Higuain non è al top ma vola in Argentina. Domenica contro la Samp, poi assente dieci giorni per le gare della Seleccion

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    Sarri gli aveva chiesto di sorridere in più e invece l’esordio contro il Sassuolo ha regalato ancora immagini di nervosismo di Higuain. La condizione atletica migliore ancora lontana, poche palle gol, il Napoli che progressivamente è calato dopo i buoni 25 minuti iniziali. Poco più di un’ora e la prima sostituzione, faccia scura al momento dell’ingresso in campo di Gabbiadini. Higuain ancora non ha cancellato le scorie della scorsa stagione, c’è bisogno di un po’ di tempo, però gli impegni si susseguono e il Pipita non avrà mai la possibilità di rifiatare. L’argentino gioca ininterrottamente da due anni, non si è fermato mai tra Mondiali e Coppa America. Quest’estate ha riposato 21 giorni, tre settimane esatte, viaggi esclusi: l’ultimo impegno la finale contro il Cile del 5 luglio, una notte amarissima con l’errore dal dischetto e il ko ai rigori. La ripresa a Dimaro, primo allenamento il 27 luglio, due settimane più tardi rispetto agli altri azzurri. Una ventina di giorni di allenamento nelle gambe, troppo pochi per essere già al top della condizione, l’argentino non ha ancora la brillantezza per le giocate in velocità. Un cambio preventivato quello con Gabbiadini, Sarri lo ha tenuto in campo fin quando Gonzalo aveva ancora energie da spendere. Non tira mai il fiato l’argentino e ora sarà già costretto a un nuovo tour de force: domenica sera la prima al San Paolo contro la Sampdoria, lunedì la partenza con l’Argentina per la tournèe in America e il doppio impegno a Houston il 4 settembre contro la Bolivia e l’8 con il Messico. La sosta non potrà essere sfruttata per rifinire la condizione, Higuain ritornerà a Napoli alla vigilia della trasferta di Empoli. Dieci giorni con la Seleccion dopo le due finali perse ai Mondiali e in Coppa America. Le amarezza delle ultime due stagioni da cancellare, il rigore fallito contro la Lazio, errore decisivo per la mancata qualificazione in Champions League. Un’annata interminabile cominciata con il preliminare di Champions contro l’Athletic Bilbao e terminata con la finale persa con l’Argentina in Cile: 58 partite tra Napoli e nazionale albiceleste. Una ripartenza lenta, esattamente come l’anno scorso. Stavolta, però, il Pipita il gol vuole trovarlo subito e mette la Sampdoria nel mirino. Nello scorso campionato si sbloccò all’ottava giornata, una tripletta al Verona: di reti in azzurro ne ha poi segnate 29, cinque in più del suo primo anno napoletano. Condizione atletica da migliorare ma anche l’intesa da perfezionare con gli altri attaccanti nel 4-3-1-2 di Sarri, modulo che il tecnico non ritoccherà, almeno per il momento. Contro la Samp ancora Insigne trequartista, ma inizialmente potrebbe cambiare il partner del Pipita e giocare Callejon al posto di Mertens. Meno chance per Gabbiadini che il tecnico vede come alternativa all’argentino in attacco, quindi più da prima punta. Movimenti particolari quelli di Sarri, incroci continui tra i due attaccanti con il trequartista, quelli che l’Empoli conosceva a memoria. C’è bisogno di tempo per automatizzarli, poche vere palle gol contro il Sassuolo e soprattutto poche vere giocate d’attacco alla Sarri, quelle intraviste nelle prime amichevoli estive. In attacco la qualità può fare la differenza ma di base deve funzionare l’organizzazione: il Pipita ha una settimana di tempo per affinare l’intesa con gli altri attaccanti e puntare al primo gol dell’anno contro la Sampdoria di Zenga. Rispetto all’anno scorso, quando era punta centrale con tre giocatori offensivi alle spalle nel 4-2-3-1 di Benitez, adesso con Sarri gioca più largo sulla destra per poi accentrarsi, situazione che ha funzionato nell’occasione del gol di Hamsik. Solo una volta però, pochi sprazzi di Higuain, si attende molto di più a cominciare dall’esordio al San Paolo. Il top player è lui e De Laurentiis lo ha blindato. (Roberto Ventre – Il Mattino)

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