Nuovo naufragio davanti alla Libia: almeno 37 morti. Conclusa l’autopsia sui 52 cadaveri al cimitero di Palermo

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    Nuovo naufragio davanti alle coste libiche: almeno 37 i cadaveri ritrovati sulle spiagge davanti a Khoms, un centinaio di chilometri a est di Tripoli. Lo riferiscono fonti locali su Twitter.

    La notizia arriva a poche oer dalla conclusione delle autopsie sui 52 migranti morti nella stiva di un barcone. Erano tutti maschi di età compresa tra i 20 e 40 anni ed erano arrivati a Palermo giovedì notte a bordo del pattugliatore svedese Poseidon insieme ad altri 571 profughi soccorsi nel canale di Sicilia.
    Sulle salme, che sono state collocate a bordo di un container frigorifero e trasferite nel capoluogo siciliano al cimitero dei Rotoli, che è stato chiuso per 48 ore per motivi igienico-sanitari, il pool di medici dell'Istituto di medicina del Policlinico di Palermo, insieme alla polizia scientifica, ha completato le autopsie, ma in pochissimi casi è stato possibile procedere all'identificazione: i profughi avevano ancora i documenti addosso.

    Le salme sono state numerate e poste nelle bare, messe a disposizione dal Comune di Palermo, mentre sono ancora in corso le operazioni di sanificazione del camposanto e del container frigorifero.

    E' atteso per domani il nulla osta della Procura, che dovrebbe autorizzare la tumulazione. Otto salme saranno seppellite nel cimitero dei Rotoli di Palermo, le altre in diversi cimiteri comunali della Provincia.

    Serviranno almeno tre mesi, invece, per i risultati degli esami tossicologici e del dna richiesti dai magistrati palermitani, che sulla vicenda hanno aperto un'inchiesta.
    Anche domani il cimitero dei Rotoli resterà chiuso. "Sarà aperto al pubblico martedì", assicura l'assessore comunale con delega ai servizi cimiteriali, Giusto Catania.

    Intanto Il gip del Tribunale di Palermo Giangaspare Camerini ha convalidato il fermo dei dieci migranti accusati di omicidio e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina si tratterebbe degli scafisti che erano a bordo del barcone con i 52 profughi morti.

    Ieri alcuni dei fermati avevano respinto le accuse, altri si erano avvalsi della Facoltà di non rispondere. L'inchiesta e coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dai pm Anna Picozzi, Gery Ferrara, Renza Cescon e Roberto Tartaglia.

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