Sant’Agnello P.U.A. contestato dal WWF e Italia Nostra

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Dopo l’estate nera del mare, provocata da inquinamento e divieti di balneazione ferragostani, in penisola sorrentina arriva l’autunno, non meno nero, degli alberi. Il sindaco del comune di Sant’Agnello, Pietro Sagristani, ha infatti firmato il decreto che dà via libera al contestatissimo Piano Urbanistico Attuativo di iniziativa privata da realizzare alla via Gargiulo/San Martino. Prevede, come anticipava lo scorso inverno il Corriere del Mezzogiorno, di cementificare 5000 metri quadrati di un vasto agrumeto di 17.000 metri quadrati. Il progetto è della Saec, la società di Antonio Elefante, già protagonista della realizzazione in penisola di centinaia di box auto, poi assessore a Vico Equense, dove ha condotto in porto con successo la demolizione dell’ecomostro di Alimuri e dove è stato sostituito pochi giorni fa con un inusuale avviso via WhatsApp. L’iniziativa immobiliare nasce nell’ambito di una proposta avanzata dai proprietari dell’agrumeto all’amministrazione di Sant’Agnello, con la quale hanno stipulato una convenzione. Le case che saranno costruite secondo questo accordo e che avranno una superficie media di circa 70 metri quadrati ciascuna potranno essere vendute dall’impresa, che dovrà rispettare, secondo quanto recita la convenzione, alcuni parametri. Tra gli altri: il prezzo di vendita a metro quadro non dovrà superare 2500 euro; gli acquirenti non dovranno avere un reddito superiore a 50.000 euro lordi annui, se lavorano marito e moglie, oppure a 35.000 euro lordi, se è occupato solo uno dei due componenti il nucleo familiare. L’accordo prevede, inoltre, che il 10% degli appartamenti che saranno costruiti sia riservati ad esponenti delle forze dell’ordine. Un progetto di housing sociale, secondo l’amministrazione del Comune della costiera sorrentina, destinato “a categorie di persone e/o famiglie svantaggiate che non sono in grado di accedere all’acquisto di alloggi nel libero mercato”. La zona individuata, sottolinea il Comune, è classificata come C2 dal piano regolatore, quindi destinata ad espansione edilizia, ed è stata ricompresa da una delibera del 2010 del consiglio comunale nell’ambito destinato alla realizzazione del Piano casa varato dalla Regione nel 2009. Quest’ultimo prevede appunto interventi di housing sociale. Una operazione pienamente regolare, dunque, secondo l’amministrazione Sagristani, che si fa forte anche di un parere pro veritate redatto dall’amministrativista Ferdinando Pinto alcuni mesi fa. Italia Nostra ed il Wwf, però, sono di tutt’altro avviso e lo hanno scritto nelle osservazioni inviate all’amministrazione di Sant’Agnello. Sostengono che il progetto edilizio di Sant’Agnello sia in netto contrasto con il piano urbanistico territoriale della penisola sorrentina ed amalfitana. Argomenta in proposito Massimo Maresca, il presidente regionale di Italia Nostra: «Come chiarito dalla nota della Regione Campania del 23 ottobre 2012 e ribadito in sede di giustizia amministrativa con le sentenze del TAR Campania numeri 4617 e 4598 del 2013, il Piano casa, con tutte le modifiche, è applicabile in area sottoposta a tutela paesaggistica derivante da Piani Territoriali Paesistici solo ed esclusivamente se gli interventi sono espressamente consentiti dalla normativa della pianificazione paesaggistica. Ebbene, il Piano urbanistico territoriale sottopone la possibilità di costruire nuovi vani residenziali a stringenti norme volte a garantirne la destinazione a cittadini che ne hanno realmente necessità. Per questo, stabilisce che la previsione di nuovi vani debba essere commisurata all’ eventuale fabbisogno derivante da incremento demografico, per la riduzione dell’indice di affollamento, per la sostituzione di vani malsani e/o fatiscenti. Per nuovi eventuali vani di edilizia residenziale pubblica è riservata l’attribuzione ai soli abitanti delle abitazioni malsane da sostituire e delle abitazioni sovraffollate, che deve risultare dalla documentazione dell’anagrafe edilizia comunale». A detta del Comune, però, tali osservazioni, peraltro di carattere non vincolante, avrebbero ottenuto adeguata replica con una risposta inviata dall’amministrazione di Sant’Agnello alla Città Metropolitana alcuni mesi fa. Sagristani, insomma, va avanti. «A questo punto – commenta Claudio d’Esposito, del Wwf – ed a fronte di una palese violazione delle regole, valutiamo l’ipotesi di un esposto in Procura». Sulla stessa lunghezza d’onda Italia Nostra. ] Dopo l’estate nera del mare, provocata da inquinamento e divieti di balneazione ferragostani, in penisola sorrentina arriva l’autunno, non meno nero, degli alberi. Il sindaco del comune di Sant’Agnello, Pietro Sagristani, ha infatti firmato il decreto che dà via libera al contestatissimo Piano Urbanistico Attuativo di iniziativa privata da realizzare alla via Gargiulo/San Martino. Prevede, come anticipava lo scorso inverno il Corriere del Mezzogiorno, di cementificare 5000 metri quadrati di un vasto agrumeto di 17.000 metri quadrati. Il progetto è della Saec, la società di Antonio Elefante, già protagonista della realizzazione in penisola di centinaia di box auto, poi assessore a Vico Equense, dove ha condotto in porto con successo la demolizione dell’ecomostro di Alimuri e dove è stato sostituito pochi giorni fa con un inusuale avviso via WhatsApp. L’iniziativa immobiliare nasce nell’ambito di una proposta avanzata dai proprietari dell’agrumeto all’amministrazione di Sant’Agnello, con la quale hanno stipulato una convenzione. Le case che saranno costruite secondo questo accordo e che avranno una superficie media di circa 70 metri quadrati ciascuna potranno essere vendute dall’impresa, che dovrà rispettare, secondo quanto recita la convenzione, alcuni parametri. Tra gli altri: il prezzo di vendita a metro quadro non dovrà superare 2500 euro; gli acquirenti non dovranno avere un reddito superiore a 50.000 euro lordi annui, se lavorano marito e moglie, oppure a 35.000 euro lordi, se è occupato solo uno dei due componenti il nucleo familiare. L’accordo prevede, inoltre, che il 10% degli appartamenti che saranno costruiti sia riservati ad esponenti delle forze dell’ordine. Un progetto di housing sociale, secondo l’amministrazione del Comune della costiera sorrentina, destinato “a categorie di persone e/o famiglie svantaggiate che non sono in grado di accedere all’acquisto di alloggi nel libero mercato”. La zona individuata, sottolinea il Comune, è classificata come C2 dal piano regolatore, quindi destinata ad espansione edilizia, ed è stata ricompresa da una delibera del 2010 del consiglio comunale nell’ambito destinato alla realizzazione del Piano casa varato dalla Regione nel 2009. Quest’ultimo prevede appunto interventi di housing sociale. Una operazione pienamente regolare, dunque, secondo l’amministrazione Sagristani, che si fa forte anche di un parere pro veritate redatto dall’amministrativista Ferdinando Pinto alcuni mesi fa. Italia Nostra ed il Wwf, però, sono di tutt’altro avviso e lo hanno scritto nelle osservazioni inviate all’amministrazione di Sant’Agnello. Sostengono che il progetto edilizio di Sant’Agnello sia in netto contrasto con il piano urbanistico territoriale della penisola sorrentina ed amalfitana. Argomenta in proposito Massimo Maresca, il presidente regionale di Italia Nostra: «Come chiarito dalla nota della Regione Campania del 23 ottobre 2012 e ribadito in sede di giustizia amministrativa con le sentenze del TAR Campania numeri 4617 e 4598 del 2013, il Piano casa, con tutte le modifiche, è applicabile in area sottoposta a tutela paesaggistica derivante da Piani Territoriali Paesistici solo ed esclusivamente se gli interventi sono espressamente consentiti dalla normativa della pianificazione paesaggistica. Ebbene, il Piano urbanistico territoriale sottopone la possibilità di costruire nuovi vani residenziali a stringenti norme volte a garantirne la destinazione a cittadini che ne hanno realmente necessità. Per questo, stabilisce che la previsione di nuovi vani debba essere commisurata all’ eventuale fabbisogno derivante da incremento demografico, per la riduzione dell’indice di affollamento, per la sostituzione di vani malsani e/o fatiscenti. Per nuovi eventuali vani di edilizia residenziale pubblica è riservata l’attribuzione ai soli abitanti delle abitazioni malsane da sostituire e delle abitazioni sovraffollate, che deve risultare dalla documentazione dell’anagrafe edilizia comunale». A detta del Comune, però, tali osservazioni, peraltro di carattere non vincolante, avrebbero ottenuto adeguata replica con una risposta inviata dall’amministrazione di Sant’Agnello alla Città Metropolitana alcuni mesi fa. Sagristani, insomma, va avanti. «A questo punto – commenta Claudio d’Esposito, del Wwf – ed a fronte di una palese violazione delle regole, valutiamo l’ipotesi di un esposto in Procura». Sulla stessa lunghezza d’onda Italia Nostra. Fabrizio Geremicca, Corriere del Mezzogiorno

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