Il Tas squalifica Alex Schwazer per 8 anni. Carriera finita per il marciatore accusato di doping

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    Otto anni di stop, carriera finita se mai fosse stato possibile riaprirla. Alex Schwazer dovrà rimanere fuori dal mondo dello sport per 8 anni: il Tribunale arbitrale dello sport ha accolto la richiesta della Federatletica mondiale (Iaaf) che aveva chiesto per il marciatore questa lunga squalifica. Niente Olimpiadi, addio gare se nei prossimi mesi non ci saranno fatti nuovi tali da riaprire questo caso. Schwazer ha scontato una squalifica di tre anni e nove mesi dopo la positività alla vigilia di Londra, squalifica terminata lo scorso 29 aprile che gli ha consentito di essere in gara alla Coppa del Mondo di marcia che Roma ha organizzato appositamente per lui. E Alex, lo scorso 8 maggio, ha onorato la gara vincendo la 50 chilometri in 3h39’00”. Un mese dopo, però, la doccia fredda: il test a sorpresa effettuato lo scorso primo gennaio a Racines lo ha inchiodato. Sono serviti mesi per fare piena luce sui risultati di quel test che apparentemente, a prima vista, non era “positivo”. Alcuni dati, però, non hanno convinto e dopo un consulto con il Laboratorio di Montreal e nuove e più sofisticate analisi, ecco la verità: il testosterone in eccedenza era sintetico. Da qui la positività e lo stop. Il test è stato contestato con forza da Schwazer e dal suo entourage, con l’allenatore del marciatore, Sandro Donati, che ha gridato al complotto mentre l’avvocato di Alex, Gerhard Brandestatter, ha cercato di giustificare la positività con una bistecca consumata la notte di San Silvestro salvo fare rapidamente marcia indietro. Schwazer ha chiesto le controanalisi al Laboratorio di Colonia, controanalisi che hanno confermato lo stesso risultato dell’esame della provetta A. Poi, portando una serie di documenti, ha chiesto al Tas di essere iscritto alla gara olimpica della 50 chilometri. Alex è arrivato a Rio tre giorni fa per essere ascoltato, lui, Donati e via skype da Roma, i suoi consulenti, dal Tas che doveva decidere sul suo ricorso. Una sentenza arrivata dopo quasi due giorni di camera di consiglio e un dibattimento fiume, e che mette la parola fine alle speranze dell’atleta. Anzi gli infligge un’altra batosta su una carriera già pesantemente funestata dai quasi quattro anni di stop per la positività all’epo, allora alla vigilia dei Giochi di Londra. Un giorno interno davanti ai giudici, attimi di ira da parte di Donati con i giudici, le testimonianze e i documenti. A fine giornata il Tas ha detto che avrebbe comunicato la decisione entro venerdì. Ieri sera, nel tardo pomeriggio di Rio, la doccia freddissima. (Carlo Santi – Il Mattino) 

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