Sorrento, la lente di ingrandimento sulla legalità e la giustizia

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Nel convegno organizzato dal Lions Club Penisola Sorrentina messa in luce la differenza tra i due termini

 

 

 

Sorrento – Messa sotto la lente di ingrandimento la differenza tra le due parole legalità e giustizia nel convegno organizzato dal Lions Club Penisola Sorrentina e che si è svolto presso l’Auditorium San Valerio di Sorrento.

Nell’amena collina sorrentina della frazione di Casarlano si è svolto questo convegno ‘Stato della legalità e della giustizia nella penisola sorrentina’ che, patrocinato dell’Ordine degli avvocati di Torre Annunziata e dell’Aidap, ha visto in dibattere appunto e mettere in luce non solo quello che esse sono e rappresentano in questa zona ma come suddetto, la loro differenza.

Alla presenza sia delle autorità civili (sindaco Cuomo ed in aula di Piano di Sorrento Iaccarino) che di quelle militari (presenti il vice questore aggiunto della Polizia di Sorrento, Donatella Grassi, il capitano dei Carabinieri Marco la Rovere) e religiose, (presente l’arcivescovo diocesano Monsignore Francesco Alfano, il parroco della Chiesa di Santa Maria di Casarlano, Fabio De Biase), il dibattito è stato moderato e ne ha dato il via dal presidente del Lions Club, Davide Infuso, con le dovute presentazioni e ringraziamenti.

Come dicevamo due parole: legalità e giustizia, una significa ‘conformità alle leggi’ e l’altra ‘principio morale, virtù, consistente nel dare a ciascuno il dovuto, nel giudicare con equità ed attuazione delle norme giuridiche, potere di sancire i comportamenti illeciti da parte dell'autorità giudiziaria’. Il presidente ff del Tribunale di Torre Annunziata, il dottor Luigi Pentangelo, con voce squillante e concisa,  ha messo in evidenza che “c’è differenza tra queste due parole perché la giustizia terrestre a differenza di quella divina è la ‘regola’ e la legge è l’ ‘eccezione’ “. Ma il tema riguardava soprattutto quello che rappresentavano nella penisola sorrentina, ma egli ha fatto riferimento a tutto il territori che è sotto la giurisdizione del tribunale oplontino perché “la giustizia è un valore universale per cui non conviene parlare solo della penisola sorrentina perché il Tribunale di Torre Annunziata ha tre macroaree che hanno di loro differente caratura ed esso tratta tutti gli affari del suo territorio di competenza”.

L’intervento del primo cittadino sorrentino, Giuseppe Cuomo, punta il suo occhio sulla legalità  perché “quando si parla di essa e anche di vita comune.  E la recepiscono i turisti ed i nostri residenti, perché anche nei nostri territori ci sono atti di criminalità”.

Una tra le voci autorevoli è stata quella dell’arcivescovo diocesano Monsignor Francesco Alfano che su questo tema “la chiesa è coinvolta ed una città, una società non possono crescere se non c’è un impegno collettivo. Educare la cittadinanza è importante specie alle fasce meno protette: i ragazzi, le famiglie in difficoltà ed alle persone sole della nostra penisola”. La parola citata dall’arcivescovo: educare, è risuonata anche nelle parole del parroco e presidente dell’ANSPI di Sorrento, Fabio De Biase, che “questa parola, che significa condurre fuori, è il percorso della giustizia e la sua prima forma è il dialogo ed è questo l’obiettivo degli oratori, tirare fuori il meglio di se dai ragazzi. Noi sacerdoti possiamo essere il ponte con le famiglie per crescere quella legalità che abbiamo nel cuore”.

Ma chi è che fa rispettare la giustizia e la legalità? Ovviamente le forze dell’ordine ed in sala erano presenti sia i funzionari della Polizia che dei Carabinieri. Il vice questore aggiunto Donatella Grassi ha ribadito che “la Polizia deve essere vicino al cittadino che però deve conoscere le regole. Poi la Polizia di Stato nelle scuole mette in atto vari progetti, tra cui quelli dei fuochi, sul bullismo per sensibilizzare i ragazzi ad essere dei bravi cittadini che devono avvicinarsi alla Polizia di Stato perché non facciamo paura”. Il capitano dei carabinieri della Compagnia di Sorrento, Marco La Rovere, ha messo in evidenza la loro capillare presenza perché “noi in penisola sorrentina abbiamo quattro presidi ed il nostro interlocutore è essa di 80mila abitanti e che ha raggiunto i 5mld di presenze. Per cui l’indotto di macchine e di persone è continuo e noi dobbiamo stare in strada e la nostra vigilanza è capillare”. “Portare la legalità i penisola – continua il capitano La Rovere – è dare delle risposte quotidianamente però accompagnate dalla collaborazione delle persone. Siamo andati nelle parrocchie a parlare con gli anziani delle truffe ed abbiamo avuto un buon riscontro”. Ma focalizza anche il loro impegno nelle scuole: “Un altro punto importante sono gli incontri in esse, perché è fondamentale che i ragazzi abbiano una reazione ad uno stato di isolamento quando non trovano delle risposte a quello che gli accade”.

A conclusione del dibattito, dopo le somme tirate da Giovanni Meo, presidente di Circoscrizione, l’arcivescovo Alfano chiude dicendo che “ci siamo detti degli impegni concreti che ci sono e nessuno si tiri indietro, perché bisogna camminare insieme. Questa bellezza di natura della nostra penisola diventi bellezza di unione”.

 

GISPA

 

 

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