Così Sarri cambia il Napoli con il tridente. L’abbondanza di punte esterne spinge il tecnico a provare il 4-3-3

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    Un’idea, una tentazione, una possibilità concreta, anzi una certezza: il 4-3-3. Modulo sul quale Sarri lavorerà in ritiro a Dimaro, insieme al 4-3-1-2, il sistema di gioco che ha messo in pratica con grande efficacia a Empoli. Due Napoli, quindi, due concetti tattici che verranno portati avanti di pari passo, una squadra duttile mentalmente e sul campo. Un’apertura chiara al 4-3-3 per l’esigenza dettata dai tanti esterni di attacco in rosa: Callejon, Insigne, Mertens e Gabbiadini. Il nuovo tecnico lavorerà su questa soluzione che consentirebbe ad Hamsik di giocare più basso e cioè nei tre di centrocampo, altrimenti nel 4-3-1-2 lo slovacco agirebbe da trequartista. A Castelvolturno i primi due giorni sono stati quelli dedicati alla conoscenza dei calciatori, ai colloqui individuali con gli azzurri, lo scambio di impressioni con il tecnico su quello che ci sarà da fare in Trentino e poi da migliorare nel corso della stagione. Alla base di tutto ci sono le motivazioni, Sarri ne ha tantissime alla sua prima esperienza in un club di primo livello come il Napoli e gli azzurri sono stimolati a dare subito segnali importanti a un nuovo allenatore. Giornata di ieri dedicata ai test atletici divisi in tre fasi finalizzate a forza, velocità e resistenza. I primi dati da esaminare per il tecnico del Napoli, le schede di valutazione dei singoli calciatori, test che verranno ripetuti più volte nel corso dell’anno per poter verificare la condizione. La fase tecnica, gli allenamenti sul campo per studiare moduli e movimenti cominceranno a Dimaro e si partirà subito perché il pallone nel ritiro appare già dai primi giorni. Due moduli, due Napoli, una squadra adattabile alle situazioni e alle avversarie. La duttilità di Sarri esaltata da Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori. «Mi meraviglierei se Sarri non pensasse a due o più moduli conoscendo il suo modo di lavorare. Sono convinto che troverà altre variazioni non solo nel sistema di gioco ma anche nelle particolarità: farà divertire, sarà un Napoli da studiare e da andare a vedere. Sul piano tattico non ci sarà da annoiarsi e non si vedrà mai lo stesso film». Più Napoli in uno, tante variazioni possibili all’assetto base di gioco, soprattutto una formazione che penserà tutta allo stesso modo, i movimenti da metabolizzare per poi proporre a memoria in allenamento e in partita. La squadra dovrà pensare tutta con un’unica testa, Sarri sta già lavorando su questo aspetto per cominciare a lanciare i primi input nella testa degli azzurri che dovranno imparare a muoversi a memoria. Uno per tutti, tutti per uno: l’Empoli è riuscito a fare sua questa filosofia e con l’organizzazione è riuscito a mettere alle corde formazioni molto più forti tecnicamente e tra queste proprio il Napoli di Benitez. Un’idea da portare avanti insieme, una perfetta occupazione degli spazi, in fase offensiva ma in maniera particolare in fase difensiva per non consentire giocate semplici agli avversari. Un lavoro di squadra e sui singoli per migliorare il rendimento dei quattro difensori: il primo obiettivo sarà quello di limitare i gol al passivo dopo i numeri da profondo rosso con Benitez. Un lavoro certosino di Sarri sui due centrali e sugli esterni: una squadra che dovrà mantenersi corta per dare protezione ai quattro difensori. Le lezioni cominceranno a Dimaro dopo le prime indicazioni a Castelvolturno: via al Napoli dai molteplici volti. (Roberto Ventre – Il Mattino)

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