Agropoli. Autovelox, la Provincia all’attacco. Lettera di messa in mora al Comune: i soldi delle multe o azioni legali

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Agropoli. Non una semplice richiesta di chiarimenti, ma piuttosto una vera e propria messa in mora con tanto di minaccia di adire le vie legali se il Comune non metterà a disposizione tutte la documentazione necessaria a definire il dovuto. La Provincia ha così intimato al Comune di Agropoli di versare la metà delle somme incamerate con l’autovelox piazzato sulla Cilentana, strada di proprietà dell’Ente. E che somme: milioni di euro che rischiano di mandare gambe all’aria il bilancio del Comune. «Le mie affermazioni non sono invenzioni», sottolinea il consigliere di minoranza Emilio Malandrino, replicando all’assessore Adamo Coppola che aveva affermato, invece, che non c’era una norma che obbligasse il Comune a versare alla Provincia il 50% dell’incasso delle multe. A sollevare il caso era stato Malandrino, citando un documento del 6 settembre scorso col quale Palazzo Sant’Agostino reclamava il dovuto (se il Comune ha incassato 5,5 milioni di euro circa deve all’Ente proprietario della strada 2,2 milioni). A questa missiva ne è seguita un’altra, ben più perentoria, del 31 ottobre scorso, con la quale il dirigente del settore Viabilità della Provincia ha dato mandato all’avvocatura di attivare «adeguate azioni legali volte al recupero delle somme dovute dal comune di Agropoli» per l’autovelox piazzato sulla provinciale 430. In entrambe le lettere si fa riferimento all’articolo del Codice della strada nel quale si stabilisce che «i proventi derivanti dall’accertamento delle violazioni (…) sono attribuiti in misura pari al 50% (…) all’ente proprietario della strada su cui è stato effettuato l’accertamento». Nella comunicazione si evidenzia che il comune cilentano «risulta non aver mai riversato alla Provincia la quota ad essa spettante», comunicando così «la formale messa in mora». Palazzo Sant’Agostino ha anche chiesto di esercitare l’accesso agli atti per conoscere l’importo complessivo dei proventi delle sanzioni. In mancanza, la Provincia minaccia azioni legali contro il comune «con un ulteriore aggravio di spese». «Considerata la risposta di Coppola – sottolinea Malandrino – mi chiedo se è a conoscenza di questo documento che da giorni è all’attenzione dell’ufficio finanziario. In caso positivo, o la Provincia ha sbagliato indirizzo dell’Ente creditore e forse voleva scrivere a qualche altro Comune, oppure, se ne ha preso visione l’assessore, non è riuscito a comprendere appieno ciò che veniva scritto dall’Ufficio Avvocatura della Provincia». (Andrea Passaro – La Città)

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