Diversabilarte 2015 al Chiostro di San Francesco: l’arte di emozionarsi. di Carlo Alfaro

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Nel suggestivo scorcio incantato del Chiostro di San Francesco a Sorrento, è aperta al pubblico la settima edizione della rassegna collettiva d’arte “DiversabilArte”, dal 21 novembre al 7 gennaio . Un percorso emotivo e sensoriale nell’arte al servizio del mondo della diversabilità, per sensibilizzare, far riflettere, formare le coscienze e fornire impulsi e stimolare soluzioni attraverso il più universale dei linguaggi, l’arte in tutte le sue espressioni. La mostra si deve come sempre alla passione e alla volontà degli artisti Vincenzo Greco e Paolo Massa, quest’ultimo gravemente disabile, che hanno creato l’associazione “I tanta voglia di vivere”, e hanno ottenuto per questo progetto collaborazioni importanti: gli Assessorati alla Cultura e alle Politiche sociali del Comune di Sorrento, il Piano Sociale di Zona Na33, le associazioni “La Cypraea”, “Jonathan – Insieme per gli altri”, la cooperativa umanista “Mazra”, il laboratorio “MusicArTerapia nella globalità dei linguaggi” e l’azienda Neatech. Quarantacinque le opere in mostra tra quadri e sculture, realizzate da quaranta artisti che hanno voluto, ognuno con tecniche e stili diversi, dare un loro contributo al tema della diversità. “Eliminare le barriere fisiche e mentali attraverso la bellezza dell’Arte”: è in queste parole di Vincenzo Greco che si può sintetizzare il senso di questa annuale rassegna. D’altro canto, la scienza medica ha dimostrato da tempo il connubio tra disabilità ed arte, sia nel senso che l’espressione artistica giova a chi vive una condizione di disabilità, come coadiuvante delle terapie mediche, grazie agli importanti riflessi che il processo creativo ha sulla psiche, portando ad aumento della consapevolezza di sé e del senso di identità , delle abilità cognitive ed emozionali, dell’autostima, della capacità di fronteggiare situazioni di difficoltà e stress e superare esperienze traumatiche, sia nel senso che fruire della bellezza ha risvolti benefici in chi è ammalato, liberando immaginazione, idee, sentimenti, sogni, aspirazioni, emozioni, che permettono all’individuo di accedere al linguaggio inconscio. Tante le emozioni che mi ha suscitato il percorso tra le opere in mostra. Uno impatto emotivo forte, quasi un tuffo al cuore, viene dalle opere realizzate dall’artista diversamente abile Paolo Massa assieme a Vincenzo Greco, sculture di impressionante potenza espressiva realizzate riciclando i copertoni delle ruote di vecchie carrozzelle, come a raccontare la disabilità attraverso gli stessi materiali che fanno parte della vita quotidiana di chi convive con un handicap. Un albero della vita, i cui rami simboleggiano tutto il percorso di vita del disabile, diventa un po’ il simbolo di questo Natale che trova un senso nel recupero del significato più profondo di solidarietà, mentre un uccello di pace, nell’altra opera della coppia di artisti, esplica il “Salvataggio” del disabile dalla prigione dei suoi limiti fisici. Sempre nel segno del riciclo, le suggestive opere di Michele De Angelis, che con materiali di recupero quali ferro e legno ha regalato all’esposizione due opere di rara potenza espressiva, che con un forte impatto scenico coinvolgono ed emozionano lo spettatore attingendo direttamente alla sua coscienza: la bellissima scultura lignea “Raccoglimento”, dal sapore primitivo ed essenziale, in contrasto con l’intensità moderna dei concetti in essa espressi- la solitudine, l’incomunicabilità, la nostalgia- e la struggente “Agonia”, dove la linearità del ferro contrasta l’intensità del pathos dell’artista per la Passione del Cristo. Incantano i lavori di Paola Cetani per la mostra, “Intesa”(che ha commentato lei stessa con un verso di Battiato, “Ed è in certi sguardi che si intravede l’Infinito”) , dove esseri umani, fiori e animali sembrano trovare trovano l’unico, comune, linguaggio, che è quello del cuore, e “Lo Spettacolo della Vita”, sottotitolo “non c’è niente di più bello che aprirsi al mondo”, in cui pennellate precise, vibranti di luce e colore catturano lo spettatore immergendolo in uno scenario di pregnante vitalità. Stesso incanto per l’opera della sorella, Mariarosella, “L’Altra bellezza”, sottotitolo “L’essenziale è invisibile agli occhi e non si vede bene che con il cuore”(Il Piccolo Principe), dove la diversità di un papavero bianco in un lussureggiante campo di rossi diventa pregio, unicità, valore. Convince Letizia Caiazzo, artista digitale, con l’opera dal forte impatto cromatico ricca di pulsazioni emotive “In cammino” oltre il deserto, che lei spiega così: “Superare sempre, con forza e coraggio, tutte le difficoltà che il deserto presenta. Una tempesta di sabbia passa, le stelle rimangono”. Con ” RifletTiAmo ” il maestro Toni Wolf regala un’altra delle sue splendide opere della tarsia sorrentina, dove lo specchio diventa riflesso dell’anima. . Con il lavoro “FUORI”, dal pregnante carico simbolico, Anna Esposito presenta una sovrapposizione di due piani dove l’unica connessione è costituita dalla mano della donna che fuoriesce dalla rete (tessuta direttamente sulla tela): un’opera dove la sensibilità emotiva della pittrice fa sì che il quadro, vera poesia visiva, diventi messaggio di denuncia, speranza, riscatto, rinascita. Maria Cappuro con il suo “Abbandono” ci porta in una dimensione surreale in cui un vecchio manichino diventa anima in un messaggio di amore, di empatia e di solidarietà. Rosanna Ferraiuolo con la sua opera “sogni a colori” traduce in pensiero visivo il suo ricco universo creativo creando un coinvolgimento emotivo diretto, una delicata armonia cuore-anima. Giovanni Vescera con la sua “Sofferenza velata” regala una riflessione etica sul dolore attraverso una raffinata ed accurata esecuzione tecnica. Gelsomina Di Maio col suo quadro ci riporta con la forza della sua sapienza figurativa in un’esperienza emotiva intensa che dalle immagini frammentate di un puzzle compone nella nostra mente un forte afflato solidale. (Utente dal Web)

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