Casalnuovo. Alunna delle medie si ammala di tifo. Genitori in rivolta ritirano i figli dalla scuola

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Casalnuovo. Genitori in stato di massima allerta e scuole rimaste deserte: nell'hinterland è psicosi da paratifo, la cosiddetta «malattia delle mani sporche». Una malattia ormai non più pericolosa da un pezzo, che si cura con antibiotici specifici ma che presenta sintomi particolarmente fastidiosi: febbre, forti dolori addominali e una diarrea da togliere il fiato. Sintomi che hanno colpito l'alunna di una scuola media, una bambina di 11 anni, di Casalnuovo, uno dei tanti paesoni tutto palazzoni di cemento, alla porta nord orientale di Napoli. La bambina si trova ricoverata da giorni al Cotugno di Napoli, l'ospedale specializzato nella cura delle malattie infettive. Quel che si sa è che nel decorso della malattia c'è stata qualche complicazione per cui la ragazzina non va a scuola da 25 giorni, dal 30 ottobre. È stata ricoverata prima in un ospedale e poi è stata trasferita al Cotugno. Intanto ieri è scoppiato il finimondo nella scuola dov'è iscritta, una scuola media, la «Ragazzi d'Europa», in via De Filippo, a pochi passi da dove abita, in pieno centro cittadino. Ieri i genitori hanno ritirato dalla «Ragazzi d'Europa» tutti i 400 alunni. Il plesso è rimasto deserto già a partire dalle 10. Alcune mamme hanno protestato contro le condizioni igieniche della struttura ma sono rimaste inviperite soprattutto a causa della mancata informazione da parte delle autorità sanitarie. «L'Asl tace da venti giorni – la lamentela ricorrente dei genitori – mentre noi lo abbiamo saputo solo adesso. Ora siamo preoccupati». Un “difetto” di comunicazione che sta creando malintesi a raffica. E ancora una volta i carabinieri hanno dovuto mediare tra i cittadini e le istituzioni. Sul posto sono sopraggiunti i militari della tenenza di Casalnuovo, diretti dal luogotenente Fernando De Solda. A ogni modo il preside non ha voluto chiudere la scuola. «I responsabili dell'Asl – ha spiegato il dirigente Claudio Mola – mi hanno assicurato che non c'è nessun allarme per cui le lezioni possono proseguire regolarmente». Ieri pomeriggio, mentre il preside parlava, una donna delle pulizie della ditta incaricata dal Provveditorato stava togliendo la sporcizia dalle aule. Il paratifo alligna proprio nello sporco. Si trasmette attraverso le mani, con una facilità impressionante. «Ho contattato subito l'ufficio misure di prevenzione dell'Asl – ha fatto sapere nel frattempo il sindaco di Casalnuovo, Massimo Pelliccia – all'inizio la bambina stava in un ospedale ma poi è stata spostata in un altro. Essendo un caso di paratifo ho chiesto una relazione all'azienda sanitaria, ma nelle more dell'arrivo di questa relazione mi hanno detto che non c'è alcun tipo di problema». I medici nel frattempo sono meravigliati. Un autorevole pediatra si trova proprio a Casalnuovo. Si chiama Antonio Pelliccia. Fino a poco tempo fa è stato direttore della pediatria dell'ospedale Annunziata di Napoli, storico ospedale specializzato in ostetricia. «Il paratifo a Casalnuovo? Non sentivo una cosa del genere da una vita. A ogni modo non capisco perché la bambina si trovi ricoverata da così tanto tempo in ospedale visto che in genere questa malattia si cura con antibiotici adeguati nello spazio di una settimana, al massimo di dieci giorni». Il paratifo appartiene al genere delle malattie a trasmissione «orofecale». Ha una diagnosi sierologica, vale a dire che basta fare un prelievo di sangue per rilevarlo con certezza. «Ma si può anche fare l'esame delle feci perché è una malattia intestinale», precisa Pelliccia. «Nei casi più gravi – aggiunge l'esperto – potrebbe cronicizzarsi, localizzarsi in qualche organo, sempre a livello intestinale. Ma mi riesce difficile pensare che nel 2015 non si possa curare bene un paratifo». L'indice di infettività del paratifo è altissimo. Basta una banale distrazione, il contatto con le mani. Soprattutto in ambienti in cui non si rispettano le comuni regole dell'igiene. (Il Mattino) 

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