti e non possono essere oggetto di rappreseglia. La questura di Palermo ed i suoi uomini – conclude Russo – restano uno dei baluardi della lotta alla mafia verso cui dobbiamo essere tutti grati».

    Ore 13.25 Ancora ostruzionismo Sono ripresi gli interventi in dissenso dal gruppo di senatori del Pd e dell’Italia dei Valori impegnati nell’esame del ddl Gelmini. La mancanza di un accordo in Conferenza dei capigruppo e la decisione delle opposizioni di usare ogni strumento previsto dal Regolamento ha fatto ripartire l’ostruzionismo. Così singoli senatori del Pd e dell’IdV prendono la parola utilizzando il tempo previsto dal Regolamento. Non mancano episodi curiosi. Il senatore dell’IdV, Elio Lannutti, Š intervenuto per criticare l’impianto dell’art. 11 del provvedimento. Lo ha fatto, ha reso noto alla fine del suo intervento, in dissenso dal gruppo. Il presidente di turno Domenico Nania lo ha redarguito: «Senatore Lannutti credevo che lei parlasse a nome del gruppo, altrimenti come fa a dissentire se prima il suo gruppo non ha espresso la sua posizione?».

    Ore 13.20 Bossi: studenti sono molti di meno «Gli studenti? Mi sa che sono diminuiti un bel pò. Lo vedete anche voi che sono molti di meno». Il leader della Lega, Umberto Bossi, commenta così la possibilità di disordini in piazza da parte degli studenti contro la riforma universitaria che la maggioranza sta per approvare al Senato. «Pure loro – aggiunge – mi sa che si sono resi conto del fatto che molti corsi universitari sono davvero inutili».

    Ore 13.13 Vizzini: pietre a Palermo? Segno di imbecillità Quelle pietre lanciate dagli studenti contro la Questura di Palermo sono «a dir poco mancanza di sale in zucca» e l’augurio del senatore del PdL, Carlo Vizzini, è che siano soltanto un sintomo «di imbecillità e non di altro». Vizzini ha stigmatizzato gli studenti che a Palermo, riferiscono le cronache, nel corso di una manifestazione di protesta contro il ddl Gelmini hanno lanciato pietre contro la Questura. «La protesta, anche clamorosa – ha spiegato Vizzini – è il sale della democrazia, ma che a Palermo ci siano studenti o sedicenti tali che lanciano sassi e bottiglie contro la Questura simbolo della lotta alla mafia che uccide gli uomini e le loro libertà è a dir poco mancanza di sale in zucca. Mi auguro – ha concluso – che si tratti solo di imbecillità e non di altro».

    Ore 13.07 D’Alia: Udc non farà ostruzionismo «Noi non abbiamo fatto e non faremo nessun ostruzionismo». Lo annuncia il capogruppo dell’Udc al Senato, Giampiero D’Alia, al termine della conferenza dei capigruppo dove non si è raggiunto nessun accordo sui tempi di approvazione della riforma universitaria. «La riforma così com’è – precisa D’Alia – per noi non va e diamo un giudizio negativo ma se saranno accolte alcune nostre proposte potremo anche astenerci». Il riferimento di D’Alia è ad alcuni ordini del giorno che sono stati firmati anche dal Fli e dall’Mpa che si attende siano accolti dal governo e dalla maggioranza.

    Ore 13.05 Bossi: Rosi Mauro è brava «Rosi Mauro è brava. Aveva ben chiaro cosa voleva. È la tv che può tagliare delle frasi». Il leader della Lega, Umberto Bossi, commenta così le polemiche esplose a proposito della conduzione dell’aula da parte del vicepresidente di Palazzo Madama, Rosi Mauro, ieri al Senato durante l’esame della riforma dell’università. Forse è stato un momento di nervosismo? «Può capitare a tutti…», risponde il ministro per le Riforme.

    Ore 13.03 Finocchiaro: eliminare art.29 «Abbiamo fatto una proposta molto chiara: si impegni la maggioranza a cancellare questa norma incomprensibile e contraddittoria e i lavori vanno avanti come stabilito nel calendario. Abbiamo fatto un’offerta alla maggioranza e al ministro Gelmini: questa legge non ha nessuna data di scadenza, nessun termine perentorio da rispettare perch‚ non Š la legge finanziaria. Abbiamo detto: ci sia l’intesa per eliminare l’art. 29 e l’esame del testo proceder…. Di fronte a questa ragionevolissima proposta ci Š stato risposto in maniera negativa. A questo punto il mio gruppo ritiene di non accedere a nessun accordo sul prosieguo dei lavori. Faremo ricorso a ogni strumento previsto dal Regolamento ma senza incendiare alcunch‚»: lo ha detto la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, intervenuta in Aula sulle decisioni della Conferenza dei capigruppo in ordine all’esame del ddl Gelmini.

    Ore 13.01 Gasparri: si voterà a oltranza «Lavoreremo ad oltranza fino a quando questo disegno di legge non verrà approvato». Lo annuncia il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri al termine della Conferenza dei capigruppo dove la maggioranza ha respinto la proposta del’ opposizione di rimandare il provvedimento alla Camera per correggere l’errore delle norme contraddittorie sui professori aggregati garantendo una rapida approvazione del testo al Senato e poi alla Camera. «L’opposizione avrà tutto il tempo necessario per dibattere, la minoranza ha tutto il diritto di eccepire le sue tesi ma la maggioranza ha tutto il diritto di approvare una riforma che è utile per il Paese» afferma Gasparri che non prevede scadenze per la votazione finale ricordando, però che «c’è tutta la giornata di giovedì».

    Ore 12.59 Verdi: se passa, sarà referendum «In questo momento in Parlamento si sta consumando un delitto. Con la riforma Gelmini si sta rubando il futuro ai giovani». Lo dichiara il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che è al corteo del movimento degli studenti e che ropone un referendum abrogativo della legge. «Con questa riforma si affossa l’università pubblica e la ricerca di base – aggiunge il leader del Sole che ride -. L’obiettivo del governo Berlusconi e quello del ministro Gelmini è di creare una università per ricchi ed una per poveri. Altro che ‘partito dell’amorè di cui parla Berlusconi: questo è un vero e proprio atto di odio verso le generazioni future». «Se la riforma Gelmini verrà approvata – conclude Bonelli – noi Verdi siamo pronti a raccogliere le firme per il referendum abrogativo e proponiamo a tutte le forze di opposizione di farlo insieme per respingere al mittente questa riforma disastrosa».

    Ore 12.47 Nessun accordo sui tempi Nessun accordo alla Conferenza dei capigruppo del Senato su come proseguire nella votazione del ddl Gelmini di riforma dell’Università. Le opposizioni insistono: il governo deve modificare l’art. 29 perchè in conflitto con altre norme. Se così non sarà, Pd e IdV andranno avanti con le votazioni degli emendamenti e non danno nessuna garanzia sui tempi di approvazione del provvedimento.

    Ore 12.39 Iervolino: preoccupano tagli «Per anni l’università italiana è andata avanti grazie al prezioso lavoro dei precari, mi preoccupano i tagli di fondi agli atenei e la limitazione degli accessi ai precari». Così il sindaco di Napoli, Rosa Iervolino,riferendosi alla riforma del ministro Gelmini. L’ex ministro della pubblica istruzione, anche lei contestata negli anni ’80, afferma: «Mi auguro che siano contestazioni non violente perchè le violenze fanno del male prima di tutto ai giovani stessi ma non bisogna dimenticare comunque il diritto costituzionale alla protesta».

    Ore 12.30 Stracquadanio: protestino contro i baroni Palazzi dimenticati da proteste? Sì, quelli dei baroni. Così Giorgio Stracquadanio commenta le manifestazioni di oggi. «Dicono di voler ignorare i palazzi del potere, in realtà i veri palazzi che hanno dimenticato, o fatto finta di dimenticare – afferma – sono quelli dove i baroni stanno assumendo in tutta fretta gli ultimi parenti prima dell’approvazione della riforma. Sorprende che questi pseudo studenti abbiano preferito ballare il waka waka in qualche strada di periferia piuttosto che contestare chi per davvero ha rubato loro il futuro e le speranze. È la dimostrazione – osserva il parlamentare – della strumentalità delle manifestazioni, organizzate dai collettivi di estrema sinistra e dai centri sociali che, opponendosi a ogni cambiamento, difendono solo i privilegi, gli sprechi e il nepotismo. E poi, dicono che stanno manifestando a volto scoperto. Sarà per questo motivo – si chiede ironicamente Stracquadanio – che oggi sono così pochi?».

    Ore 12.15 Camusso: futuro giovani è tema del Paese «Su una cosa gli studenti hanno assolutamente ragione, il loro futuro e le sorti della loro generazione è il tema di questo Paese e quindi è giusto che lo rappresentino a tutti». Lo ha detto la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, a margine dell’incontro con il movimento degli universitari, che hanno portato un pacco dono al sindacato, chiedendo lo sciopero generale. La Camusso ha espresso parole di apprezzamento per le modalità scelte dai ragazzi per la protesta di oggi contro il ddl Gelmini: «Trovo che la modalità scelta oggi dagli studenti di incontrare una serie di soggetti per rappresentare le loro istanze sia molto positiva». La Camusso ha anche detto che il sindacato intende costruire un percorso assieme al movimento studentesco: «Il futuro dei giovani è un grande tema anche per il sindacato – ha detto – dopo le feste di Natale la Cgil troverà modi e forme per incontrare gli studenti anche nelle università, per valutare cosa si può fare assieme».

    Ore 12.13 Camusso: No sciopero generale «Nessuno esclude lo sciopero generale, ma per ora a nostro avviso non ci sono le condizioni»: lo ha detto la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso, incontrando i giornalisti all’ingresso della sede generale del sindacato a Roma dopo essersi confrontata con una delegazione degli studenti in mobilitazione. «Agli studenti ho detto che lo sciopero è un sacrificio per i lavoratori, non si dichiara nè per solidarietà per un movimento, nè in termini paternalistici – ha continuato la Camusso – Gli abbiamo ricordato che abbiamo alle spalle tre scioperi generali, in questi due anni, che la Cgil ha proclamato proprio sulle condizioni del futuro e sulle questioni della crisi. E gli abbiamo detto che nel percorso che faremo man mano insieme nessuno esclude lo sciopero generale, ma che oggi a nostro avviso non ci sono le condizioni».

    Ore 12.01 Quirinale incontrerà gli studenti L’incontro con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, non è stato ancora ufficialmente chiesto dagli studenti che protestano contro la riforma Gelmini, ma fonti del Quirinale fanno sapere che quando ci sarà la richiesta, il presidente è disponibile all’incontro.

    Ore 11.55 Zanda: Bricolo si leghi la lingua quando parla di Pd «Invito il senatore Bricolo a legarsi la lingua quando parla del Partito democratico. Non può parlare di noi in questo modo». Il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda nell’Aula del Senato protesta, tra gli applausi prolungati dei senatori del gruppo, per le frasi del capogruppo del Carroccio Federico Bricolo che aveva definito «irresponsabili» gli esponenti del Pd invitandoli a «smettere di fare demagogia cavalcando le proteste degli studenti». «Ieri l’aula di Palazzo Madama – ricorda zanda – è stata teatro di episodi inaccettabili. La responsabilità di quel che è successo è tutta sulle spalle del vicepresidente che ieri presiedeva l’Aula del Senato. E, mi spiace dirlo, delle successive decisioni del presidente Schifani che l’opposizione non condivide».

    Ore 11.45 Gelmini: maggioranza solida «Non siamo aiutati nella conclusione dei lavori, ma la maggioranza è solida»: così il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha risposto ai giornalisti che le chiedevano se l’ostruzionismo dell’opposizione creasse difficoltà in aula. «Forse con qualche ora di lavoro in più – ha aggiunto – ma il provvedimento sarà approvato».

    Ore 11.40 Gelmini: auspico no incidenti gravi «Mi auguro che tutto si svolga senza avere incidenti gravi». È l’auspicio espresso dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, alla luce delle proteste studentesche in corso in tutta Italia durante le quali si sono verificati scontri. «Chiedo a tutti – ha aggiunto – senso di responsabilità. Non c’è bisogno di farsi del male per l’approvazione di un ddl. La Costituzione garantisce il diritto a manifestare ma questo non deve avvenire mettendo a repentaglio la sicurezza dei cittadini, creando problemi alla circolazione e ai commercianti, soprattutto in questo periodo di festività».

    Ore 11.30 Quagliariello: solo un vulnus formale «In questa legge esiste certamente un certo grado di ambiguità ma le due disposizioni del testo, quella dell’articolo 6 e quella dall’articolo 9, non sono tali da implicare una contraddizione logica. Io sfido chiunque a dimostrare che la volontà del legislatore non sia chiara». Lo afferma il vicecapogruppo del Pdl Gaetano Quagliariello che nell’ Aula del Senato replica all’ opposizione che anche stamane polemizza sull’incongruità del ddl Gelmini che contiene norme tra loro contradditorie sui professori aggregati. «Io dico con molta chiarezza: quel testo – sostiene Quagliariello – doveva essere corretto in sede di coordinamento dalla Camera e ritengo estremamente grave che ciò non sia stato fatto perchè non c’è una contraddizione logica all’interno di quel testo, c’è una contraddizione formale che in sede di coordinamento si poteva risolvere». Secondo Quagliariello «a questo punto ci sono tre possibilità di intervenire su questo vulnus: la prima è quella di cambiare il testo; la seconda è quella di agire in sede di coordinamento; e infine la terza è quella di prendere atto di una volontà dell’Esecutivo di intervenire successivamente». «La scelta a questo punto – conclude Quagliariello che difende la terza ipotesi – è una scelta politica, che evidentemente ci si assume in piena responsabilità, e all’interno di questa scelta politica entrano in gioco tanti altri fattori che la maggioranza e l’opposizione hanno il diritto e il dovere di considerare, come i tempi dell’iter e la gravità del vulnus, che, ripeto e sfido chiunque su questo, è un vulnus solamente formale, e anche la considerazione della situazione esterna.

    Ore 11.14 Ostruzionismo delle opposizioni
    Con la richiesta di parlare «in dissenso» rispetto al gruppo, sono molti i senatori del Pd che stanno prendendo la parola in Aula sul ddl Gelmini per annunciare che si asterranno dal partecipare alla votazione dell’art. 10 del provvedimento. Si tratta di un annuncio di ostruzionismo da parte delle opposizioni che cercano così di rallentare l’approvazione della riforma universitaria sulla quale hanno espresso netta contrarietà.

    Ore 11.12 Schifani convoca capigruppo Il presidente del Senato Renato Schifani ha convocato la conferenza dei capigruppo subito dopo l’approvazione dell’art. 10 del ddl Gelmini. L’Aula ha ripreso stamane la votazione degli emendamenti in un clima di tensione. Il senatore del Pd Luigi Zanda, e prima di lui il capogruppo dell’IdV, Felice Belisario, hanno detto di non condividere la decisione di convocare la capigruppo.

    Ore 10.43 Oltre 400 emendamenti Sono circa 400 gli emendamenti che il Senato in giornata dovrà esaminare e votare. Dopo la bagarre di ieri sera sull’articolo 6 del ddl Gelmini, dove è stato evidenziato un «pasticcio» dovuto ad una norma che viene modificata in quell’articolo e poi cassata in un articolo successivo, il 29, della stessa legge, su decisione della presidenza, l’esame degli emendamenti riprende dall’articolo 7 e proseguirà per l’intera giornata sui 29 articoli della riforma universitaria. L’articolo 6, per ora accantonato, verrà votato alla fine dell’esame del ddl e verranno rivotati quegli emendamenti che, in un momento di caos, erano stati dati per approvati dalla presidente di turno Rosi Mauro. Le opposizioni insistono, anche stamane, sulla necessità di modificare il ddl, perchè gli articoli 6 e 29 sono in contraddizione fra loro mentre il governo intende sanare la contraddizione in sede di conversione del decreto legge milleproroghe. L’incidente di ieri ha ovviamente spostato il calendario dell’aula che prevedeva per stamattina il voto finale sulla riforma. Se non ci sarà la decisione di proseguire ad oltranza, anche in serata, è probabile che la contestata riforma Gelmini diventerà legge giovedì mattina.

    Ore 10.15 Gelmini: politica non cavalchi protesta «Il compito della politica non è cavalcare le proteste, ma trovare soluzioni». Lo ha detto, intervenendo a Mattino cinque, il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, mentre gli studenti si apprestano a scendere in piazza per protestare contro la riforma dell’università. «Credo che questo Governo – ha detto – sia stato eletto per risolvere i problemi e non per rinviare le soluzioni. Non possiamo dire ‘signori non abbiamo fatto le riforme ma abbiamo dialogato moltò». Il ministro ha quindi aggiunto che avrebbe voluto un confronto pacato con l’opposizione. «All’inizio con la senatrice Garavaglia c’è stato ma poi è arrivato l’ordine di scuderia di votare contro». Ha comunque ribadito di essere disponibile a dialogare anche nella fase dei decreti attuativi.

    Ore 10.12 Gasparri: dibattito occuperà la giornata «Dobbiamo votare ancora centinaia di emendamenti. È ragionevole pensare che il dibattito possa occupare tutta la giornata di oggi». Lo ha detto il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, stamattina a Omnibus su La7 a proposito della discussione del decreto Gelmini sull’Università.

    Ore 10.10 Finocchiaro: mostro giuridico Quello che Š accaduto con le votazioni di ieri in Senato e le successive decisioni assunte dalla Giunta per il Regolamento confermano che questo governo e questa maggioranza «stanno costruendo un mostro» nella procedura legislativa: lo ha detto la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, intervenuta in Aula sulle decisioni della Giunta. «Non abbiamo condiviso la scelta della Giunta per il Regolamento. Poich‚ – ha spiegato la senatrice Finocchiaro – si Š deciso che una parte del controllo sul procedimento legislativo venga trasferito nelle stanze di Palazzo Chigi, io penso che le argomentazioni di oggi possano avere un peso ed essere motivo di riflessione finch‚ non arriveremo al nodo del coordinamento formale. Non c’Š nessuna contraddizione formale nel testo: essa Š esplicita e netta. L’antinomia andava risolta nel procedimento legislativo. Credo che dobbiamo affermare con chiarezza un concetto: il governo ha un potere limitato sul procedimento legislativo. Non pu• entrare nel recinto della regolarit… del procedimento legislativo, quando ci• accade Š una spoliazione indebita del Parlamento». L’esponente del Pd ha infine invitato governo e maggioranza «a riflettere su un paradosso: Camera e Senato si esprimono prima su un provvedimento, poi arriva il coordinamento formale e infine il governo presenta un decreto? Stiamo – Š la conclusione della senatrice Finocchiaro – costruendo un mostro».

    Ore 10.04 Gelmini: assente politica diritto allo studio «È un vero scandalo, da sempre, l’assenza in questo paese di politiche per il diritto allo studio». Lo ha detto, intervenendo a Mattino cinque, il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Per il ministro attribuendo finanziamenti in base al merito si libereranno risorse da dirottare sul diritto allo studio.

    Ore 10.01 Gelmini: legge fa paura Parentopoli? La riforma serve a stroncarla. Lo ha ribadito, dai microfoni di Mattino cinque, il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. «È un atteggiamento diffuso nelle università e i casi di questi giorni purtroppo – ha detto – non sono isolati. In molte università c’è la promozione di parenti, amici e amici degli amici. Questi fatti – ha aggiunto – sporcano l’immagine dell’università e del buon lavoro di tanti professori e ricercatori. Chi sta dalla parte dell’università non può far finta di non vedere questo malcostume. Bisogna mettere fine a questi comportamenti inqualificabili e il ddl lo fa in maniera netta impedendo le assunzioni di familiari fino al quarto grado di parentela». Per Mariastella Gelmini «il fatto che qualcuno si sia affrettato a far assumere parenti dimostra che la legge funziona e fa paura». «Elimina il malcostume e introduce trasparenza nei concorsi stroncando gli accordicchi locali. Ci sarà – ha concluso – un’abilitazione nazionale e la chiamata diretta da parte delle università».

    Ore 9.55 Giunta affronterà tema votazioni «Alla Giunta Š all’esame la riforma del Regolamento del Senato. In quell’occasione si affronter… il tema delle votazioni e si inserir… il discorso del massimale come precedente. Gli uffici, in ordine ai precedenti, forniranno eventuali chiarimenti. Il fatto di ripetere un paio di votazioni elettroniche si Š reso necessario proprio perch‚ non ero convinto»: lo ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, in replica al senatore dell’Italia dei Valori Francesco Pardi che aveva criticato le decisioni prese ieri sera dalla Giunta per il Regolamento di far ripetere le votazioni su alcuni emendamenti dati erroneamente per approvati.

    Ore 9.53 Gelmini: Anvur come la Consob L’Agenzia per la valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) «avrà le stesse funzioni di Bankitalia e della Consob». Lo ha sottolineato, intervenendo in collegamento dal Senato con la trasmissione Mattino cinque, il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. «Sarà un Agenzia di alto profilo con figure indipendenti che individueranno i criteri in base a cui premiare la migliore didattica e la migliore ricerca». «La vera rivoluzione di questa riforma – ha aggiunto il ministro – è l’affermazione di un sistema di valutazione terzo, indipendente dalla politica e scientificamente qualificato». Mariastella Gelmini ha quindi ricordato che l’anno scorso è già stato distribuito «il 7% del Ffo in base ai risultati e che l’intenzione è di portare questa percentuale nell’arco di 3/4 anni al 20-25%».

    Ore 9.45 Gelmini: ci sono condizioni per approvazione «Credo che ci siano le condizioni per approvare la riforma dell’universita». Lo ha detto, intervenendo a Mattino cinque, il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. «Siamo – ha aggiunto – a metà del lavoro. Abbiamo votato circa la metà degli emendamenti. Mi auguro che si possa andare velocemente verso l’approvazione di un provvedimento indispensabile e urgente per l’università italiana».

    Ore 9.38 Meloni: sì a finanziamenti privati Giusto incoraggiare i finanziamenti privati per i giovani talenti tanto che ha «stanziato 100 milioni per aziende e fondazioni che decidano di investire sulle capacità e il talento degli under 35» e sì al diritto allo studio per cui «è nato il prestito d’onore». Lo afferma il ministro della gioventù Giorgia Meloni in una intervista al Corriere della Sera in ui aggiunge: «Mi piacerebbe poter parlare in una università o in una scuola senza che risulti una provocazione eun problema per l’ordine pubblico. Preferisco il confronto, anche aspro, con i giovani». Sui giovani che manifestano contro la riforma Gelmini, Meloni osserva: «A parte pochi violenti, sono ragazzi che protestano per esprimere un disagio vero, di una generazione, la prima che fronteggia una realtà peggiore di quella dei padri. Noi per loro ci saremo sempre». Tuttavia, il ministro della Gioventù, aggiunge di non capacitarsi del fatto che «siano contrari a una riforma che distribuisce le risorse in base alla qualità didattica giudicata proprio dagli studenti, che impone a chi ha una cattedra di andare a insegnare, che vieta ai baroni di sistemare in facoltà l’intero albero genealogico».

    Ore 9.36 Gelmini: ridare dignità a titoli di studio «La riforma dell’università è un passo avanti necessario verso il merito,la trasparenza, il diritto allo studio. In questi due anni il confronto con tutto il mondo accademico non è mai mancato. Ridare dignità e spendibilità ai titoli universitari italiani è indispensabile. La riforma è urgente anche per questo». È quanto afferma il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera in cui il ministro illustra quanto il governo ha fatto in materia di istruzione e lavoro per i giovani. Secondo Gelmini è «innegabile» che «oggi le aspettative dei giovani siano peggiori di quelle dei loro padri». Proprio per questo, ribadisce il ministro, «continuare a rimandare le decisioni significa solo lasciar persistere un vuoto». Gelmini ricorda quindi come i punti fondamentali di istruzione, lavoro e welfare abbiano già orientato l’azione di governo come nel caso del Piano di azione per l’occupabilità dei giovani definito insieme ai ministri Maurizio Sacconi e Giorgia Meloni. Gelmini ricorda ancora la riforma dell’istruzione tecnica e professionale e il rilancio dell’apprendistato.

    fonte:leggo     scelto da michele d elucia

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