LA GIORNALISTA PAOLA CARUSO HA SOSPESO LO SCIOPERO DELLA FAME CONTRO IL PRECARIATO

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    La vicenda di Paola Caruso sembra giungere a buon fine. La giornalista precaria del Corriere della Sera oggi ha sospeso lo sciopero della fame, protesta che aveva iniziato in segno di frustrazione per le sue condizioni di lavoro. Nel suo blog ringrazia tutti e aggiunge: ‘Ho raggiunto il mio obbiettivo, sensibilizzare l’opinione pubblica, almeno per quanto riguarda la Rete e gli organi legati all’editoria. Rivoluzionare il sistema mi pare arduo, ma si può tentare di cambiare le regole, di dare più serenità ai precari, di garantire a tutti un lavoro dal valore monetario adeguato e sufficiente a pagare affitto e mantenimento, senza l’aiuto della famiglia. Purtroppo precarietà non significa flessibilità’. Sul blog Infoservi c’è una buona cronaca che racconta molte dichiarazioni di questi giorni, tra chi ha difeso Paola Caruso sostenendo la sua causa e chi invece è stato molto duro nei suoi confronti. Molti blogger e utenti di alcune reti sociali hanno da subito espresso solidarietà pur non conoscendo personalmente la Caruso e i dettagli del suo caso: l’hashtag #iosonopaola si è diffuso velocemente tra Friendfeed, Twitter e Facebook e la stessa Caruso invita la blogosfera a cambiarlo in #iosonoprecario per raccontare, anche anonimamente, le storie di tutti quelli che sono nella sua condizione. Molti invece hanno criticato sia il comportamento della Caruso sia quello di chi l’ha sostenuta: tra i primi Matteo Bordone, Guia Soncini e Blimunda sono stati molto critici per la reazione della Rete e lo sfogo della Caruso mentre secondo Suzukimaruti è stata abilissima nel lanciare una campagna ma forse non farà più la giornalista, magari il social media manager. C’è chi ha usato l’ironia sulle foto della sua bilancia mentre altri hanno dichiarato di essere nelle stesse situazioni o ad esempio di aver lavorato gratis per Roberto Saviano. Intanto il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli che non conosceva il caso della Caruso si è detto disposta ad incontrarla quando sarà disponibile e più lucida. La situazione della stampa è difficile, noi di Positanonews, nonostante siamo fra i giornali online più visti in Campania, leader in costiera amalfitana, penisola sorrentina, provincia di Salerno e Monti Lattari, non riceviamo un centesimo di soldi pubblici e i comuni non rispettano la legge che prevede la destinazione dei fondi per la pubblicità istituzionale alle testate locali, a volte si lotta per far sopravvivere una voce che viene riconosciuta dai lettori.  Fra i precari ci annoveriamo noi che ci siamo inventati Positanonews ma in questo campo ci sono una miriade di persone che si trovano a fare i precari non pensando che comunque le abilità acquisite nel fare il giornalista, che fatta bene è una professione che dà una grande ecletticità mentale e culturale, ma forse non adattamento sociale, possono essere utilizzate in tanti altri campi a meno di non voler irrigidirsi nel volere in tutti i costi fare il giornalista tradizionale.. Allora diventa una sorta di autoimposizione o fissazione. Riuscire a crearsi da soli un proprio settore o farsi conoscere, come ha fatto la Caruso, è invece una cosa intelligente. Di certo la Caruso ha messo i riflettori, anche se solo sul web, sulla condizione di chi lavora nei giornali. Una condizione di assoluta precarietà che a volte dura decenni.. un “Deserto dei Tartari” che vede uomini e donne rinunciare magari ad altre realizzazioni personali o sociali (una famiglia che molti per esempio non si possono fare) per inseguire un sogno.. la “riconversione” invece oggi è possibile se si vogliono fare sacrifici e si hanno capacità background professionale e pazienza..Non ti conosciamo ma in bocca al lupo Paola e in bocca al lupo a tutti i precari.. 

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