Whirlpool, Caldoro: pronti 50 milioni. Il governatore riaccende la speranza dei lavoratori: ecco il piano della Regione

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Carinaro. «Adesso o siamo uniti o non ci aiuta nessuno». E poi incita: «Abbiamo ragione noi e torto loro. Non molliamo, la chiusura di questo stabilimento è inaccettabile». Nella sala mensa dell’ex Indesit di Carinaro, il governatore Stefano Caldoro ridà fiato alla lotta dei lavoratori in assemblea. Sottopone direttamente a loro il piano della Regione Campania per impedire lo stop al sito. «Sono venuto solo ora perché prima volevo avere un quadro chiaro delle azioni da mettere in campo», quasi si scusa Caldoro, con al fianco l’assessore al Lavoro Nappi e i vertici regionali e casertani di Cgil, Cisl e Uil. La proposta che la Regione porterà martedì prossimo alla seconda tappa della «road map» delle trattative con governo e azienda è quella di un Contratto di Programma con un impegno finanziario che potrebbe arrivare fino a 50 milioni di euro. È il modello seguito per Alenia o Fincantieri, «dove la crisi era più dura, mentre qui c’è un prodotto che tira, tanto che la Whirlpool vuole portare in Italia altre produzioni ed è proprio questa contraddizione che rende provocatoria la vertenza su Carinaro», incalza il governatore. E giù applausi dagli operai, che danno il via libera, formalizzato poi dalle organizzazioni sindacali, alla proposta. Lunedì in Giunta Caldoro approverà anche il quadro economico. «Così ci presentiamo con più forza a Roma», rimarca. «Creazione di un Centro dedicato alla ricerca, all’innovazione e al trasferimento tecnologico in favore dell’industria del bianco; sostegno ai processi di efficientamento e di saturazione della produzione degli impianti di Carinaro e di Napoli mediante il finanziamento di investimenti produttivi». Sono due punti del piano campano. Ma non solo. La Regione è disponibile anche a sostenere finanziariamente i percorsi di formazione e riqualificazione dei lavoratori interessati ai processi di «riconversione e riorganizzazione produttiva», accompagnati da misure regionali di politiche attive del lavoro. Tutto ciò avverrebbe all’attuazione del Contratto di Programma Regionale che consente di finanziare, con contributi a fondo perduto, progetti relativi a settori ritenuti strategici per lo sviluppo e la crescita dell’economia locale. «È una leva concreta per convincere Whirlpool a cambiare idea», commenta il segretario della Uilm Campania, Giovanni Sgambati. E la leader regionale Anna Rea aggiunge: «È un impegno molto importante, finalmente siamo di fronte a fatti concreti e seri». L’assessore Nappi ribadisce: «Non accettiamo silenziosamente che un polo industriale come quello di Whirlpool-Indesit di Carinaro venga chiuso senza colpo ferire». E oggi i lavoratori dello stabilimento casertano si apprestano a vivere «un Primo Maggio amaro», come lo definisce il segretario della Cgil Campania, Franco Tavella. «Saremo in piazza a Carinaro alle 9.30 accanto agli operai della Whirlpool. Ci sono 815 posti di lavoro in serio pericolo – precisa Tavella – che vanno ad aggiungersi alle altre drammatiche vertenze che colpiscono il nostro territorio. La fuga dell’industria privata va a rendere ancora più forte il rischio di una desertificazione industriale segnata già dal disimpegno delle aziende pubbliche nei confronti dei siti campani, come dimostra la vicenda Finmeccanica». Così l’ex Indesit diventa «vicenda simbolica per tutto il Sud», ripete Caldoro. Impossibile decretarne la fine, «perché significherebbe far passare il messaggio che in Italia si può venire a produrre, ma non nel Mezzogiorno. E questo non deve accadere». (Lorenzo Iuliano – Il Mattino)

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