Mertens, vincere lo scudetto con il Napoli sarebbe fantastico

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    Dries Mertens, 28 anni, attaccante del Napoli e della Nazionale belga. Terza stagione in azzurro

    Vincere lo scudetto con il Napoli sarebbe fantastico

    Caro Sinterklaas, che poi non è altro che il Babbo Natale delle Fiandre, ti scrivo: «Nel 2016 vorrei tanti gol e lo scudetto con il Napoli: sarebbe fantastico». Dries Mertens scrive la sua letterina, la sigilla, la spedisce e poi infila gli scarpini: dopo lo show regalato al popolo del San Paolo con il Verona, l'ennesimo nelle serate di Coppa, domani ci proverà anche con l'Atalanta. Anzi, prima ancora proverà a convincere Sarri a spedirlo in campo dal primo minuto: cosa che in campionato, finora, è accaduta appena tre volte su sedici occasioni utili.

    SOGNI E PANCHINA. E allora, i desideri di Mertens raccontati ai microfoni di Sky: Napoli tricolore, una scorpacciata personale e un posto fisso a tavola. «Beh, è ovvio». L'interesse della squadra, però, regna sovrano: «Voglio giocare sempre dal primo minuto, è il mio obiettivo, ma so che per conquistare i trofei non bastano undici giocatori: ce ne vogliono diciotto o magari venticinque». Ma sì, abbondanza. «Siamo tutti qui per il Napoli, per giocare e vincere qualcosa: nel 2016 vorrei stare bene e divertirmi, sicuramente, ma sarei davvero felice se dovessero arrivare tanti gol e lo scudetto. Credo che se continueremo a guardare soltanto a noi, come abbiamo già fatto in passato arrivando fino al primo posto, potremo provarci». Eccolo, il balsamo. Ecco il digestivo che aiuta a mandare giù bocconi amari, tipo l'idea di essere il primo sostituto del parco esterni del tridente: sembra stranissimo, considerando il valore del personaggio in questione, però non è altro che la fotografia della realtà.

    "SMENTISCO". Mertens in panchina? Beh, poco altro incarna alla perfezione il concetto dello spreco allo stato puro nel calcio. Eppure è così che gli va la vita da un po' di tempo a questa parte: titolare nelle coppe, di cui è re è asso in un colpo solo; primo cambio in campionato. Un campionato vissuto soltanto tre volte da titolare – con Sassuolo, Carpi e Genoa – e nove volte da subentrato in corsa. Per un totale di dodici presenze e un gol: con il Palermo, entrando dalla panchina. Di lui, spesso, si dice che sia lo spacca-partite. E che riesca a rendere meglio quando entra a gara iniziata: «Ma io ho sempre segnato quando sono partito dall'inizio». Vero: 6 gol tra Europa League (5) e Coppa Italia (1). «E' chiaro che sarebbe meglio giocare sempre dall'inizio, però io provo a sfruttare le occasioni quando sono chiamato in causa». E la palma di terzo marcatore azzurro con 7 reti, alle spalle di Higuain (14) e Insigne (8), non è che una conferma.

    BALLOTTAGGIO ETERNO. A proposito di Lorenzino: è lui, involontariamente, l'uomo che limita l'impiego di Mertens in campionato. E' su Insigne che Sarri punta con maggiore continuità per il tridente italiano, insieme con Callejon e il Pipita. In Europa League e in Coppa Italia, invece, spazio a Dries. Che, se consideriamo le tre partite saltate per infortunio con Midtjylland (due) e Bruges, è titolare di una spaventosa media realizzativa quando gioca dal primo minuto: 6 gol in 327 minuti; uno ogni 54 minuti e mezzo. L'eterno ballottaggio, una costante sin dai tempi di Rafa, è però destinato a continuare: e domani, a Bergamo con l'Atalanta, il grande favorito è ancora Insigne. Appuntamento al prossimo duello nel 2016. E nel frattempo, carica: «È l’ultima partita dell’anno e vogliamo vincerla. Vogliamo i tre punti: questo è sicuro». E non è poco.

    fonte:corrieredellosport

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