ULTIMI COMIZI PER LE COMUNALI, LA RAGGI MOVIMENTO 5 STELLE RIEMPIE LA PIAZZA A ROMA

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    ROMA – "Domenica si vota per le città, per i sindaci. La partita vera per il governo la giocheremo a ottobre con il referendum". Matteo Renzi tiene distinti i due piani – le comunali da un lato e laconsultazione referendaria per la riforma costituzionale dall'altro –  parlando a Napoli dalla Mostra D'Oltremare in sostegno della candidata del Pd Valeria Valente, in uno dei pochi appuntamenti in grandi spazi. Oggi, infatti, è stata la giornata di chiusura della campagna elettorale nelle principali città italiane, dove si voterà domenica per il rinnovo delle amministrazioni comunali.

    Un finale in verità un po' sotto tono, anche se l'obiettivo è convicere i milioni di indecisi. Tranne pochissimi casi come Virginia Raggi a Roma, i candidati infatti hanno evitato il classico comizio finale in una grande piazza cittadina, al quale sono stati preferiti incontri con cittadini in luoghi più ristretti. Scendono in campo in ogni caso i leader nazionali, come Matteo Renzi che già questa mattina è stato a Napoli e poi è volato in Emilia Romagna. Silvio Berlusconi è andato a Ostia per Alfio Marchini, mentre ha saltato l'appuntamento di Milano per Stefano Parisi, dove, invece c'era Matteo Salvini.

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    Il tour dei leader. Renzi dopo Napoli è arrivato a Bologna, accanto al governatore Bonaccini, e quindi a Rimini e Ravenna. Silvio Berlusconi nel tardo pomeriggio è arrivato a Ostia, per la chiusura della campagna di Alfio Marchini. Il leader di Forza Italia ha disertato l'appuntamento a Milano (si è collegato solo telefonicamente con lo Store Replay), dove invece c'era Matteo Salvini, nell'evento di chiusura della campagna di Stefano Parisi. Il leader della Lega, che aveva in programma un altro tour, lo ha modificato proprio per essere accanto all'ex Cavaliere, ma i programmi sono cambiati di nuovo, scatenando non poche polemiche.

    Il giallo dell'assenza milanese. L'assenza di Berlusconi a Milano creato irritazione negli alleati. "Mi spiace che Berlusconi sia lontano da Milano", ha commentato il leader della Lega, Matteo Salvini. "Sono qua – ha aggiunto – perché tengo all'unità della coalizione. Berlusconi ha scelto di andare a perdere a Roma, amen. Mi spiace che non sia con noi a Milano, ma vinceremo lo stesso e a Roma manderemo la Meloni (FdI-Lega, ndr) al ballottaggio con la Raggi (M5S, ndr)". E sulla telefonata, ha ironizzato: "Non so che abbonamento telefonico abbia, forse non ha fatto la ricarica".

    Il collegamento telefonico, però, c'è stato: "A Milano siamo sicuri di andare al ballottaggio", ha detto Berlusconi, che ha esortato ancora ad andare a votare: "Oggi dipende da ogni milanese cosa avverrà nei prossimi 5 anni, dipende da loro se ripartiranno i grandi progetti come quelli della giunte Moratti e Albertini, quali tasse ci saranno, se continueranno le multe selvagge".

    La rabbia di La Russa. "Sono qui per la chiusura della campagna di Alfio Marchini": sono bastate queste prime parole di Berlusconi al telefono per far sbottare il fondatore di Fratelli d'Italia Ignazio La Russa. "Non parliamo di Marchini qui" ha detto l'esponente di FdI sbattendo una cartellina di fogli sul tavolo. E a poco sono serviti gli scherzosi tentativi di Maurizio Lupi e Gabriele Albertini di distrarlo. "Neanche in un film – ha poi detto ai giornalisti – mi potevo aspettare una cosa del genere. Non c'è dove serviva, a Milano, ma c'è dove nella migliore delle ipotesi Marchini va al ballottaggio, ma nella peggiore favorisce Giachetti".  Il leader di Forza Italia, però, ha chiarito di essersi accordato con il candidato milanese: "Ieri sera ho parlato con Parisi – ha detto il leader di Forza Italia – e dato che siamo sicuri di andare al ballottaggio abbiamo convenuto che io restassi qui a sostenere ancora di più Marchini e Forza Italia a Roma".

    Roma. Nella caccia al voto, che determinerà la vittoria o la sconfitta di diversi candidati, nonché molti ballottaggi, a cimentarsi nel comizio finale è Virginia Raggi, che chiude in piazza del Popolo, assieme a Dario Fo, Fiorella Mannoia e Claudio Santamaria, con una telefonata di Beppe Grillo. Una scelta coraggiosa dato che la piazza per essere riempita richiede 30 mila persone. Roberto Giachetti, in sella alla sua moto, fa una chiusura itinerante toccando dieci piazze, per lo più in periferia, da Casalotti alle 10 fino a borgata Finocchio alle 20:30, con una festa finale all'Ex Dogana, a San Lorenzo. Periferie anche per Alfio Marchini, appunto ad Ostia con Berlusconi e diversi artisti. Giorgia Meloni, ha chiuso invece ieri pomeriggio a Tor Bella Monaca.

    Milano. Spazi chiusi anche a Milano. Parisi ha scelto il concept store della Replay, in piazza Gae Aulenti, vicino al trendy corso Como. Beppe Sala, ha invece optato per un lounge bar in zona Bicocca, periferia Nord.

    Torino. I tre candidati principali a Torino, il sindaco uscente Piero Fassino, la pentastellata Chiara Appendino e Osvaldo Napoli, chiudono anch'essi con il format dell'incontro con i cittadini, senza palco che crea distanza.

    Napoli. Il capoluogo partenopeo è in controtendenza. Oltre al comizio odierno di Valente con Renzi, hanno chiuso ieri con questo format anche il sindaco uscente Luigi De Magistris e Matteo Brambilla del M5s. Il primo ha posto il palco al lungomare Caracciolo, dove sono saliti molti artisti; il secondo, a piazza Matteotti, sostenuto dai leader nazionali del movimento Luigi Di Maio e Roberto Fico. Gianni Lettieri tiene questa sera ha programmato una serie di incontri in alcuni locali fino a notte fonda.

    Festival di Trento. Una 'coda' di campagna elettorale, che probabilmente rinfocola ulteriormente il dibattito, è prevista al Festival dell'Economia di Trento con la presenza, nella giornata di sabato, della candidata sindaco M5S a Roma Virginia Raggi e quella, domenica mattina, del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. Entrambe parlano alla kermesse condotta dal presidente dell'Inps Tito Boeri a pochissime ore dal voto e con il silenzio elettorale in vigore, dando vita agli ultimi 'fuochi' pre-voto ad un Festival caduto a ridosso delle tornate elettorali degli ultimi anni.

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