L’Avellino scippato dall’arbitro: è pari con il Livorno. Contestato un fallo di mano a Biraschi: rigore e espulsione

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Crisi finita? Lo dirà il campo, certo è che l’Avellino visto al Picchi non può occupare quella posizione di classifica (da ieri comunque non più l’ultima). I biancoverdi passano in vantaggio, gestiscono bene l’1-0, ma vengono ripresi da un rigore dubbio costato anche il rosso a Biraschi. E qui è uscito fuori il carattere di una squadra, come quella di Tesser, che in questo campionato ha raccolto meno di quanto meritasse. Giusto però il pareggio col Livorno anche se il rimpianto resta. La fase di studio della partita dura un bel po’. Gambe pesanti per tutte e due le squadre, ma soprattutto si nota il momento no di entrambe, con la paura che la fa da protagonista nelle giocate dei ventidue in campo. Prova a scrollarsi la ruggine di dosso il Livorno al 20’, con una ripartenza innescata da Comi e finalizzata da Pasquato con un innocuo e centrale destro a giro. Più pericolosa e decisiva la ripartenza che neppure un giro di lancette più tardi orchestra l’Avellino. Un contropiede che vale il vantaggio: preciso lancio di D’Angelo per Tavano che in area di rigore scarica sull’accorrente Trotta il destro è trova l’angolino alla destra di Pinsoglio. È il gol che sblocca la gara e psicologicamente anche gli uomini di Tesser, troppo contratti nella prima parte di gara. Di contro il Livorno accusa il colpo e prova ad appoggiarsi sull’uomo con maggiore qualità, l’esterno Pasquato, che ci prova a stretto giro di posta intorno alla mezz’ora, ma trova per due volte Frattali pronto a bloccare i suoi tentativi. Gli irpini gestiscono bene il vantaggio, prevalgono a centrocampo e soffrono poco in difesa. L’ultimo sussulto della prima frazione, chiusa con la tegola Insigne ko per infortunio (al suo posto Soumarè), lo crea l’ex Comi, il quale impatta in acrobazia un cross di Gasbarro da sinistra – grande percussione del terzino di casa – ma calcia troppo centrale per far male a Frattali. Finisce male il primo tempo, comincia peggio la ripresa per l’Avellino, nonostante un avvio con poca veemenza da parte del Livorno. Il turning point della gara è al 7’: Minelli vede un tocco col braccio in area di Biraschi (molto dubbio) e assegna calcio di rigore al Livorno. Il difensore viene espulso perché già ammonito, mentre l’ex Comi realizza dagli undici metri. Tesser si cautela con Nitriansky al posto di Soumarè – in campo per meno di 10’ – anche perché i labronici spingono a caccia della rete del vantaggio. È sempre Pasquato l’uomo sul quale si appoggia il team di Panucci, con l’ex Bologna che al quarto d’ora ci prova dal limite, ma Frattali blocca. Al 20’, invece, confeziona un cross per Luci che in rovesciata chiama al facile intervento il portiere dell’Avellino, attentissimo anche al 26’ sull’ennesima conclusione di Pasquato, stavolta dai venti metri. Il rosso rifilato a Moscati, che ristabilisce la parità numerica, sembra far tirare un sospiro di sollievo all’Avellino, ma continua il Pasquato show (sfiora il palo al 39’ e chiama Frattali ancora alla parata a terra al 42’). E nel recupero caliente Jidayi quasi sfiora la rete del colpaccio con un destro che esce a fil di palo. Tesser a fine partita è amaro: «Gli errori dell’arbitro ci possono stare, ma già prima del rigore era stato chiamato un fuorigioco a Tavano che si involava verso la porta. È un po’ di tempo che queste decisioni ci penalizzano sempre». (Marco Donati – Il Mattino)

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