Torre Annunziata. Due giovani forzano il blocco di controllo dei carabinieri: inseguimento e terrore tra la folla

Più informazioni su

Torre Annunziata. «Non ci siamo fermati all'alt perché non abbiamo l'assicurazione del motorino». Così si sarebbero giustificati la scorsa notte Renato Palumbo e Lorenzo Matrone, di 37 ed appena 18 anni, quando sono stati bloccati dai carabinieri, in servizio notturno, dopo un inseguimento di oltre due chilometri. È accaduto nel quadrilatero delle carceri, terra del clan Gionta, in uno dei tanti vicoletti che collegano le periferie del centro storico, via degli agricoltori. I due erano in sella a un Sh grigio ed indossavano il casco. I carabinieri del nucleo radiomobile del tenente Davide Acquaviva della compagnia di Torre Annunziata coordinato dal maggiore Michele De Riggi, gli hanno intimato l'alt. Non si sono fermati e si sono dati alla fuga, dando il via a un inseguimento che ha anche messo a repentaglio la sicurezza pubblica. Durante la fuga, in strada c'erano solo alcune persone che stavano tornando a casa dal centro cittadino e si sono spaventate per il trambusto scatenato. Una corsa folle, tra le auto parcheggiate, durante la quale hanno rischiato anche di farsi male cadendo dal motorino. La rocambolesca fuga è terminata in via Stamperia, dopo circa due chilometri, quando i due hanno dovuto per forza arrendersi ai militari che gli avevano tagliato la strada bloccandoli. «Non abbiamo l'assicurazione, non ce la possiamo permettere» avrebbero detto per giustificarsi. Ma a niente è servita la giustificazione: Palumbo e Matrone sono finiti in manette per resistenza a pubblico ufficiale: resteranno agli arresti domiciliari fino a questa mattina, quando il giudice del tribunale di Torre Annunziata deciderà se convalidare o meno la detenzione, al termine del processo con rito direttissimo. In aumento i controlli nei quartieri terra di nessuno della città oplontina: obiettivo reprimere rapine, furti in casa e anche sparatorie per strada. Risale alla scorsa settimana, infatti, il ferimento di Aniello Di Martino, 24 anni, figlio di Ciro, ritenuto alleato al clan Pesacane, egemone a Boscoreale, seppur ridimensionato. In aumento anche le rapine e i furti in casa: nei quartieri dimenticati ormai, la camorra risulta quasi completamente indebolita e non riesce più a rialzarsi, perché mancano esponenti forti e in grado di riorganizzare i clan. La malavita è nelle mani di ragazzini, ancora più spietati perché inesperti. Il potere dell'antistato è annientato: complici la disperazione, la mancanza di lavoro e la povertà, la microcriminalità trova la strada spianata, diffondendosi a macchia d'olio. Per questo la risposta dello Stato è l'aumento dei controlli e la prevenzione. Ad esempio, in due giorni tre sono i furti subiti da cittadini in un palazzo in via Vittorio Veneto: i topi d'appartamento si arrampicano sui tubi dell'acqua, si introducono nelle case durante la notte e addormentano le vittime con il solito spray soporifero, per avere il tempo di agire indisturbati. Aumentano anche le rapine alle attività commerciali: nelle ultime settimane due colpi ad altrettante farmacie. In giro senza casco e qualche volta armati di pistola, in tre sui motorini: indebolita la camorra, l'obiettivo è diffondere civiltà. (Giovanna Sorrentino – Il Mattino) 

Più informazioni su

Commenti

Translate »