Bertoni, ex giocatore di Fiorentina e Napoli: «Al San Paolo sfida scudetto. Sarri e Sousa tecnici di personalità»

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    Giocò quattro anni nella Fiorentina di Antognoni e due nel Napoli di Maradona, inizi anni ottanta, il periodo in cui in Italia arrivarono i primi stranieri. Daniel Bertoni, l’argentino che vinse il Mondiale nel 1978, vive a Buenos Aires, confida di poter organizzare in futuro in Argentina un supercorso per allenatori come quello di Coverciano e segue sempre le sue vecchie squadre italiane, Napoli e Fiorentina. «Il mio cuore è davvero diviso a metà, al San Paolo sarà una grande partita tra due squadre che giocano un calcio spettacolare». Due squadre da scudetto? «Sì, Napoli e Fiorentina sono tra le candidate al titolo, insieme alla Roma che si sta confermando negli anni e all’Inter che ha ottime individualità ma deve ancora trovare un vero assetto di squadra». Napoli-Fiorentina, provi ad immaginarla… «Sono due squadre in buona forma: la Fiorentina è prima, il Napoli sta rimontando posizioni a suon di gol e deve approfittarne per avvicinarsi alla vetta perché conterà sulla spinta del San Paolo ma deve stare attento al contropiede dei viola che è micidiale, così demolì l’Inter al Meazza». E il Napoli ha un Higuain in più… «Un attaccante come lui può fare sempre la differenza in qualsiasi momento della partita: sarà bello il duello tutto argentino con Gonzalo Rodriguez, il difensore centrale della Fiorentina che è molto bravo anche a far gol di testa quando si spinge in attacco». Ma il Tata Martino non lo ha convocato in nazionale… «Ha sbagliato a non chiamarlo, Higuain è un nove, un centravanti da area di rigore, Aguero gioca più largo. L’Argentina non può farne a meno perché Gonzalo una partita chiusa può sbloccarla, Martino doveva convocarlo e portarlo almeno in panchina ed è importante che lo faccia in occasione dei prossimi impegni». Il Napoli è Higuain-dipendente? «No, sono tanti i giocatori del Napoli di qualità, Insigne sta facendo grandi cose espero proprio che riuscirà a recuperare per domenica, ha un talento immenso, è molto estroso ed è napoletano, una bandiera». Si ritrova in Callejon? «Lui è un’ala di qualità e quantità, segna ma è soprattutto molto importante per la squadra, quindi è un po’ diverso da me che ero più attaccante e goleador ma coprivo meno». Il Napoli, non solo attacco super, la difesa nelle ultime sei partite ha subito un solo gol… «La verifica sarà proprio con la Fiorentina perché il Milan di questo periodo ha tanti problemi e la Juve che ha perso Vidal, Tevez e Pirlo non è più quella degli ultimi tempi». Sarri e Sousa due tecnici nuovi, già decisivi: se l’aspettava? «Tutti e due stanno mostrando grande personalità. Sarri aveva fatto bene a Empoli con schemi di gioco diversi da altri allenatori, in molti a Napoli erano preoccupati dopo la partenza di Benitez, invece il cambio di allenatore ha dato una scossa e il nuovo tecnico ha trasferito la sua mentalità. Stessa cosa ha fatto Sousa con la Fiorentina proseguendo nella scia del buon lavoro svolto a Firenze dai precedenti allenatori Prandelli e Montella. La squadra viola lotta per il vertice, non si è avvertita la partenza di Salah perché c’è grande compattezza». Fiorentina, grande organizzazione ma qualità tecnica inferiore rispetto al Napoli? «No, questo no. La Fiorentina ha grande qualità a centrocampo, Borja Valero e Mati Fernandez sono sempre capaci di grandi numeri». Chi è favorita al San Paolo? «Non c’è una favorita, Napoli e Fiorentina devono giocare per vincere, il pareggio non servirebbe a nessuna delle due. Se gli azzurri conquistano i tre punti possono acquistare ancora più fiducia nella lotta scudetto, se invece vincesse la Fiorentina diventerebbe senza ombra di dubbio la favorita numero uno per il titolo. Una grande partita, peccato non poterci essere ma presto verrò al San Paolo». (Roberto Ventre – Il Mattino) 

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