LETTERA DI RINGRAZIAMENTO A BIAGIO IZZO

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Caro Biagio,

permettimi di usare il tuo solo nome di battesimo, in modo affettuoso, anche se non ci conosciamo di persona.

Ieri sera sono venuto in piazza Cota a Piano di Sorrento, con la mia famiglia, per assistere al tuo “one man show” la nostra intenzione era semplicemente quella di trascorrere una serata in allegria e di farci quattro sane risate – siamo per l’appunto quattro in famiglia !
Io ero soltanto uno dei tanti puntini indistinti che galleggiavano nella marea di persone a malapena contenute in quella grande piazza.

Ti confesso che dopo aver assistito al tuo mirabolante spettacolo, ridendo come tutti in modo ininterrotto dalla prima alla tua ultima parola, mi sono sorpreso del fatto che i sentimenti, che la tua esemplare performance mi hanno suscitato siano stati anche quelli della commozione e della gratitudine !

Si, proprio così ! al termine del tuo monologo, che è stato uno spettacolo mozzafiato di fuochi d’artificio sincronizzati con le emozioni, mi sono sorpreso a ritrovarmi commosso e grato a te: per averci dato una lezione civica di buon senso, del tipo di quello che una volta si definiva come del buon padre di famiglia e per aver trasformato, come per magia uno spettacolo comico in una magistrale lezione di filosofia costringendoci a pensare e a guardare dentro di noi con nuovi occhi. La cosa ancora più straordinaria è stata la circostanza che sei stato capace di far tutto ciò senza annoiarci, molti si annoiano solo ascoltando la parola filosofia, anzi ci hai addirittura fatto piangere dal troppo ridere.

Carissimo Biagio, permettimi di usare ora il rafforzativo, ieri sera quando eri sul quel palcoscenico e facevi ridere tutti a crepapelle, raggiungendo l’altissima vetta comica sulla cui cima ha piantato la bandiera il grande Totò, tu hai compiuto il prodigio di assumere poliedricamente altre numerose, diverse e complesse personalità. Eri simultaneamente il grande antropologo sociale Claude Lévi Strauss che ci analizzava e ci spiegava come eravamo fatti e come correggere i nostri difetti. Eri i geniali divulgatori: Piero e Alberto Angela che ci aprivano la mente al meraviglioso mondo della psiche umana spiegandoci come si forma e come si deforma il nostro pensiero e le azioni conseguenti. Eri i grandi filosofi Aristotele e Platone, fautori della filosofia della buona vita, che ci indicavano la via da seguire per vivere e far vivere meglio e nello stesso tempo ci incalzavano a correggere alcuni nostri difetti atavici, pungolandoci per migliorarci.

E bravo Biagio … vir ‘nu poc’ che te si firat’e fà … quanti personaggi sei stato capace di interpretare contemporaneamente … un bel record non c’è che dire !

Ogni tanto mi giravo e guardavo i visi delle persone dietro di me che erano trasfigurati dallo sforzo di sostenere una unica lunghissima risata senza soluzione di continuità per cinque quarti d’ora. Molti si coprivano il volto con una mano per nascondere la bocca deformata o lo sguardo velato dall’incessante lacrimare provocato dalla troppa ilarità.

Tra quei visi e quegli sguardi c’era anche il mio, ovviamente anch’esso rigato da copiose lacrime che, con mia grande sorpresa, ho scoperto essere per metà provocate dalla commozione per il prodigio ricevuto !

Bravo, bravo bravo Biagio e a presto rivederci.

Carlo Cinque

carlo@ilsanpietro.it

Positano 1 ottobre 2016 (Utente dal Web)

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