Costa d’ Amalfi. Dopo aver salvato la cardiologia l’ospedale si potenzia riconoscendo lo status di zona disagiata

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    Amalfi. La conferma del reparto di cardiologia è solo l’inizio di un percorso che ha, come obiettivo dichiarato, addirittura il potenziamento dell’ospedale Costa d’Amalfi. Come? Vedendosi riconosciuto lo status di zona disagiata. E, quindi, la necessità di avere un ospedale di zona. Le diplomazie, in questo senso, sono già in campo e c’è pure il nulla osta del ministero. Adesso s’attende solo l’arrivo del commissario Jospeh Polimeni per mettere nero su bianco e avere il placet definitivo. Del resto sia il governatore Vincenzo De Luca che il consulente alla Sanità, Enrico Coscioni, hanno dato la loro parola e promesso di salvare il nosocomio costiero. Che serve, oltre che la popolazione residente, anche le migliaia di turisti che, in ogni periodo dell’anno, affollano il comprensorio. D’altronde la Divina è così bella ma pure tanto dannata. E la viabilità, in ogni mese dell’anno, è un problema. E senza un ospedale raggiungere il più vicino centro attrezzato per le emergenze sanitarie diventa un’impresa. A tessere le fila della diplomazia per vedere riconosciuto un sacrosanto diritto e a tenere tutti i contatti è il primo cittadino di Minori, Andrea Reale, delegato alla sanità della Conferenza dei sindaci della Divina. Reale, da tempo, sta lavorando sottotraccia e in silenzio, facendo la spola tra Napoli e Salerno. È lui la vera anima della “protesta” silenziosa dei sindaci, che hanno preferito la via della diplomazia piuttosto che quella della reazione chiassosa. A patto, però, di ottenere risultati. In caso contrario partirebbero le manifestazioni di piazza. Ma per ora non è stato necessario, poiché grazie all’impegno di Reale è stato centrato il primo bersaglio. Perché al di là di qualsiasi altra considerazione anche il mantenimento di cardiologia è un grande successo. Merito anche della disponibilità dei medici, che hanno accettato una turnazione mensile, nel pieno rispetto della normativa vigente, per non far venir meno un servizio salvavita e indispensabile. E il progetto è stato inviato al manager del Ruggi Vincenzo Viggiani che ha dato l’ok. Anche perché viene utilizzato il personale sanitario, inclusi i due cardiologi, interni alla struttura, senza avvalersi delle prestazioni di medici provenienti da reparti gravati da significative carenze di organico. (g.d.s.) La Città di Salerno 

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