Piano di Sorrento salvato il Pino “sentinella” sulla S.S. 163. Il WWF ha accettato la donazione della proprietaria foto
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Piano di Sorrento salvato il Pino "sentinella" , come lo ha chiamato Positanonews , ripreso dagli altri giornali, sulla S.S. 163. Il WWF ha accettato la donazione della proprietaria a condizione che sia "al solo scopo di salvaguardare la pianta"
Tutto ebbe inizio da un vaso lesionato. Solo di recente l’artistica anfora della discordia, realizzata
con perizia nel 1954 in mattoni di cotto, ma restaurata in modo sprovveduto con un cappotto in
cemento dopo aver subito danni per la pressione delle radici di una decennale edera, è stata
finalmente eliminata.
Ma secondo il tecnico agronomo, incaricato dalla contessa Maria Vittoria Colonna proprietaria del
monumentale pino, la causa delle lesioni del vaso (oggetto di una diffida ad eliminare il pericolo da
parte dell';ANAS e poi del Comune) era dovuta "alle radici dell’albero" che crescendo avrebbero
spaccato l';anfora. Da qui la richiesta all'eliminazione del secolare albero di Pino che si erge sulla
statale 163 da oltre 100 anni. Una volta eliminato il vaso è però apparso evidente come esso fosse
stato costruito addossato al tronco della pianta e non, come impropriamente asserito dal perito di
parte, a contenerne le radici.
“Purtroppo il meccanismo perverso che si è innescato ancora una volta è quello già visto troppe
volte. Funziona così: accade una qualsiasi cosa o pretesto che attiri l’attenzione su di un albero (es.
una segnalazione anonima di un cittadino, un ramo spezzato, una sospetta inclinazione, una cavità
del tronco, un fungo alla base o qualsiasi altro difetto morfologico) e ci si rivolge ai tecnici di parte
i quali, nella maggior parte dei casi, partendo dall’assioma che l’unico albero sicuro è quello che
non c’è mai stato o non è mai cresciuto, si limitano con argomentazioni il più delle volte
discutibili, spesso risibili e non corrispondenti al vero, ad avvallare e perorare l’eliminazione della
pianta. Talvolta fa seguito, con una regia ben collaudata, una sollecita ordinanza del Sindaco che
(lo abbiamo dimostrato!) in diversi casi abusa del suo potere. Tanto una volta eliminata la pianta
chi andrà mai a recriminare se il pericolo era reale o immaginario? In altri casi si segue l’iter
“normale” per operare una modifica paesaggistica (L.42/2004) e si chiede ed ottiene il parere della
Soprintendenza che, non entrando nel merito agronomico, si attiene alle conclusioni dei tecnici
nelle perizie.”
“Di sicuro la tutela della pubblica e privata incolumità dei cittadini ha un’importanza prioritaria –
dichiara Antonio Cariello agronomo del WWF – ma anche stavolta non ci appaiono sussistere le
condizioni che possano giustificare la richiesta imminente di abbattimento della pianta.”
E’ per tali ragioni che, con lettera inviata all’attenzione della Contessa Maria Vittoria Colonna, a
seguito degli accordi verbali presi presso lo studio dell’ Avv. Ferdinando Pinto, che sta seguendo la
vicenda su incarico del privato, il WWF Terre del Tirreno, nella persona del suo presidente, ha
accettato la richiesta della proprietaria di farsi carico del grande pino secolare con un atto
notarile di donazione, al solo scopo di adottare tale monumento vegetale e salvaguardarlo per le
future generazioni.
“La frase che sentiamo ripeterci quando si parla di grandi alberi – dichiara il Presidente del WWF
Terre del Tirreno Claudio d'Esposito – è sempre la stessa, come in un disco rotto: perché poi, se
dovesse cadere, chi se l' prende la responsabilità? Visto che il grande albero in questione non
presenta nessuna patologia o difetto strutturale grave da farne temere un futuro cedimento,
abbiamo dichiarato la nostra disponibilità a prendercene cura. Quell'albero non è pericoloso, non
si sta inclinando, non è malato e nemmeno infestato da insetti che ne minerebbero la stabilità.
Quell’albero non cadrà, come non sono mai caduti tutti quelli giudicati pericolosi dai tecnici di
parte e poi dal WWF salvati in extremis da ordinanze di abbattimento. Purtroppo l’approccio a tali
problematiche piuttosto che realmente scientifico è spesso solo emotivo o, peggio, legato a
discutibili interessi privati. A farne le spese sono gli ultimi grandi alberi del nostro paesaggio, che in
molti ancora ci invidiano ma che rischiamo di vedere scomparire a colpi di cemento e perizie.
Stavolta, se le cose andranno per il verso giusto, per il “Pino sentinella” sarà il WWF a provvedere
alla sua manutenzione.”
In sintesi la nota inviata dal Presidente del WWF alla Proprietaria e allo Studio Pinto:
Premesso che
– l’esemplare arboreo in questione visibile da chiunque transiti sulla strada panoramica, con i suoi
15 metri di altezza, 316 cm di circonferenza e un’età di oltre 100 anni, costituisce senza ombra di
dubbio un elemento indiscutibile del paesaggio e della geografia dei luoghi;
– esso fa parte di uno degli ultimi storici residui nuclei boschivi, scampati ai diversi incendi che
hanno devastato la zona, costituito da un numero sparuto di esemplari di Pinus pinea e Quercus
pubescens per lo più secolari, che vegetano maestosi, assieme ad altre essenze della macchia
mediterranea, in un sito strategico per le rotte migratorie dell’avifauna individuato come zona di
valico montano assumendo, proprio per questo, un enorme valore naturalistico oltre che
paesaggistico;
– da un’attenta analisi non sono emersi, a nostro avviso, elementi che facciano temere un rischio
meccanico e/o strutturale di cedimento della pianta e nulla sembrerebbe giustificare l’eccessivo
allarmismo e la richiesta di eliminazione del grosso albero;
– la pianta non appare malata mostrandosi, ad oggi, in buono stato vegetazionale e con chioma
verde e rigogliosa;
facendo seguito alla missiva inoltrataci dalla S.V. a nome e per conto dell’associazione da me
rappresentata, Dichiaro la piena disponibilità ad accettare in dono l’albero in oggetto e la porzione
di terreno sulla quale esso vegeta, al solo scopo di salvaguardarlo ed intraprendere tutte le cure del
caso che vadano nella direzione della tutela dell’albero e dell’incolumità delle persone.