Chievo -Juventus 1-2 – Pjanic regala la vittoria ai bianconeri su punizione. foto

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    Una punizione del bosniaco regala il 10° successo Dopo tante prove opache, l’ex romanista è decisivo

     

    Passata la tempesta di Champions, la Juventus raggiunge serena la sosta: vittoria esterna sul Chievo e primato saldissimo, gioco intermittente però non è un problema. Compensano il carattere e le qualità dei suoi campioni, stavolta quelle balistiche, straordinarie, di Pjanic: è una punizione perfetta a sigillare il successo dopo il vantaggio di Mandzukic e il pareggio di Pellissier. 


     
    INTERPRETI. Allegri cambia ancora modulo, ricorre al turn-over per rinfrescare una squadra appesantita dalle fatiche di Champions. La difesa resta lunga, come contro il Lione, però tre interpreti sono nuovi: Lichtesteiner e Alex Sandro terzini, Benatia centrale accanto a Barzagli. L’azzurro, in realtà, si fa male dopo pochissimi minuti, così entra Bonucci che, evidentemente, non accusava la famosa elongazione. La novità è il tridente, modellato senza rinunciare a Mandzukic: il croato s’allarga a sinistra e Cuadrado avanza a destra, di fatto sono il colombiano e Alex Sandro, oscillando in direzioni opposte sulle fasce, a modificare il 3-5-2 abituale. Novità anche nel cuore del centrocampo: Hernanes detta i tempi, Marchisio rifiata. Il Chievo s’adatta al sistema di gioco bianconero, dipanando un inedito 3-5-1-1: Spolli aggiunge solidità davanti a Sorrentino, con Cacciatore e Izco che s’abbassano per dare una mano e Birsa che raccorda, un passo dietro Floro Flores. 


     
    EQUILIBRIO. I dispositivi di Maran e la concentrazione dei suoi uomini finiscono per inamidare a lungo la partita, lasciando alla Juventus un possesso marcato eppure sterile, infiammato a tratti dall’anarchia positiva di Cuadrado oppure dagli sprint di Alex sandro. Il primo tempo scorre così senza trame brillanti, caratterizzato da un sostanziale equilibrio, tuttavia, mentre Buffon può sonnecchiare, disturbato solo da una conclusione di Spolli, il Chievo trema in più circostanze: Mandzukic, però, non è preciso né quando calcia dopo essersi liberato in area di Spolli né quando s’avvita su cross di Alex Sandro, e Sorrentino ferma Higuain due volte, prima precedendolo in uscita e poi murandolo sul primo palo. 


     
    SENSAZIONE. Nella ripresa, la Juve guadagna velocità, è più disinvolta nel far frullare la palla, soprattutto ha il merito e la fortuna di trovare in fretta il varco buono: un tocco splendido di Cuadrado in profondità, agevolato da una distrazione di Gobbi, libera Mandzukic che controlla e incrocia il destro. A questo punto, è facile immaginare una discesa bianconera, ma il Chievo, orgoglioso, ribalta le aspettative, trova la forza di reagire e incrina le certezze: Buffon è piazzato su Castro che calcia sottoporta, poi però deve arrendersi al rigore di Pellissier (gol numero 99 in serie A), entrato al posto di Izco per irrobustire l’attacco nel tentativo di rimontare. E’ lui stesso a procurarselo, uncinato da Lichtsteiner in un momento in cui però tutta la difesa appare sguarnita. La sensazione è che il tocco, in realtà, sia fuori area, ma Valeri non ha esitazioni e indica il dischetto. 
     
    SLALOM. La Juve rivede i fantasmi del Lione, s’allunga l’ombra di un altro pareggio bruciante dopo l’illusione del primo gol: c’è tempo, certo, ma le verticalizzazioni schermate e i traversoni senza esito alimentano le speranze del Chievo. I bianconeri hanno tuttavia risorse infinite, qualità individuali che possono illuminare gare tanto complicate, così provvede Pjanic a risolvere gli impicci con una parabola telecomandata, imprendibile, su punizione. Adesso il Chievo non riesce più a ribellarsi, anche perché Allegri sceglie di proteggersi inserendo Evra per Higuain: il francese agisce da terzino, con Alex Sandro che avanza, opposto a Cuadrado, per aumentare il filtro e rovesciare il fronte nel 4-5-1. Niente barricate, però, anzi la vittoria potrebbe arrotondarsi, ma Sorrentino è superbo su Sturaro e ancora su Pjanic, mentre Cuadadro conclude fuori dopo uno slalom da applausi.  

    Fonte:corrieredellosport 

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