COSTA D´AMALFI: IL MONTE CERRETO ED IL PATRIMONIO AMBIENTALE E NON SOLO
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Da alcune settimane a questa parte sto dedicando la mia
attenzione alle zone alte della Costa di Amalfi, il territorio
della “montiera”, occupandomi prevalentemente di turismo
religioso e , quindi, di chiese, ma non solo. Va in questa
direzione anche l’articolo che segue, che scrissi qualche anno
fa, esattamente il 29 settembre del 2012 , per questo giornale e
che ho recuperato dalla memoria del computer. Affronta il
problema della valorizzazione dei Beni Ambientali, di cui il
Monte Cerreto, che ricade nel demanio di Ravello, Tramonti e
Agerola, è una testimonianza unica ed irripetibile, e dei siti
archeologici del vasto territorio della Campania, per
qualificare e diversificare la nostra offerta turistica
?
Nella Costa di Amalfi c'è uno straordinario punto di osservazione in grado di scaricare emozioni che
terremotano cuore, anima e pensieri. Si tratta del Monte Cerreto tra Tramonti e Ravello, maestoso nei
1300 metri della cima scabra e quasi lunare nell'assenza di vegetazione. Dà, però, brividi di piacere
nella scoperta del bosco e, soprattutto, del sottobosco con la ricchezza e la varietà della vegetazione
nel caleidoscopio cangiante dei colori e nella intensità dei profumi, soprattutto in questa stagione
autunnale.. Fu conquista di beatitudine il pianoro della cima con a destra il Vesuvio ad eterna
minaccia di città e paesi cresciuti disordinatamente tra campagne fertili, Napoli a corona del golfo e,
all'orizzonte lontano, Cuma ed il litorale flegreo e, via via, a distanza sempre più ravvicinata le isole, e,
poi, Ercolano e Stabia, Pompei e Nuceria con la strada di penetrazione verso il mare di Vietri
(Marcinnna) ed il porto etrusco di Fuenti. In lontananza la Piana del Sele, con, al di qua, la
potente Picentia, e al di là, Poseidonia elegante d'arte e devota agli dei in templi e santuari a
specchio di mare e/o alle foci dei fiumi. Più giù ancora Velia fecondata dal Pensiero Antico di
Parmenide e Zenone e, a seguire, la Costa delle Sirene e dei Miti con Palinuro che sigilla e dilava
scogli con pianto di naufrago nel cuore delle grotte viola. Un bel giro di orizzonte per una cavalcata
sull'onda delle emozioni a riscoprire, a volo d'uccello, secoli di miti e storia/e, da quella greca
di Pintecusa(Ischia) a quella romana di Capri ossificata dall'otium di Tiberio nella villa imperiale
sull'abisso di roccia precipite sul mare, alla gelosia d'amore cantata da Tibullo per Delia in vacanza
trasgressiva nella peccaminosa Baia, alla civiltà dei Sarrassi lungo il Sarno.
Chi avesse voglia di riscoprire orgoglio di identità e di appartenenza ad un territorio che è al centro di
un polo turistico di eccellenza di caratura mondiale, che vanta ed espone non solo bellezze di
paesaggi che dalla battigia s'inarcano a conquista di cielo con l'anfiteatro a sbalzo di agrumeti che
ingioiellano le colline, non ha che da salire fin lassù. Scoprirà, allora, come feci io alcuni decenni fa,
che non c'è da inorgoglirsi solo della storia prestigiosa della Repubblica Marinara di Amalfi, di Ravello
deputata da Wagner a città della musica, di Positano dove case, terrazze e cupole maiolicate di chiese
sagomano colline e montagne simulando pitture nel vero del costrutto. C'è anche Punta Campanella a
richiamo d'amore con Capri divina di seduzione . Dall'altro lato è luminosa di sole Punta Licosa che
piange su lamine di scogli la sua dolente storia d'amore e morte, gabbata ed umiliata da Ulisse
Pellegrino,che, bello come un dio, nudo negli afrori di iodio e sale, affida alla brezza il canto/beffa di
trionfo e passa oltre. E da qui, dall'altura dei Lattari, si vive la magia di acqua e fuoco nella gloria della
luce dell'alba o nella conflagrazione saettante del rosso tramonto, fuoco che, da secoli s'inabissa nel
tumultuoso ventre carsico della terra dalla voragine assonnata del Monte Somma e dell'Epomeo e
riemerge sulfureo e in nembi minacciosi di fuoco e lapilli a Stromboli e all'Etna, nell'esaltazione della
forza vitale della mediterraneità
Io l'ho provata. Invito tutti a fare altrettanto, anche perchè dal pianoro del Cerreto si apre a sinistra lo
spettacolo dei tredici villaggi di Tramonti a ricamo di vallata dal Valico di Chiunzi al mare di Maiori e
di Minori L'attenzione si focalizza su Polvica che vanta una villa rustica romana, che fa da naturale
collegamento a quella marittima di Minori. Ho focalizzato la mia attenzione sul patrimonio
archeologico, che in Campania è e resta un grande attrattore culturale e che anche la Costa d'Amalfi
dovrebbe promuovere per arricchire la sua offerta turistica di qualità, soprattutto nel periodo di bassa
stagione. Lo dovrebbe fare sottolineando ed esaltando la sua centralità rispetto ad un polo turistico di
eccellenza di caratura mondiale, come scrivevo dianzi, ma anche perchè conserva testimonianze
archeologiche di straordinaria importanza, anche se poco o niente affatto conosciute: le ville
romane di Minori, Tramonti, Positano, Vietri, Amalfi. Peccato che quella di Marina di Vietri sia stata
quasi cancellata e sepolta da una Chiesa e dalla Caserma dei Carabinieri e quella d'Amalfi sia stata
adibita prima a bar e poi a negozio di ceramica, anche se con vista da pavimento in vetrocemento.
Eppure l'orgoglio di identità e di appartenenza a questa grande memoria storica dovrebbe averlo
soprattutto Amalfi se riscoprisse ed esaltasse il suo ruolo di città leader soprattutto nel Turismo
Culturale. Ma la visione comprensoriale dello sviluppo è ancora al di là da venire, purtroppo Ne
costituiscono un ostacolo, quasi insormontabile i detentori del piccolo potere locale, tronfi di vanità ma
poveri di idee. La loro preoccupazione maggiore è: pattugliare, con arcigna gelosia, i confini del
municipalismo. Ed il dramma è che i recinti sono soprattutto mentali più che fisici. Urgerebbe una
rivoluzione culturale prima che politico/amministrativa per sbaraccare trincee, reticolati e garitte,
ossificate dentro dall'attaccamento perverso al piccolo potere, nell'anima, nel cuore e nei pensieri
Consiglio loro una salutare giornata di trekking, magari con il pretesto del foliage, che è di moda in
questa stagione a cerca di marroni lustri a fuoriuscita dai ricci dorati, di funghi che si incappellano
vanitosi alle radici degli alberi, di ciclamini che sorridono timidi nei fossati umidicci e/o tra tappeti di
foglie ramate del sottobosco. E magari facciano uno sforzo ed arrivino fino in cima per emozionarsi, se
il profumo del potere,che, spesso, inaridisce ed incattivisce, ha ancora lasciato nelle loro anime
sensibilità per il culto della bellezza ,ed inorgoglirsi per lo spettacolo di grazia e di armonia su di un
orizzonte sconfinato da un punto di osservazione strategico da una delle cime più alte dei Lattari.
Questo è, come si sa, l’Anno Nazionale dei Cammini Suggerisco ai tre comuni di Ravello, Tramonti
ed Agerola, nel cui demanio ricade il Monte Cerreto di ipotizzare e realizzare un progetto di cammini,
itinerari attrezzati alla scoperta e fruizione della montagna, utilizzando i fonti stanziati per l’occasione
Giuseppe Liuccio
liucciogiuseppe@gmail.com
g.liuccio@alice.it