Napoli. La battaglia perduta contro i parcheggiatori abusivi. Non possono essere arrestati e non pagano le sanzioni

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Napoli Abbiamo sempre voluto credere alla forze dell’ordine che negli anni, a più riprese, ci hanno detto che la lotta agli abusivi può essere vinta. Però adesso, dopo l’omicidio del parcheggiatore a Bagnoli, non possiamo che ammettere che su questo fronte, per adesso, tutte le battaglie le hanno vinte loro. E per «loro» non intendiamo semplicemente gli uomini che vengono a chiederci i soldi quando lasciamo l’auto in sosta; no, in questo caso per «loro» intendiamo i clan di camorra che gestiscono questo business clamorosamente redditizio e praticamente a rischio-zero. Sì, avete capito bene, il rischio di quest’affare illegale è pari a zero: gli arresti sono quasi impossibili, le confische del denaro sono ridicole, i fermi degli abusivi sono imbarazzanti perché qualche minuto dopo l’identificazione tornano al loro posto a taglieggiare gli automobilisti. E di moneta in moneta, di minaccia in minaccia, la camorra mette in cassa una cifra (stimata al ribasso) di circa due milioni al mese, cioè ventiquattro milioni all’anno. Gli abusivi, e la camorra che li gestisce, vincono la loro battaglia contro di noi perché il Legislatore non offre alle forze dell’ordine e alla Magistratura nessuna arma per combattere. L’unica forma di contrasto reale sarebbe l’arresto. Ma secondo le norme attuali un parcheggiatore abusivo può essere denunciato solo se l’automobilista che ha subito la richiesta estorsiva va a presentare denuncia: adesso siate onesti, amici lettori, quante volte avete pagato un abusivo? E quante volte avete denunciato? Ma nessuno può essere colpevolizzato per una mancata denuncia; perché nessuno se la sente di mettersi al centro di una tempesta legale contro un sistema così articolato e pericoloso come quello della camorra dei parcheggi. Cosa possono fare, dunque, le forze dell’ordine? Poco. Innanzitutto si presentano nelle zone presidiate, identificano gli uomini che svolgono il mestiere di parcheggiatore abusivo e presentano loro una contravvenzione, l’unica «pena» prevista dalle norme attuali. Una bella multa che supera i 700 euro che nessuno pagherà mai perché tutti, rigorosamente tutti, i parcheggiatori abusivi risultano nullatenenti. Pensate che alcuni di loro (nomi, cognomi e strade dove «esercitano» sono noti e sono segnati su una mappa che si trova al comando della polizia municipale) hanno ricevuto anche cento verbali: li prendono, fanno un sorrisetto e li strappano, per tornare al loro posto dopo qualche minuto. Ci sarebbe anche un’altra arma a disposizione delle forze dell’ordine, la confisca del denaro illecitamente intascato ai danni degli automobilisti. Però, incredibilmente, ogni volta che un abusivo viene fermato, in tasca ha solo pochi spiccioli, sette-dieci euro al massimo. E qui entra in gioco la puntigliosa organizzazione della camorra che difende i soldi del suo business redditizio con un sistema di «cassa continua» nella quale versare i soldi estorti agli automobilisti. La «cassa continua» è un uomo del clan che, soprattutto nelle sere più vivaci del week end o dei giorni di festa, passa circa ogni venti minuti e preleva l’incasso dalle tasche degli abusivi: così se anche arriva un controllo ci sarà poco da confiscare e il «tesoretto» quotidiano che finisce nelle casse della camorra non viene quasi intaccato dalle confische di carabinieri, polizia e vigili. Se avete avuto la pazienza di leggere fino a questo punto, avrete capito perché quella contro i parcheggiatori è una battaglia perduta. Di tanto in tanto si fa festa per un arresto che arriva solo quando un automobilista ha subito danni per non aver pagato e ha deciso di denunciare, ma quegli arresti sono talmente pochi da non rientrare nemmeno nelle statistiche ufficiali. (Paolo Barbuto – Il Mattino)

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