Ricordi Minori 2: la piazza del Popolo

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    La piazza centrale della cittadina di Minori dove, un tempo, sul marcipiede lato mare era sistemato il monumento ai caduti delle guerre (alla sommità c’era anche un sodato di bronzo) ,che ora è sistemato a traversa Cantilena nel cosiddetto Parco delle rimembranze, è un bello spazio, fronte mare, ben squadrato. Le chiusre in ferro battuto artistico della ringhiera del monumento furono sistemate per cingere il dehors del Circolo Sociale (‘o circulo dè signuri). Il punto più importante, forse, era dato a suo tempo dal Circolo sociale (Antonio della Monica fece sistemare sui tavoli da gioco e di scrittura i cadaveri degli sfortunati recuperati alla spiaggia vittime dell’alluvione del 1954) con il suo dehors coperto da una rigogliosa vite americana, la bouvette laterale (gestita da Matteuccio ultimamente ma che era stata il regno di Minicuccio d’Auria e d’ò russo), la sala centrale, una sala laterale ultimamente occupata da un apparecchio TV ed una stanza all’ammezzato teatro di zicchinettiate che duravano spesso oltre le 24 ore (fino ad esaurimento di tutto)-La DC prese in fitto un locale attiguo dove furono sistemate delle sedie per consen tire di seguire i programmi della televisione in compagnia di Marialfonsa e di tagliariello, coppia di coniugi vecchio stampo che accoglievano tutti con frasi colorite. Di fianco, attuale sede di assicurazioni, il negozio di ferramento ed affini di Luigi ‘e Pagani e sorelle (casa e bottega perchè abitavano a 10 metri, alla traversa san Giovanni). Qui c’era la frutteria di Pascarella, rigorosamente all’aperto sulla pubblica via. Su quella via, che era anche sede della rotabile per Amalfi, (l’attuale curva della Madonnina è datata fine anni cinquanta) cosa accadeva? Pascarella, che di buon mattino girava per il paese reclamizzando i suoi prodotti (anche quelli che non aveva, occupava la strada con tavolino, bilancia, cassette e cassettine che impedivano spesso il transito di qualche sporadico pullman o di un mezzo di grosse dimensioni: quindi tutti ad aspettare che Pascarella ed il marito liberassero il tutto e consentissero la continuazione del traffico, quasi nullo, da e per Amalfi). Di fronte al tavolo di Pascarela c’era il mulino della famiglia ‘e’ silviestro. Pascarella era sistematicamente presa in giro da Peppe ‘o pazzo (che l’appellativo non induca in fraintendimenti) che abitava in quella via. Ritornando alla piazza del Popolo trovavamo il Bar Umberto (altoparlante sistemato alla posta per consentirci di seguire i giri di Francia e d”Italia o i risultati del campionato di calcio): un familiare preparava il gelato al limone sulla via frantumando il ghiaccio ed aggiungendo vero succo di limone; Il locale aveva la sala bar all’ingresso e all’interno quella da gioco delle carti (unico passatempo dell’epoca) ; con il tempo il locale cambiò gestore chiamandosi Caffè Europa con Raffele Leone e consorte. Di fianco c’era il calzolaio Diavolillo (il nonno della regina dei commercianti di Minori Menuzzella ) con un bel locale sede di discussioni serali di ogni argomento (una sera il diavolillo voleva chiudere ma la discussione andava per le lunghe, per cui il buon calzolaio spense il lume al petroli e alle rimostranze degli amici disse che non c’era bisogno del lume acceso che consumava petrolio: “tanto le parole non devono vedersi”; dopo di lui la salumeria di Angelo Sammarco. di fianco il “salone” da barba di Pasqualino (emigrato in sud America con la famiglia) e di Pasquale Amato, papà di Luciano. Sulla destra, all’estremità interna, c’era il forno di Apicella diviso dalla sala vendita da una stalla di cavalli (sic) e più in avanti il locale di Genovella, moglie di mastro Gaspare di Lieto che aveva falegnameria a Torre PARADISO. Verso il mare “don Peppe ‘e stelle”sali e tabacchi ed affini con donna Memea al banco.. Si terminava con il locale dove Saporito vendeva prodotti alimentari all’ingrosso; poi Alfonso ‘o ricciulillo, Poi Gaetano D’auria con la sua latteria aperta al ritorno dall’Argentina; poi ancora un fratello di Tatonno ‘o diavolillo con la sua merceria, per finire con il bar di Vittorio Santelia e quello attuale Antares.
    Nei giorni della festa patronale veniva allestito nella piazza il grande palco per l’orchestra sinfonica e da dove il parroco impartiva la benedizione alla presenza della statua della santa portata in processione
    ………………………….g.a. (Utente dal Web)

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