Capri. Aperta un’inchiesta sulla morte dell’operaio della Sippic precipitato da un traliccio. Il cordoglio dell’isola

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Sarà sottoposta ad autopsia presso l’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Napoli la salma dell’operaio che due giorni fa è rimasto vittima di un incidente sul lavoro ad Anacapri. L’operaio della Sippic, la società che gestisce i servizi elettrici sull’isola, durante un intervento di manutenzione programmata nel territorio del Comune di Anacapri è caduto da un’altezza di circa 7 metri mentre lavorava ad un trasformatore posto su una piattaforma di una cabina a pali. Sono ancora sconosciute le cause dell’incidente che ha scosso l’opinione pubblica e lasciato nello sconforto la famiglia di Franco Stravato, un espertissimo operaio del comparto elettrico dell’azienda, che lascia la moglie, il figlio di 18 anni ed una bambina di 10. Intorno alla famiglia dell’uomo si è stretta tutta la comunità degli operai che lavorano nella società che eroga elettricità sull’isola. Un cordoglio al quale si sono uniti anche i vertici dell’antica azienda elettrica, che hanno espresso tutta la loro solidarietà e mostrato concretamente vicinanza alla famiglia per l’incidente che sembra essere stato causato da una fatalità. E nell’attesa che si conosca l’esito dell’autopsia, è stata avviata un’inchiesta coordinata dal comandante Cristoforo Perilli della Stazione dei Carabinieri di Anacapri, che ha raccolto le prime testimonianze e effettuato i primi rilievi sul posto a pochi minuti dall’incidente, avvenuto intorno alle 16 di martedì. Sono state infatti sequestrate dai Carabinieri tutte le attrezzature di sicurezza in dotazione alla squadra dei tre operai che dovevano effettuare il servizio, così come è stato verificato che sulla piattaforma funzionava la messa a terra, un dispositivo che esclude ogni possibile carico di tensione. E, dopo aver terminato le operazioni di controllo ed ispezione, il comandante Perilli ha disposto il sequestro dell’area dove è avvenuto l’incidente, lasciando solo la possibilità di utilizzo dell’impianto per consentire l’erogazione di corrente elettrica nella zona. Pare sia stato accertato che, poiché l’intervento era programmato, la cabina era stata staccata nei tempi utili dal caposquadra in servizio e sulla cabina a palo non potevano esserci residui di alta tensione. La caduta potrebbe essere allora stata causata da una disattenzione o un malore, anche perché al momento dell’incidente l’uomo indossava ancora la cintura di sicurezza, così come previsto dai regolamenti. Sull’isola intanto è sceso un velo di tristezza, anche perché la vittima era una persona benvoluta e disponibile nel privato e in azienda elettrica, dove lavorava da circa trent’anni con stimata esperienza. (Anna Maria Boniello – Il Mattino) 

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