Sant’egidio Mont’Albino violentata 21enne mentre torna a casa da lavoro

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 Sant’Egidio Del Monte Albino , Salerno . Violentata in strada, in una strada pubblica, mentre torna a casa da lavoro. A 21 anni. Una storia di quelle che si sentono per televisione che sembrerebbe tanto lontana dalle nostre realtà. Ma così non è, purtroppo. Dopo qualche giorno di comprensibile silenzio, Maria (nome di fantasia) ha deciso di parlare e denunciare lo stato di totale abbandono in cui versano alcune zone della città. «Ancora non riesco a capire – racconta – come è possibile che mi abbiano stuprata in un luogo pubblico e in pieno giorno». 28 maggio, giovedì. La 21enne, di S. Egidio del Monte Albino, stava percorrendo via Falcone intorno alle 17.30 quando ha notato un’auto parcheggiata con a bordo due uomini che la stavano fissando. Un attimo dopo la vettura si è allontanata e la giovane ha imboccato via Sorvello. Arrivata al sottopasso, l’amara sorpresa: i due, protetti dall’oscurità del tunnel, erano lì ad aspettarla. Probabilmente conoscevano i suoi spostamenti e sapevano forse dove era diretta. Così hanno deciso di coglierla di sorpresa. L’hanno bloccata, afferrata per le braccia e caricata di peso sull’auto. «Quello seduto sul sedile anteriore mi teneva per i polsi – ha raccontato Maria, descrivendo quei minuti interminabili – mentre l’altro, su quello posteriore, mi ha spostato le mutandine e ha abusato di me. Quando ho capito che stava per ricominciare, gli ho dato un calcio nel ventre e mi ha cacciata via, spingendomi contro un muro. Mi sono sentita male e mi sono accasciata al suolo. A quel punto, l’uomo è risalito in auto e si sono allontanati». Riprese le forze, Maria ha telefonato ad un’amica che l’ha accompagnata in ospedale, all’ Umberto I di Nocera Inferiore. Qui i sanitari l’hanno sottoposta ad una visita ginecologica durante la quale è stata confermato il rapporto brutale. Di qui la denuncia ai carabinieri della tenenza di Pagani. Maria, provata, fa fatica a parlare di ciò che le è accaduto. Soprattutto non riesce a ricordare quanto è durato quell’incubo perché la percezione del tempo era distorta: «Mi è sembrato un tempo interminabile». È però riuscita a fare ai carabinieri una dettagliata descrizione del suo aggressore: capelli scuri, carnagione chiara, barba incolta. Indossava scarpe Hogan, un braccialetto in acciaio,una maglia blu e aveva un dialetto tipicamente campano. Dell’uomo seduto al volante, invece, non ricorda alcun particolare. Enrica Granato, Il Mattino

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