OMAGGIO A MARIO COSTA AL CENTRO CULTURALE DI VIA DELLE ROSE
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Nell'ambito del ciclo di incontri- conversazioni in musica dedicati alla storia della canzone napoletana, domani mercoledi 25 novembre 2015, alle ore 17.00, Franco Oliva e Luigi Pussumato con la loro equipe, renderanno omaggio a Mario Costa. Questo nome ai più non dice gran che, ma se diciamo che è l'autore di canzoni come SCETATE o LUNA NOVA, pilastri della storia della canzone napoletana, allora forse qualcuno intende. La sua attività musicale si registra a cavallo tra l'ottocento e il novecento, attraversando la prima guerra mondiale e andando oltre. La scelta di Franco Oliva, docente dell'università delle tre età, proprio di storia della musica e guida all'ascolto, non è casuale in un momento in cui sia il Ministero che la Direzione generale dell'UNITRE invita a ricordare la Grande Guerra nel suo centenario.
Mario Pasquale Costa, nome d'arte di Pasquale Antonio Cataldo Maria Costa (Taranto, 24 luglio 1858 – Monte Carlo, 27 settembre 1933), è stato un compositore, tenore e pianista italiano, autore di canzoni e di operette.
tratto da wikipedia :
Nacque vicino alla casa natale di Giovanni Paisiello[1], figlio del controllore di dogana Angelo e della nobildonna tarantina Maria Giuseppe Malagisi, nipote di Michele Costa. Suo parente era il compositore Carlo Costa del settecento e docente presso il conservatorio di Napoli. Trasferitosi con la famiglia a Napoli nel 1865, studiò musica e canto presso ilconservatorio di San Pietro a Maiella, allora diretto da Saverio Mercadante, con Francesco Paolo Serrao, Costantino Palumbo, Giuseppe Martucci, lo Scafati, Guercia, e lo stesso zio paterno Carlo Costa. La sua prima composizione musicale risale al 1871, e fu una barcarola intitolata "In alto mare" su versi del librettista napoletano Enrico Goliscianidedicata a Maria Brunner-Fontain.
Da allora per sessant’anni scrisse numerose romanze, canzoni popolari, melodie, stornelli, duetti, inni, marce, pantomime, opere comiche, operette, danze, fiabe. Scrisse versi e musica di 'A frangesa sul tavolo della birreria "Strasburgo" a Napoli in onore della diva del varietà Amanda Henry e la canzone fu portata al successo dalla cantante tarantinaAnna Fougez. Il direttore del Corriere del Mattino, Martino Cafiero, letta una poesia del suo giovane redattore Salvatore Di Giacomo, decise che con la musica appropriata sarebbe diventata una canzone di successo: chiese prima al musicista pugliese Luigi Caracciolo, che rifiutò l'incarico, e si rivolse quindi a Mario Costa: la musica di Nannì venne scritta di getto sul marmo di un tavolino del vecchio caffè "Napoli" nella Villa Nazionale. Da qui iniziò una lunga collaborazione: sui versi di Salvatore Di Giacomo scrisse le canzoni Era de maggio, nel 1881 Ojè, Carulì, nel 1882 Luna nova[2], A ritirata, Oili – oilà, Catarì, Serenata napulitana, Munasterio, Lariulà. Compose inoltre canzoni su versi diFerdinando Russo (Scetate, O cuntrattino) e su versi di Roberto Bracco (Napulitanata, Tarantì tarantella, con titolo di Peppino Turco, Addimànnel'a mamma!, dedicata a Matilde Serao), " Nu vecchio e na vecchia")
Ottenne successi internazionali, come attestano i trionfi londinesi. Fu soprattutto la sua pantomima, ovvero una specie di balletto privo di schemi coreografici definiti Histoire d'un Pierrot a garantirgli una duratura fama, accresciuta da una successiva trasposizione cinematografica dell'opera. Histoire d'un Pierrot va in scena anche il 30 ottobre 1896 al Teatro Costanzi di Roma come Storia di un Pierrot, il 12 giugno 1897 al Teatro Reinach di Parma, il 29 giugno 1915 all'Opéra-Comique di Parigi ed il 6 aprile 1922 al Teatro La Fenice di Venezia.
Il capitan Fracassa va in scena nel 1910 anche al Teatro Costanzi di Roma diretta da Nicola D'Arienzo.
Sempre al Teatro Reinach di Parma il 20 gennaio 1920 va in scena Il re di Chez Maxim ed il 13 novembre1925 Il re delle api.
Il 1º marzo 1924 avviene la prima di Il re di Chez-Maxim nella seconda versione al Teatro La Fenice diretta Domenico Lombardo per la Compagnia Carlo Lombardo.
Dopo la sua morte, fu tumulato nel 1934 a Taranto, e trovò riposo in una tomba messa a disposizione dal Comune.