Profughi, l’Ue ammette il flop. Germania accoglie i siriani, Berlino apre le frontiere. Ma è sempre più tragedia Balcani

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    È una decisione che potrebbe avere enormi ripercussioni su Grecia e Italia, dove sbarcano la maggior parte dei migranti che cercano asilo in Europa: la Germania ha deciso di rinunciare all'espulsione verso i paesi di primo arrivo dei rifugiati siriani, sospendendo di fatto le regole di Dublino e alleviando così il peso della crisi sui paesi europei del Mediterraneo. La conferma della svolta – avvenuta con una circolare del 21 agosto – è arrivata da una nota dell'Ufficio Federalete desco per l'Immigrazione e i Rifugiati: «In questa fase non stiamo applicando il regolamento (di Dublino) ai cittadini siriani». Secondo la Commissione europea è un «atto di solidarietà europea» da parte della Germania e «un riconoscimento del fatto che non si possono lasciare soli gli Stati membri situati alle frontiere esterne», spiega una portavoce della Commissione. Il regolamento di Dublino, in vigore dal 2003, prevede che i rifugiati presentino richiesta di asilo nei paesi di primo approdo. Secondo le regole europee, gli altri governi hanno il diritto di respingere o espellere i migranti che entrano illegalmente da uno Stato membro. Prima l'Italia, poi la Grecia ed ora l'Ungheria si sono così trovati a gestire flussi diventati insostenibili in mancanza di un meccanismo di ripartizione dei rifugiati dentro l'Ue. Secondo i dati di Frontex, da gennaio a luglio più di 130mila migranti – in gran parte siriani, afgani e iracheni che fuggono dalle guerre – sono entrati nell'Ue attraverso la Grecia. Gli sbarchi in Italia hanno superato i 100mila. Ma una clausola del regolamento di Dublino permette di sospendere unilateralmente la norma sulle espulsione dei rifugiati verso il paese di primo arrivo. La decisione tedesca «è il solo caso» tra i Ventotto, ha spiegato la Commissione. Secondo fonti tedesche, sarebbe motivata dalla «gravità» del conflitto siriano e dal flusso massiccio sulla “rotta dei Balcani”. Decine di migliaia di migranti, una volta sbarcati in Grecia o via la frontiera con la Turchia, continuano a dirigersi verso la Germania attraverso la rotta balcanica. Il governo di Belgrado ha registrato 100mila migranti transitati sul suo territorio verso i paesi del Nord Europa. In Macedonia passano 3mila rifugiati al giorno. Con la riapertura della frontiera macedone migliaia di persone si stanno ammassando in Serbia, prima di entrare in Ungheria. La Bulgaria ha inviato soldati e blindati ai posti di frontiera con la Macedonia in un'operazione di «rinforzo» che potrebbe essere rafforzata. La decisione della Germania sui rifugiati siriani segna anche una rottura con la Francia sulla crisi dei migranti, malgrado il piano annunciato da Angela Merkel e François Hollande a Berlino lunedì. La Francia continua a optare per la linea dura con i paesi in prima linea e a frenare sul meccanismo di ripartizione dei rifugiati attraverso le quote. Di fronte a 800mila richieste di asilo quest'anno, la Germania spinge per una revisione del regolamento di Dublino. Sembra emergere un asse italo-tedesco per affrontare la crisi con umanità e equità. «L'Europa è in una situazione che non è degna dell'Europa», ha detto Merkel, tornando a chiedere una ripartizione equa dei rifugiati. «Non mi importa se perdo tre voti, ma noi prima salviamo le vite», ha spiegato il premier Matteo Renzi. Nel frattempo, la Commissione ha respinto le critiche franco-tedesche sulla mancata creazione di centri di registrazione in Italia e Grecia: il cosiddetto "hot spot" per distinguere tra rifugiati e migranti economici è «già in piedi» a Catania, mentre «è in corso di completamento» al porto del Pireo. (David Carretta – Il Mattino) 

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