Pubblica Amministrazione. Furbetti del cartellino, indennità per i sospesi

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    Certezza dei tempi, con un countdown preciso del procedimento disciplinare e un paracadute economico durante la fase di sospensione. Con queste due novità si dovrebbe chiudere il cerchio intorno al più atteso tra i decreti attuativi della riforma Madia, quello sui licenziamenti lampo per i cosiddetti furbetti del cartellino. Il provvedimento dovrebbe ricevere l’ultimo parere parlamentare in settimana, per poi approdare in consiglio dei ministri entro metà giugno. In rampa di lancio anche la Scia unica e la nuova Conferenza dei servizi. Intanto, in risposta alle osservazioni e alle condizioni poste dal Consiglio di Stato e dal Senato, il governo sta valutando la possibilità di ritoccare il testo sui licenziamenti. Un’apertura si sarebbe così registrata sull’assegno alimentare, come misura di sostegno assistenziale per il dipendente che, secondo le nuove regole deve, in via cautelare, essere sospeso entro 48 ore dal fatto contestato (messo fuori dall’ufficio senza stipendio). L’indennità sarebbe pari al 50% della retribuzione tabellare (ad esempio, per un salario di 1.500 euro mensili è di 750). Ci sarebbe una disponibilità anche a chiarire il momento da cui far scattare i 30 giorni, tetto massimo fissato per chiudere il procedimento. Il governo tirerebbe invece dritto sulla responsabilità penale dei dirigenti che non denunciano l’assenteista e sulle sei mensilità chieste come risarcimento minimo per danno d’immagine. La stretta sui furbetti non finisce però qui, a breve arriverà anche il Testo Unico sul pubblico impiego e l’invito di Pietro Ichino, esperto in materia, è colpire non solo «l’assenteismo fraudolento, che costituisce soltanto una punta di iceberg», ma anche il fenomeno più generale «dell’assenteismo abusivo». Tutto ciò partendo da un totale di licenziamenti pari a 862 (ultimo dato riferito al 2014, erano 620 nel 2013), come riportato nell’analisi di impatto della regolamentazione allegata al decreto. Nessun cambiamento sostanziale toccherebbe invece il decreto sulla Conferenza dei servizi, completamente rivista con l’obiettivo di trasformarla da tipico carrozzone amministrativo ad antidoto contro la burocrazia. «Lo Stato ci andrà con una sola persona e potrà dire sì o no. Avrà dei tempi serrati e questo ci porterà a essere un Paese normale dal punto di vista delle procedure», spiega Renzi annunciando l’ok al testo per il 15 giugno. Attualmente, invece, «trovi insieme 20 persone diverse e ciascuno è convinto di rappresentare lo Stato più dell’altro e mette la variante, la condizione… Non si sanno i tempi», fa notare il premier. E i tempi per il via libera potrebbero essere ancora più veloci per la Scia unica, che ha ormai completato l’iter in entrambe le camere. (La Città di Salerno) 

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