Consorzio Paestum, appalti irregolari. Diffida alla Regione. Gruppo di consiglieri chiede di verificare le assegnazioni

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Lavori affidati senza gara pubblica, documenti mai prodotti e consegnati in Regione, emolumenti illegittimi e il caos elezioni. È la denuncia dei consiglieri del Consorzio di bonifica sinistra Sele Roberto D’Angelo, Franco Tarallo e Ettore Bellelli, che hanno inviato alla Regione una diffida per «l’accertamento della sussistenza di gravi irregolarità e inadempienze dei vertici del Consorzio e lo scioglimento degli organi di amministrazione». Secondo i consiglieri le irregolarità per le opere pubbliche partirebbero dal 2009 con l’affidamento degli interventi complementari ai lavori di sistemazione idraulica lungo il Testene. «La realizzazione fu affidata all’Ati Galoppo, occupatasi del progetto principale, dopo il collaudo definitivo dei lavori. La mancata procedura ad evidenza pubblica – affermano i consiglieri – venne giustificata con il fatto che gli interventi non avrebbero dovuto ritenersi conclusi. L’anno successivo vennero affidati lavori per costruzione di una centrale fotovoltaica alla società consortile Scigliati per un importo di 4 milioni di euro finanziati dalla Regione. Dopo la sottoscrizione del contratto d’appalto il direttore dei lavori palesò la necessità di modifiche sostanziali al progetto, dovute alla presenza di un movimento franoso, seppure in mancanza di studi geologici e approfondimenti tecnici. La Deputazione approvò una perizia di variante, provocando uno stravolgimento dell’opera ». E, ancora: «Dopo il crollo di un argine del Sele, il 21 gennaio 2014, il Consorzio intervenne per effettuare i lavori urgenti di ripristino senza autorizzazione della Regione, che aveva invece individuato il Comune di Capaccio come soggetto attuatore. I lavori sono iniziati il 28 gennaio e finiti il 7 febbraio. I documenti attestanti l’avvenuta esecuzione dei lavori, le fatturazioni e l’attestato di eliminato pericolo non sono mai stati prodotti e depositati. Come è stato possibile procedere allo stanziamento dei fondi?». Altro argomento spinoso gli emolumenti: «L’indennità di carica è stata assegnata al presidente Fraiese (30mila euro), al vicepresidente Roberto Ciuccio (15mila euro) e al deputato Luigi Ciliberti (15mila euro). Previsto l’impegno di 6.693 euro per il pagamento di gettoni di presenza o rimborsi in favore degli altri organi collegiali. La procedura è illegittima, non prevista dallo Statuto del Consorzio». Infine le elezioni del 6 gennaio scorso che «si sono svolte sulla scorta di liste elettorali presentate a novembre, bloccate dalla Regione. Sono stati inclusi nelle liste anche i proprietari di immobili a Cicerale, Ogliastro e Roccadaspide, che lo Statuto non menziona come ammissibili al voto. Il numero dei votanti è stato individuato, a ottobre 2015, in 14321, senza distinzione tra utenti morosi e non. Le liste comprendevano anche candidature ritirate, come quella di Ettore Bellelli e del consigliere Giovanni Mottola, risultato pure eletto». (Angela Sabetta – La Città di Salerno) 

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