Avaria all’aliscafo Alilauro diretto a Napoli, fermo per 6 ore a Stromboli. Odissea per 280 passeggeri, molti napoletani

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Venti agosto, odissea nelle Eolie. Un titolo ormai tristemente noto agli habitué dell'arcipelago siciliano che ogni estate, in particolar modo in concomitanza con il controesodo via mare, aggiungono puntualmente un nuovo aneddoto al libro dei ricordi di viaggio da raccontare poi agli amici increduli. A fornire lo spunto delle prossime conversazioni da salotto, stavolta, è stata la compagnia di navigazione Alilauro, che ieri mattina gestiva il collegamento dalle isole a Napoli. Un viaggio partito già sotto cattivi auspici, a detta di molti dei passeggeri, visto che la Annamaria Lauro – a dispetto del suo aspetto aggressivo con tanto di prua dipinta a guisa di squalo – fin da subito si è dimostrata in pessima forma. Un danno ad un pistone di un motore, avrebbero spiegato poi i marinai di bordo ai passeggeri, che ha costretto fin dalle prime miglia a navigare forse con più cautela del solito e, quindi, a raggiungere l'isola di Stromboli con oltre mezz'ora di ritardo sulla tabella di marcia: le dieci meno un quarto invece delle nove e dieci. Ben diversa la reazione dei duecentottanta passeggeri registrati al botteghino quando, appena lasciato il molo, il mezzo ha cominciato a rallentare la sua corsa verso la Campania per iniziare una serie di tentativi di manovra al largo dell'isola. «Si è capito subito che c'era qualcosa che non andava al motore – spiega un passeggero – era chiaro per chiunque avesse un minimo di dimestichezza con le imbarcazioni che il comandante stava cercando di testare la manovrabilità del mezzo. Certo, trattandosi di un catamarano avere un motore in avaria avrà comportato dei problemi non da poco, come guidare un'automobile con una ruota a terra». E così era. Dopo un’ora di manovre al largo, una voce ha avvisato i passeggeri che si sarebbe tornati al molo per delle verifiche tecniche e che si poteva quindi restare comodamente a bordo con l'aria condizionata. «Sembra niente, ma immaginate la reazione dei tantissimi per i quali quella di Napoli rappresentava solo una tappa intermedia, uno scalo – commenta a sua volta Clemente Di Paola – un'ora per chi ha la coincidenza di un treno o peggio ancora di un volo può significare non solo perdere i soldi del biglietto ma anche doversi sobbarcare il costo imprevisto di un pernottamento in città». Si fosse trattato di un'ora, ad ogni modo, i più avrebbero abbozzato. Gli animi si sono infuocati, invece, quando poco dopo un nuovo annuncio ha posticipato all'una l'ora presunta di partenza, in attesa dell'arrivo di una seconda nave che sostituisse l'Annamaria Lauro. «Del resto – prosegue Di Paola – non avevamo scelta visto che anche i bagni dell'aliscafo erano ormai infrequentabili. Non abbiamo potuto fare altro che girovagare su e giù per il molo, in attesa di veder spuntare il nuovo mezzo di cui alle due non avevamo ancora notizie». Alle tre e mezza, finalmente, l'Airone ha raggiunto Stromboli da una località limitrofa. Un miraggio per i quasi trecento in attesa, che finalmente hanno visto il personale di bordo scaricare e quindi ricaricare sul secondo mezzo tutti i bagagli: un'operazione non da poco, che ha fatto sì che la nave salpasse infine poco dopo le quattro. «Un ritardo che ha danneggiato molti turisti – commenta Carolina Barnao – ma anche tanti eoliani che a fronte di un biglietto da 150 euro in media, senza sconti residente, si sono visti saltare chi la visita medica chi l'appuntamento di lavoro. Bisogna pensare infatti che alle Eolie mancano molti servizi e che quindi spesso ci si reca a Napoli per un'andata e ritorno cronometrata: perdere una coincidenza significa dormire una notte fuori». (Cristina Cennamo – Il Mattino)

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