Allan e Valdifiori sono ancora fuori forma. Il Napoli aspetta il salto di qualità

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    Nella faticosa ricerca di una fisionomia, Maurizio Sarri vuole un centrocampo che sia registrato, presente, quadrato, sicuro. Quello che il toscano ama ripetere è che la sua squadra deve essere «un monolite», con una diga mediana che deve saper far tutto: coprire, creare, segnare. E correre, soprattutto. E allora ecco che l’attesa per Valdifiori e Allan, i due colpi estivi di De Laurentiis sottratti alla concorrenza (Milan e Inter) a colpi di milioni di euro, diventa spasmodica: il loro approdo alla forma migliore è quasi fondamentale per la riuscita del Sarri-pensiero. Quello che Sarri ha ripetuto per tutta la settimana passata assieme ai due a Castelvolturno è il desiderio di avere un centrocampo che palleggi con qualità, che corra tanto e che alla fine si inserisca per fare gol. Valdifiori, ovviamente, sa già tutto: il toscano lo allena da tre stagioni e il punto non è che il regista non sappia quello che Sarri vuole ma è proprio che non gli riesce. La causa? Il fiatone. Con la sua partenza flop, peraltro, ha perso la nazionale azzurra trovata per la prima volta a 29 anni la primavera scorsa. Le condizioni di Pirlo, di cui apparentemente è uno degli eredi, gli lasciano ben sperare che il ct Conte prima o poi lo richiamerà. Ma certo non il Valdifiori visto con il Sassuolo e con la Sampdoria. Il tecnico azzurro sa di aver pianificato un’evoluzione tattica in un settore del campo abituato con Benitez a fare altro. Eppure, ironia della sorte, fino ad adesso sono proprio i vecchi – Hamsik e David Lopez – ad aver dato il contributo migliore. Con Allan, il cui arrivo è stato assai gradito da Sarri, il Napoli pensa di avere un giocatore verticale ed aggressivo. Il palleggio per Sarri è la chiave che apre le partite e regala un controllo del gioco, attraverso il possesso della palla. La situazione al momento è approssimativa, ma non potrà che migliorare quando i due atleticamente staranno meglio. A cominciare da Allan, per l’appunto. Che, per prima cosa, non è costato una sciocchezza: al contrario, circa 13 milioni di euro. L’acquisto più caro dell’estate azzurra, dunque pure il più atteso: a Udine era un rubapalloni, uno di quei talenti che si muovono tenaci, oscuri, che si sfiancano per recuperare la palla e passarla a chi farà gol. Un mediano di qualità, per così dire. Un Oriali 2.0 per dirla sulle note della canzone di Luciano Ligabue: perché è vero che lì nel mezzo dovrà prendere botte, sporcarsi la maglia ma non dovrà neppure sbagliare il passaggio. Per Sarri è lì che si perde, è lì che si vince la partita. A centrocampo. La sua esclusione alla prima giornata, al Mapei Stradium, ha lasciato tutti stupiti. Ma il motivo è semplice: Allan non ha ancora la condizione fisica ideale. Colpa dei carichi di lavoro di Sarri, del cambio di preparazione rispetto all’Udinese di Stramaccioni. Allan e Valdifiori, per la prima volta nella loro carriera, hanno dovuto mettere benzina in estate tenendo conto che non ci sarà solo il campionato, ma anche l’Europa League. Una novità per entrambi, anche se il brasiliano con l’Udinese ha collezionato 4 presenze nei turni preliminari di Europa League 2013/14. Ma Allan è fondamentale per il 4-3-1-2 di Sarri per la sua qualità, la sua presenza fisica e soprattutto l’istinto di attaccare la porta. Nell’attesa del miglior Valdifiori, può dare una mano Jorginho anche se esaspera alla ricerca della profondità come a Sarri non piace. Insomma, l’attesa è tutta per loro: per i due colpi estivi, reduci da stagioni formidabili. (Pino Taormina – Il Mattino) 

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