Piano di Sorrento Antonio D´aniello si dimette dal direttivo del PD

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Nel giorno delle primarie a Piano di Sorrento che facendo correre da solo il PD lo condanneranno, a causa della riforma che diminuisce i consiglieri e dei numeri previsti di voti, a non avere rappresentanti in consiglio comunale con l’entrata in scena di due nomi per le primarie non previste all’inizio, uno dei membri più attivi del PD, Antonio D’Aniello, si è dimesso. Pubblichiamo il suo intervento ricordando come in altre realtà, come Cava de’ Tirreni, per esempio, ai giovani venga data addirittura la segreteria del partito. Un partito che avrebbe bisogno di nuove energie che invece rischia di perdere.

Mi sono dimesso dal direttivo del PD di Piano di Sorrento, nella settimana che verrà sarò fuori zona per motivi personali, mia madre deve avere un piccolo intervento su a Roma, però la mia assenza alle primarie del Partito democratico di Piano ha motivazioni politiche, non personali, onde evitare che le due cose potrebbero mischiarsi ho preferito, non condividendo il percorso, dimettermi dal gruppo dirigente cittadino. I giovani democratici sono un’altra cosa e resteranno il luogo del mio impegno. Rispetto al circolo cittadino ed al partito resto un iscritto come tutti gli altri continuando a sentirmi rappresentato (più o meno) a livello nazionale.

Per me è un giorno doppiamente triste oggi.

Ho iniziato la politica attiva in questo partito, qualche anno prima avevo preso una tessera, ma non avevo sentito quella spinta, quella appartenenza maturata con le primarie che portarono Walter Veltroni alla segreteria del Partito Democratico. Un partito che aspirava ed aspira al governo, che è solo ‘momentaneamente all’opposizione’, i cui valori e idee possono essere aggreganti per tante altre forze politiche poiché da soli non si va da nessuna parte.

Forse il mio è un modo di intendere la politica ‘da manuale’ o da ‘idealista’, fuori quindi dalla realtà, eppure il metodo che ho imparato è questo: si scrive un programma sull’idea di governo e sviluppo del paese, poi lo si confronta con le altre forze politiche, in caso di convergenze e fatte le opportune mediazioni, si inizia a discutere di nomi. Nel caso in cui idee e nomi coincidano, si siglano accordi, alleanze.

A Piano di Sorrento invece tutto questo non vale. Il programma che si è scritto è qualcosa di fumoso, su cui emergono distinguo e conflitti ad ogni riunione. Il confronto con le altre forze politiche non è stato nemmeno aperto, dopo un incontro con la maggioranza dell’attuale Sindaco ed un altro con l’opposizione ed un rappresentante dell’Idv si è decisi di votare ed andare da soli senza tener conto delle fratture interne, del disimpegno di tanti democratici iscritti al partito. Il progetto politico della lista del Partito Democratito a Piano di Sorrento è perdente in partenza, si ci candida a fare l’opposizione tenuto conto della legge elettorale che caratterizza i comuni con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti. Scelta effettuata nonostante il giudizio negativo espresso verso l’attuale amministrazione del paese da una maggioranza schiacciante dei membri del direttivo stesso del partito.

Spaccare il fronte dell’opposizione e presentare una lista autonoma significa consegnare il paese per altri cinque anni a Giovanni Ruggiero, che vista la preponderante presenza di persone di destra, iscritti o votanti PDL dovrebbe essere il nostro avversario naturale. Personalmente ho ritenuto irresponsabili alcuni ragionamenti, secondo i quali ci si augurava che l’opposizione consiliare (ciò che ne resta probabilmente) non presentasse la lista e che quindi il PD avrebbe potuto racimolare qualche consigliere di minoranza in più. Anteporre gli interessi del partito a quelli del paese non è la politica che ho immaginato iscrivendomi al Partito democratico. Il ragionamento nazionale che si sta facendo per mettere all’angolo Berlusconi dovrebbe essere utilizzato anche sul livello locale.

Allo stesso modo, ritengo sia mancato quel ricambio generazionale interno al partito democratico che possa rendere competitiva una eventuale squadra elettorale. Sia ben chiaro, per ricambio generazionale non intendo me, ma intendo quella fascia di trentenni-quarantenni, magari professionisti, che potrebbero prendere a cuore le sorti del nostro paese. Quella generazione pare sia saltata rispetto all’impegno politico.

Mi sono iscritto al Pd ed ho contributo, come tanti, all’attività del partito rinunciando a brandelli di vita personale, credevo, speravo forse, che il circolo potesse essere per me, nuovo alla politica una palestra ed un luogo di formazione, purtroppo in tre anni le uniche delibere che ho letto sono quelle che ho preso personalmente come cittadino o quelle che mi ha lasciato qualche consigliere comunale, mio malgrado non del Pd. Come ho sempre detto, siamo stati e siamo tutt’ora assenti sui temi del governo della città, non prendiamo posizioni e non ne abbiamo prese nei confronti dell’amministrazione e dei tanti suoi provvedimenti a mio avviso sbagliati e dannosi.

Giusto per essere chiari, qualora mi venisse risposto che tutto l’impianto delle primarie fosse soltanto un modo per mettere il partito in condizioni migliori nel caso di una trattativa non solo lo reputerei poco chiaro, ma anche ingannevole perché tali strategie devono essere discusse ed approvate dal direttivo.

Collaborare ad un progetto che reputo dannoso per il paese è contrario alla mia coscienza, pertanto non mi sentirò impegnato in questa campagna elettorale e credo sia atto dovuto da parte mia dimettermi dal direttivo cittadino e da ogni ruolo dirigenziale interno al partito democratico di Piano di Sorrento, sarò un iscritto come i tanti di cui in tre anni non ho nemmeno visto il volto.

Per quanto mi riguarda continuerò ad occuparmi di giovani democratici e resto assolutamente convinto che il partito democratico, con tutti i limiti e difetti, sia ancora il partito che mi rappresenta a livello nazionale, regionale e provinciale. Spero con i miei coetanei e con le generazioni successive di riuscire a svegliare una coscienza politica e chissà, riuscire in quella rivolta generazionale che ancora manca a questo paese.

Buon lavoro a tutti.

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