Fondazione Sorrento, mostra su Antonio Canova ed il progetto di Renato Balsamo. foto

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inserito da Salvatore Caccaviello

Circa la mostra su Antonio Canova, ideata da Renato Balsamo fin dal 2012 ed prossimo impegno del prestigioso Ente di Villa Fiorentino, ricordiamo gli ultimi sforzi del compianto artista sorrentino in tal senso. In una proposta culturale ,di alto spessore e dal giusto investimernto, affinché un tale evento possa avere la dovuta risonanza a livello internazionale.

Sorrento – Sul recente operato della Fondazione Sorrento sono state sollevate spesso numerose critiche,a causa di manifestazioni che nonostante abbiano visto coinvolti nomi di grosso spessore della storia della cultura e dell’arte, sono state  finora ritenute, da specialisti del settore, organizzate in maniera poco professionale e di scarso profilo. Critiche che chiaramente, da quanto si è potuto constatare,sono state sollevate sempre in maniera costruttiva, affinché un Ente così importante per la citta di Sorrento, che tra l’altro, usando anche denaro pubblico, si prefigge di  valorizzare il patrimonio ambientale,storico-artistico locale,si possa esprimere, con le dovute competenze, sempre ai massimi livelli. – Al momento l’impegno dell’attuale Management è concentrato su di un altro evento molto importante che rappresenta senz’altro una grossa opportunità per la nostra città, la mostra dedicata ad  Antonio Canova. Per la quale proprio in questi giorni sembrerebbe si stia varando il programma. Sebbene tale argomento sia scaturito dalla mente vulcanica  del noto artista sorrentino Renato Balsamo, sin dal 2012, con un programma di estremo interesse, poi suggerito alla stessa Fondazione Sorrento, sembrerebbe invece che l'attuale Management abbia intenzione di optare per un’altra direzione ed altre competenze. Ciò nonostante, amici molto vicini all’artista di recente scomparso, hanno fornito materiale  che sta ad indicare come Renato Balsamo non avesse affatto rinunciato alla sua idea circa la mostra sul Canova. Fino agli ultimi giorni della sua vita il compianto artista sorrentino, si è dedicato a tale evento suggerendo, insieme alla proposta culturale, curata da esperti del calibro del Dott. Mario Guderzo, Direttore del Museo Gipsoteca Antonio Canova di Possagno (Treviso), e dal Dott. Daniele D’Anza dell’Univerisità degli Studi di Trieste, finanche un preventivo circa i costi della manifestazione. Protocollato sia presso la Fondazione che al Comune di Sorrento in data 13 Luglio 2016. – Un ultimo impegno verso la sua amata Sorrento circa il quale abbiamo raccolto la testimonianza di Luciano Russo, noto critico d’arte e fraterno amico di Renato Balsamo, che ha dichiarato: “ Circa la realizzazione di una mostra di respiro internazionale sull’opera e sulla contemporaneità del noto artista neoclassico Antonio Canova,sarebbe opportuno che la cittadinanza sorrentina conoscesse   la proposta culturale elaborata dal professore Renato Balsamo. Una visione contemporanea vista attraverso le comparazioni con artisti e designer di questo inizio di secolo, di cui  Canova si può ritenere precursore. – Attraverso l’Istituto di Cultura Torquato Tasso, il professore Renato Balsamo ha offerto alla attenzione della Fondazione Sorrento una proposta, già ideata nel lontano 2012, gestita da storici dell’arte di riconosciuto valore internazionale. Speriamo in questa collaborazione per iniziare un nuovo percorso e portare Sorrento alla ribalta internazionale nel campo delle arti figurative e plastiche. Il nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione Sorrento dovrà decidere nei prossimi giorni se continuare sulla vecchia strada o cambiare rotta affidandosi a persone di grande esperienza in questo settore.

Il mio augurio è che si valutino i progetti per quelli che sono e si scelga quello migliore, che dia più garanzie di affidabilità culturale.Questo in piena democrazia e trasparenza. La collaborazione tra i due enti è una opportunità storica e chiunque remi contro sarà responsabile  dell’ulteriore decadimento della nostra città”. –  (s.c.).

– Costi per la realizzazione della mostra secondo Renato Balsamo

Abbiamo calcolato che per realizzare la mostra (tenendo presente che trasformeremo tutti gli interni di Villa Fiorentino con appositi pannelli in un ambiente neo classico ) il costo complessivo ammonta a circa € 430.000. – Possiamo ottenere sponsor per € 130.000, che finanzieranno la spesa per catalogo ed allestimenti, da detrarsi dal costo complessivo.

Si fa presente che la mostra “Canova ed i canoviani napoletani “può avere un impatto positivo per l’economia locale. Organizzata con il tempo dovuto di almeno 18 mesi essa può portare una media stimata di circa 110/130.000 visitatori, in prevalenza da paesi comunitari ed per circa il 5 % da paesi extracomunitari, che verranno appositamente per visitare la mostra.

A tal fine bisogna veicolare la mostra attraverso i canali di informazione culturale ed in più interessare tutte le testate giornalistiche nazionali ed internazionali attraverso un apposito manager che riesca a gestire questo rapporto (costo specificamente previsto dal progetto ). – Il progetto intende presentare un aspetto attuale nell’opera di Antonio Canova, e cioè in termini del tutto nuovi ed originali, in modo da confezionare un evento effettivamente internazionale.

Avendo il tempo giusto potremo creare un omaggio a Canova da parte di un maestro internazionale dell’arte contemporanea (Tipo Damien Hirst o Jeff Koons) oltre ad organizzare con un grande stilista italiano ( tipo Valentino ) una performance.

Coinvolgeremo nel nostro progetto studenti dell’Università e delle medie superiori. Realizzeremo altresì convegni internazionali sull’opera di Antonio Canova.

Per tali caratteristiche progettuali consideriamo la data del 1/5/2018-novembre 2018 non sia suscettibile di variazione, pena l’impossibilità di realizzare l’iniziativa. Riteniamo fondamentale il rapporto con il Comune che ci permetta l’utilizzo del territorio comunale per l’installazione di cartelloni pubblicitari ed altre installazioni inerenti la mostra.

E’ fondamentale altresì comprendere che la sola esposizione delle opere in gesso del Canova, senza lo studio apposito di alcuni studiosi sulle innovazioni del Canova  e sulle sue implicazioni rilevanti con gli artisti contemporanei, non permetterà all’evento di elevare l’interesse a livello internazionale e connoterà la mostra come una mera esposizione di opere ( neppure importanti rispetto ai marmi presenti in tutti i più importanti musei del mondo ) viste e riviste a Possagno.

E’ l’idea di questo gruppo di studiosi che permetterà di creare un evento importantissimo, con il coinvolgimento di studiosi ed artisti. – Siamo comunque disponibili per un confronto per illustrare ulteriormente questa idea progettuale.

Sorrento, lì 11/7/2016                                                                                            

                                                                                                                         Il Direttore artistico               

                                                                                                                          Renato Balsamo

 

– Canova e i canoviani napoletani secondo il Progetto espositivo a cura di Daniele D’Anza 

L’esposizione che si terrà nella primavera/estate del 2018 nella cornice di Villa Fiorentino a Sorrento, si prefigge di celebrare l’arte di Antonio Canova e la sua influenza sulla scultura napoletana dell’Ottocento.

Nato nel 1757 nei territori della Serenissima Repubblica di Venezia, precisamente a Possagno (Treviso), Canova visse gran parte della propria esistenza a Roma, morendo nel 1822 in una Venezia allora sotto dominio austriaco. Egli fu il più celebrato artista dei suoi tempi, pochi ebbero in vita tanti elogi e conseguirono con la loro arte così vasta rinomanza: riunì in un coro unanime di concorde entusiamo critici e conoscitori, poeti e letterati, tra cui Foscolo e Stendhal. Pio VII, dopo averlo nominato Cavaliere dello Speron d’Oro, nel 1802 gli conferì la carica di Ispettore generale delle Antichità e Belle Arti dello Stato della Chiesa, dell’Accademia di San Luca, dei Musei Vaticani e del Campidoglio – una carica con estesissimi poteri, simile a quella ricoperta, tre secoli prima, da Raffaello –. Nell’esercizio di tale compito, Canova ebbe il merito d’aver convinto il pontefice a promulgare una legge che regolasse il commercio delle antichità, proibendo l’esportazione dallo Stato di opere d’arte e lo scavo senza preventiva autorizzazione.   Scultore di successo e punto di riferimento per un’intera generazione, fu conteso da imperatori e regnanti di mezza Europa. Invitato a Parigi da Napoleone, che gli chiede vanamente di entrare a far parte della propria corte, realizza il monumento Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore, che inizia nel 1803; contestualmente riceve un vitalizio dall’impero asburgico a testimonianza dell’universalità della sua arte.  Politico avveduto, oltre che impareggiabile artista, Canova, ritorna a Parigi nel 1815, dove, “autorizzato dalle potenze alleate”, recupera parte delle opere d’arte italiane trafugate dall’esercito napoleonico: in riconoscimento dell’opera svolta in quell’occasione, Pio VII lo nomina marchese d’Ischia. In quegli anni, egli si lega in amicizia con Lord Wellington, il vincitore di Waterloo, e William Hamilton, sottosegretario di stato britannico, e, allo scadere del 1815 parte per Londra, dove gli viene richiesta una perizia sui marmi del Partenone. Il suo giudizio, ampiamente positivo, convinse il governo ad acquistarli e a sistemarli al British Museum. La morte, sopraggiunta nel 1822, fu percepita come lutto universale e da subito si ebbe consapevolezza che Canova fosse l’ultimo degno erede della grande tradizione artistica italiana. 

– Percorso espositivo 

La mostra, che potrà contare su un allestimento d’eccezione volto a ricreare ambienti di gusto tipicamente neoclassico, si articolerà in due sezioni. La prima sezione sarà interamente dedicata al genio di Antonio Canova, presentando circa 60 opere, tra sculture in gesso e in creta (terracotta o terracruda), bassorilievi e tempere, provienti perlopiù dal Museo Gipsoteca Antonio Canova di Possagno, dove il fratellastro, seguendo le indicazioni testamentarie dello scultore, trasportò tutti i bozzetti, modelli e calchi presenti nello studio romano dell’artista al momento della sua morte. Canova, infatti, amava conservare con ordine e scrupolo tutte le testimonianze del proprio lavoro, conscio che da esse poteva derivare qualche nuova esperienza, utile a sé e agli altri artisti.- Il percorso espositivo permetterà al visitatore di comprendere e seguire, passo dopo passo, il processo creativo dell’artista, che dal bozzetto in creta (terracotta o terracruda), utile per fissare le ‘idee’, giunge fino al modello definitivo in gesso, talvolta segnato dai ‘punti di riporto’ necessari ai suoi collaboratori per la traduzione in marmo dell’opera. La critica, infatti, ha evidenziato come lo scultore lavorasse personalmente la creta e parte dei modelli in gesso, lasciando ai collaboratori l’incarico della sbozzatura e conseguente lavorazione del marmo. Una volta sgrezzata e definita la materia nelle sue corrette proporzioni, Canova interveniva sull’opera in marmo dando la cosiddetta “ultima mano”. La prima sezione della mostra vuole quindi celebrare il genio del più grande scultore neoclassico, testimoniando le varie fasi della sua attività: da quando, nell’abbandono dell’invenzione cercava di estrinsecare nei bozzetti la fantasia latente dentro di lui, fino a quando, soddisfatto della propria produzione, la traduceva in gesso per sottometterla al giudizio degli intenditori e possibili acquirenti.  -Il canone estetico codificato dallo scultore di Possagno fu presto assimilato dalla maggior parte degli artisti italiani, che lo assunsero a paradigma delle loro composizioni. Tale linguaggio giunse anche a Napoli, mediante la diffusione delle stampe che, eseguite sotto diretto controllo di Canova, ne veicolarono la produzione, e soprattutto con la presenza in città di alcuni suoi importanti lavori: il Monumento equestre di Carlo III di Borbone di Piazza del Plebiscito, a cui si affianca il Ferdinando di Borbone come Minerva, oggi al Museo Nazionale. Per quanto riguarda invece il Monumento equestre di Ferdinando I di Borbone, commissionato all’artista nel 1819, egli riuscì a terminare soltanto il modello, grande al vero, del cavallo, mentre la statua del regnante fu ultimata dopo la sua morte dallo scultore Antonio Calì, che utilizzò il modello canoviano del Carlo III.  Tra gli artisti partenopei che raccolsero l’eredità di Antonio Canova, presenti nella seconda sezione della mostra, figura Tito Angelini (Napoli 1806 – 1878), professore di scultura e direttore della Scuola di disegno di Napoli.

L’esposizione, di cui si prevede la stampa di un catalogo, sarà curata dal Dott. Mario Guderzo, Direttore del Museo Gipsoteca Antonio Canova di Possagno (Treviso), dal Dott. Daniele D’Anza dell’Univerisità degli Studi di Trieste, che dal 2004 al 2007, per conto della Soprintendenza di Venezia, ha catalogato le opere di Antonio Canova custodite presso la Gipsoteca di Possagno, e dalla Dott.ssa Isabella Valente, ricercatore di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.  Durante il periodo espositivo si terranno alcuni interessanti eventi collaterali, ancora in via di definizione, volti a impreziosire l’importante manifestazione culturale. – 24 luglio 2016.  

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