Pompei. Tragedia sfiorata in via Molinelle. Ubriaco spara dal balcone col fucile «per divertimento»: arrestato

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Choc nella città degli scavi: pregiudicato esplode colpi di fucile dal balcone di casa. Tragedia sfiorata in via Molinelle, quartiere a sud di Pompei, per un raptus di follia di un uomo ubriaco. Secondo alcuni testimoni «è solo un miracolo se non ci è scappato il morto». G.P., classe 1980, noto pregiudicato pompeiano, nella serata di ieri ha impugnato un fucile calibro 12 e si è messo a sparare all’impazzata dal balcone della sua abitazione. I vicini di casa, che per il troppo caldo erano seduti nei giardini e in terrazza, terrorizzati e sotto choc sono riusciti a mettersi in salvo in extremis. Ed è stato solo un caso di fortuna oppure – appunto – un «miracolo», come racconta qualcuno ancora sotto choc, se non ci sono stati feriti o, peggio ancora, morti. Anche tra i bambini. Sono stati gli stessi vicini di casa del pregiudicato, spaventati a morte dagli spari, a chiedere aiuto al 112. «Presto, correte: stanno sparando da un balcone di via Molinelle. Questo ci uccide tutti». Sul posto sono arrivati, prontamente, i carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Torre Annunziata che sono riusciti – mettendo a repentaglio la propria incolumità fisica – a disarmare l’uomo con la mente offuscata dai fumi dell’alcool. I militari dell’Arma, infatti, hanno riscontrato che il pregiudicato era completamente ubriaco. Si è temuto il peggio. Il pensiero di tutti è andato a quel maledetto pomeriggio di follia e terrore a Napoli, il 15 maggio del 2015 nel quartiere Secondigliano, quando un infermiere dell’ospedale Cardarelli si mise a sparare dal balcone di un appartamento in via Napoli dopo aver compiuto una prima strage all’interno del palazzo. Il bilancio drammatico fu di 4 morti e 5 feriti. Per fortuna il raptus del pompeiano non ha avuto gli stessi risvolti drammatici. Dagli accertamenti effettuati sul fucile – dalla matricola abrasa – sono emersi elementi inquietanti: l’arma è risultata essere il bottino di un furto avvenuto a Castellammare di Stabia nel 2004. Sul fucile sono in corso ulteriori esami più dettagliati da parte degli investigatori, finalizzati a stabilire se è stato utilizzato in episodi criminali avvenuti nell’hinterland vesuviano negli ultimi 12 anni. Sul pregiudicato ora pendono le gravi accuse di detenzione illegale di arma da fuoco e ricettazione. Secondo una prima ricostruzione della dinamica – fatta dagli inquirenti – l’uomo aveva bevuto troppo e, sembra, per «divertimento» avrebbe impugnato l’arma per poi sparare i colpi con il fucile dal balcone della sua abitazione. Un folle gesto che avrebbe potuto avere gravi conseguenze. In seguito all’arresto dell’uomo i carabinieri hanno proceduto con la perquisizione dell’abitazione di via Molinelle. Oltre al fucile utilizzato dall’uomo per sparare per «divertimento» – un’arma calibro 12 ancora carica – i militari hanno rinvenuto nel cortile dell’abitazione del pregiudicato i quattro bossoli delle cartucce esplose. Tutto è stato posto sotto sequestro. Dopo aver fatto le verifiche del caso sul fucile, i militari hanno scoperto che si trattava di un’arma rubata il 9 settembre 2004 ad un 52enne di Castellammare di Stabia. Ora bisogna fare luce su come l’arma sia finita nelle mani del pregiudicato. L’uomo è stato trasferito nel carcere di Poggioreale in attesa che il magistrato della procura di Torre Annunziata disponga la convalida dell’arresto e il successivo giudizio con rito direttissimo dinanzi al tribunale oplontino. (Susy Malafronte – Il Mattino) 

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